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26 agosto 2025

Una grande legge di Libertà: privatizzare la Rai

Tutti i governi che si sono succeduti hanno tenuto ben saldo il principio della proprietà pubblica della Rai.

Anche quando le tecnologie avevano liberato le energie perchè potessero essere della partita più attori privati, la resistenza è stata fatta su ogni singolo punto e ogni spazio di libertà per l'iniziativa privata è stato conquistato dopo feroci combattimenti casa per casa.

Adesso abbiamo un sistema misto, dove c'è una concorrenza privata che si divide tra trasmissioni in chiaro con molta pubblicità e a pagamento con poca pubblicità e c'è, ancora, un dinosauro pubblico, con circa 13mila dipendenti di cui circa 1800 sono "giornalisti".

La Rai è un ostacolo alla completa liberalizzazione del settore e ad un corretto svolgimento delle attività di informazione che devono rispondere ai cittadini e non alle ideologie politiche dei conduttori, della cui personale opinione non ci facciamo proprio nulla.

Lo squilibrio deriva dal fatto che mentre un privato deve stare attento a quello che trasmette, perchè non può permettersi di scontentare troppi spettatori e inserzionisti, pena la riduzione della pubblicità e degli abbonamenti, la Rai, che conta sempre non solo sul canone ma anche su trasferimenti da parte dello stato di risorse finanziarie, può anche trasmettere programmi faziosi, visti da poche decine di persone, finalizzati solo ad una propaganda di parte.

E può, in estate, in una lunga estate che parte a giugno e arriva a settembre, imbottire le proprie trasmissioni di canzonette, repliche e podcast di dubbia qualità e interesse e che per lo più veicolano un messaggio fazioso, neanche troppo sottointeso.

Ritengo legittimo che uno possa leggere la storia, ad esempio, di un calciatore sotto un profilo ideologico, inserendolo in un periodo storico in cui, magari, la sua nazione era governata dai militari.

Faccia pure il suo podcast come oggi va tanto di moda per ogni flatulenza.

Ma perchè deve essere trasmesso dalla Rai pubblica, pagata anche da chi quella versione ideologica non condivide ?

Lo venda (se ci riesce) ad una privata che, magari, valuterà se acquistarlo anche in base a come si collocano i propri liberi spettatori, ma non si usino i soldi di tutti per propaganda di parte.

E' una questione che si può estendere ad ogni genere di informazione, come abbiamo potuto nettamente verificare durante il covid dove le voci critiche rispetto al pensiero dominante erano escluse anche solo dal diritto di tribuna e lo vediamo oggi con le due principali guerre in corso, tra la Russia e l'Ucraina e tra Israele e i terroristi palestinesi di Hamas, dove le versioni sono a senso unico.

Legittimo in una televisione che, liberamente, scelgo di finanziare pagando spazi pubblicitari per la mia azienda o con il mio abbonamento, totalmente illegittimo in una televisione pubblica quando non solo mi viene prelevato coattivamente l'importo del canone addebitato nella bolletta della luce, ma vengono anche usate le mie tasse per coprire i debiti che un carrozzone come quello della Rai può accumulare.

Non c'è altra soluzione che privatizzare la Rai, tutta, vendendo ogni struttura e società anche a spezzatino, incassandone cospicui ricavi da porre a decurtazione del maggior debito pubblico e, magari, da utilizzare per compensare una sostanziosa riduzione delle tasse.

Gli imprenditori privati che ormai agiscono nelle radio e nelle televisioni sono in numero sufficiente per garantire un pluralismo senza oneri coatti nei confronti dei cittadini.

La Rai pubblica non serve più, è solo uno strumento ipertrofico ma anche bulimico di soldi che potremmo utilizzare molto meglio che tenere in piedi un simile carrozzone sempre più ideologicamente inquinato.

La sua privatizzazione potrebbe essere la grande riforma per il prossimo quinquennio 2027-2032, perchè la riduzione e persino l'abolizione del canone non è sufficiente se lo stato continuerà a garantire la copertura delle spese e dei debiti di una Rai pubblica.

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