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No alla deriva

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Diciamo NO alla deriva

04 luglio 2006

4 luglio: nascita di una Nazione


"Quando nel corso degli umani eventi si rende necessario ad un popolo sciogliere i vincoli politici che lo avevano legato ad un altro ed assumere tra le altre potenze della terra quel posto distinto ed eguale cui ha diritto per Legge naturale e divina, un giusto rispetto per le opinioni dell'umanità richiede che esso renda note le cause che lo costringono a tale secessione. Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca delle Felicità; che allo scopo di garantire questi diritti, sono creati fra gli uomini i Governi, i quali derivano i loro giusti poteri dal consenso di governanti; che ogni qual volta una qualsiasi forma di Governo, tende a negare tali fini, è Diritto del Popolo modificarlo o distruggerlo, e creare un nuovo governo...."

Così inizia la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America.
4 luglio 1776.
A distanza di 230 anni esatti, la Dichiarazione mantiene intatta la sua forza dirompente e il suo profondo significato rivoluzionario.
Come per la Costituzione degli Stati Uniti, possiamo dire che gli anni non ne hanno scalfito l’importanza storica e l’intimo appeal per tutti coloro che vedono nel progresso continuo dell’Umanità il fine della nostra esistenza terrena.
Un progresso che si accompagna al Benessere, alla Sicurezza ed alla Libertà.
Vita, Libertà, Felicità.
Come nell’incipit della Dichiarazione.
A distanza di 230 anni continuiamo a render grazie a quegli Uomini che il 4 luglio 1776 scelsero la difficile via della secessione dalla Corona Inglese, cui comunque, come dimostra il rapporto particolare che esiste tra Regno Unito e Stati Uniti, riservano tuttora grande rispetto.
Di quegli Uomini ci sarebbe bisogno anche oggi in una Italia divisa e devastata da una maggioranza tale per - colpo di - mano dei verbali degli scrutini elettorali pieni di ombre e sospetti anche per i voti delle circoscrizioni estere.
Un esempio mirabile di lungimiranza, la stessa che non ebbero i nostri costituenti (di cui Scalfaro è emblematico residuo) che privilegiarono le divisioni uscite dalla guerra persa dall’Italia.
E nonostante gli Stati Uniti abbiano ugualmente sopportato una guerra fratricida durata 4 anni, il 4 luglio è e resta una autentica Festa Nazionale, unica e per tutti.
Anche in questo una grandissima differenza rispetto alla nostra Italia dove vengono esaltate e ricordate solo quelle ricorrenze che non potranno mai essere feste di tutti, ma solo feste dell’odio.
E continua a stuzzicarmi, anche applicata alle vicende interne di oggi, l’incipit di quella Dichiarazione:
Quando nel corso degli umani eventi si rende necessario ad un popolo sciogliere i vincoli politici che lo avevano legato ad un altro …
Grazie, America !

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22 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo nemmeno gli USA ci credono piu' ormai alla "creazione" e nemmeno al "disegno intelligente", ma l'identita' nazionale rimane ancora forte, per il momento. Speriamo che anche l'ultima e piu' splendida utopia illuminista non crolli sotto il peso della realta'.

Anonimo ha detto...

Bravo, bravo.

Anonimo ha detto...

Noi, con forza dobbiamo dare vita all'utopia illuminista. Noi dobbiamo tenere accesa la luce dell'illuminismo al fine di non sprofondare nel buio del marxismo.

marshall ha detto...

Impara l'arte (ai nostri politici) e mettila da parte!

marshall ha detto...

Bello l'incipitit della dichiarazione: "Quando nel corso degli umani eventi....."
E quindi visto che la maggioranza del Lombardo-Veneto mostra una chiara insofferenza verso "questo" governo di Roma, penso sia un suo sacrosanto diritto recedere i vincoli che lo tengono forzatamente legato a Roma.
A meno che si mettano a governare seriamente e ad ascoltare ed esaudire tutte le richieste che gli vengono da questa parte della nazione.
Non possono tenerci obbligatoriamente legati a loro.

Massimo ha detto...

La Dichiarazione di INdipendenza è e resta un passaggio importantissimo per il diritto delle genti di costituire uno stato, anche separandosi da altri popoli, quando i motivi della convivenza, quindi del contratto che forma uno stato, vengono meno.

Anonimo ha detto...

Magari ricordarsi anche il sangue dei 50 milioni di nativi americani versato dopo la firma di quella costituzione non farebbe male.

Massimo ha detto...

La Storia dell'Umanità è fatta anche di popoli che non sono stati capaci di restare al passo con i tempi e, cercando di ooporvisi, sono stati spazzati via.
Proprio da tale insegnamento dovremmo trarre le adeguate motivazioni per rinnovare la nostra società e non consentire a tesi bislacche di fare metastasi nel corpo sano della Civiltà Occidentale ;-)

Anonimo ha detto...

Mons, certo che sei una sagoma.

Allora mettiamola così, i sei milioni di ebrei in Germania tra il 1933 e il 1945 non sono stati capaci di restare al passo con i tempi della loro nazione?

Sei un darwinista sociale della peggior specie. Perchè non sai neanche quello che dici. Se lo sapessi non metteresti la dichiarazione d'inpidenza degli Stati Uniti vicino alle sciocchezze che scrivi qui sopra.

Anonimo ha detto...

La tua è un'ottima spiegazione Mons, dovresti suggerirla ai Turchi la prossima volta che vogliono negare il genocidio degli Armeni.

Anonimo ha detto...

Ho l'impressione che per la sinistra la storia inizi il secolo scorso, ignorando che quel che ha scritto Mons è quel che è sempre accaduto quando due civiltà, una arretrata ed una infinitamente superiore, si sono trovate a scontrarsi.
Carlo

Massimo ha detto...

E' vero Carlo. Sin dall'antichità le ondate migratorie hanno sepolto i popoli più deboli, iknvasi e annientati. Così come le guerre di civiltà (ricordiamo Troia ? E gli Etruschi ? E i Cartaginesi ?).
Per arrivare sino ad epoche più recenti con la scomparsa delle deboli civiltà centro e sud americane.
Ma loro guardano solo a ciò che torna utile, senza considerare che se, fortunatamente, abbiamo gli Stati Uniti di oggi, che ci hanno salvato dal comunismo e stanno combattendo anche per noi la guerra contro il terrrorismo islamico, ciò è dovuto al fatto che sono riusciti a fare di quella terra, una Naziona. Grazie alla Dichiarazione di Indipendenza, ma anche e soprattutto all'intraprendenza dei Coloni e alla determinazione con la quale hanno rimosso gli ostacoli, come le resistenze dei pellerossa.
E' la Storia dell'Umanità, che vi piaccia o meno e applicare i concetti di oggi, a situazione dell'altro ieri (e in ocndizioni profondamente diverse) denota solo ignoranza, sudditanza al "politically correct" e una pericolosa tendenza all'autodistruzione.

Anonimo ha detto...

Mons, mi sembra veramente ridicolo definire la resistenza degli indiani come un "ostacolo".

Sai, loro li ci vivevano. E sono stati ammazzati. Non è la civiltà superiore che ha trionfato, solo quella più feroce.

Poi, per carità, nessuno toglie i grandi meriti dell'esperienza americana. Ci mancherebbe altro: il primo paese a promulgare i diritti dell'uomo, la democrazia più antica del mondo. Caspita, certo che la storia americana è piena di grandissime luci.

Ma cerchiamo di non prenderci in giro ignorando anche le sue ombre. Anche perchè ormai ci sei rimasto solo tu a difendere il genocidio degli Indiani. Pure gli americani stessi oggi si vergognano di quello che è successo. Come è giusto che sia e come fa ogni nazione analizzando in modo critico il proprio passato.

Dunque, senza voler nulla togliere alla storia moderna degli USA, bisogna riconoscere che il suo espandersi sui territori americani è avvenuto grazie al genocidio di chi li ci viveva da millenni. Ed è stata una cosa vergognosa che si poteva benissimo evitare e di cui non c'era bisogno.

Tra l'altro se tu conoscessi un po' meglio la storia americana sapresti anche che non sempre gli USA hanno avuto questo atteggiamento verso i nativi americani.
Nei primi anni di esistenza i rapporti tra Stati Uniti e tribù indiane era regolamentato da trattati riconosciuti e rispettate da entrambe le parti.
Fu con la presidenza di Andrew Jackson, che rinnegò i padri fondatori (quelli della dichiarazione) che ebbe inizio il grande massacro.

Anonimo ha detto...

Per l'anonimo di sopra: snaturare la storia è da sempre il passatempo preferito dagli ideologhi destrorse, non ti stupire.

Massimo ha detto...

Il fatto è che la Storia è manipolata da chi non la sa accettare.
E' la Storia dell'Umanità, che vi piaccia o meno e applicare i concetti di oggi, a situazione dell'altro ieri (e in ocndizioni profondamente diverse) denota solo ignoranza, sudditanza al "politically correct" e una pericolosa tendenza all'autodistruzione.
Ed è quel che non riuscite a capire: la Storia va collocata nel suo contesto sociale e politico, non attualizzata.
Non sopporto le scuse per qualcosa che è stato fatto (male, se visto con gli occhi di oggi) 10 o 100 o più anni fa.
Il Nord America aveva territori immensi, quindi è falso dire che "abbiamo cacciato i pellerossa".
L'espansione di una civiltà superiore è inevitabilmente venuta a scontrarsi con una civiltà senza prospettive.
La Storia non va rivisitata con gli occhi di oggi, ma il suo insegnamento non va trascurato.
E mi sembra proprio strano che coloro che portano in palmo di mano i pellerossa, denunciando l'invasione dei bianchi, oggi sono gli stessi che vogliono aprire le nostre frontiere all'invasione degli illegali.
Cos'è, aspirazione al suicidio ? :-D

Anonimo ha detto...

Mons, giusto per la cronaca. Il genocidio degli Indiani d'America veniva considerata una schifezza immonda anche all'epoca in cui accadeva. Dunque, anche alla luce dei valori e dei principi di allora il massacro era un massacro. Non solo, soprattutto alla luce dei principi e dei valori dichiarati nel 1776, i massacri dell'ottocento gridano vendetta al cielo. Essi sono un tradimento di quei valori di fratellanza universale della dichiarazione d'indipendenza.

Leggila bene Mons. Non dice "Quando nel corso degli umani eventi si rende necessario ad al popolo americano...". Dice ad "un popolo". La dichiarazione d'indipendenza americana è un documento importante perchè riveste un carattere universale. Si vuole riferire cioè ad ogni popolo e ad ogni epoca. Compresi il popolo degli indiani d'america.

E' per questo motivo che i primi presidenti americani, tutti originari di quell'ambiente culturale e umano che aveva creato la dichiarazione d'indipendenza, ebbero con le tribù indiane rapporti pacifici e regolati da trattatati. Perchè li consideravano popoli creati uguali a loro e dotati di diritti inalienabili quali la libertà e la vita.

Poi, quarant'anni dopo, ci fu la presidenza di Andrew Jackson che, per diversi anni, introdusse un imbarbarimento della politica americana. Jackson disse "gli indiani sono selvaggi e gli accordi con loro non possono valere". E inizio una politica di sterminio, furto e depredazione.

Ecco, Mons, se tu vuoi continuare ad inneggiare alla strage indiscriminiata di civili, di donne e bambini inermi, di cannoni contro villaggi, beh, se vuoi continuare vorrei almeno che fossi pienamente cosciente di quello che dici.

Anonimo ha detto...

E chi ha mai detto che i pionieri hanno cacciato gli indiani? Li hanno soltanto sterminati.

Massimo ha detto...

Vedi anonimo, tu continui a manipolare i miei scritti come manipoli la Storia.
Io non "inneggio", sono realista.
La civiltà dei pellerosse era finita, in fase discendente.
La civiltà dei "bianchi" era in pieno sviluppo.
Lo scontro fu inevitabile, con tutti massacri d'ambo le parti.
Ha vinto la civiltà più forte che esprimeva valori di progresso contro i quali i pellerossa si erano schierati.
Come è sempre accaduto nella Storia (quella vera, non quella inventata) in ogni epoca.
I pellerossa avevano un altro rapporto con i primi coloni ? Certo, c'era curiosità, c'era anche la possibilità di crescere assieme. Ma così non fu. Ad un certo punto i pellerossa cercarono di bloccare l'espansione dei bianchi, nonostante ci fossero amplissimi spazi.
perchè questo ? Perchè la nostra è una Civiltà che costruisce, quella dei pelelrossa una civiltà nomade. I bianchi mettevano radici, coltivavano, sollecitavano la terra a produrre frutti. I pellerossa prendevano quel che la terra dava. Cacciavano e, quando non c'era più nulla, si spostavano.
Per forza si è arrivati allo scontro.
Questo è inneggiare ? Per te, per me è realismo.
E sono grato a chi ha combattuto le guerre indiane, perchè se gli Americani dell'ottocento avessero accettato di chiudersi nella ridotta dell'est, non avremmo questi Stati Uniti che ci hanno così tanto aiutato e coninuano ad aiutarci, anche se molti di noi non lo meritano.

Ares ha detto...

E gli stai pure a rispondere ? Quello è uno che non sarà mai pari. Qui si celebrava una evento importantissimo per tutti noi e quello che andava a blaterare di 50 milioni di indiani morti !
Si parla di mele e quello risponde a pere (in tutti i sensi !).

Anonimo ha detto...

Il problema della sinistra è che pensa che noi occidentali, una volta risolti i problemi della seconda guerra mondiale, oramai non possiamo andare più in contro a sterminii e conquista.
Si ritrovano con lo stato di vantaggio tecnologico attuale, non si rendono conto di quanto sia costato questo ai popoli occidentali, spesso lo disprezzano e sono anche convinti che , siccome nessuno ci invade da "ben" 60 anni, ormai sulla terra ci sia un destino di pace.
Non pensano che altri popoli possano pensarla diversamente e che vogliano impadronirsi con la forza del benessere occidentale..
Effettivamente non calcolano come la terra sia vissuta da 10.000 anni fa ad oggi.

Anonimo ha detto...

No Mons, io non manipolo un bel niente. Sei tu che manipoli te stesso e che non capisci neanche quello che scrivi.

Massimo ha detto...

Beh, per fortuna che ci sono quelli come te con una spocchia tale da pensare di poter spiegare a noi il nistro stesso pensiero... :-D