Due mesi passati dalla formazione del prodinotti e la navigazione dei cattocomunisti procede a vista, addirittura con la necessità di un 118 formato Berlusconi sul rifinanziamento della missione in Afghanistan.
Dopo aver occupato tutto quel che era materialmente occupabile e aver così temporaneamente, appagato alcuni appetiti, prodinotti è costretto ad uno stallo dalla sua stessa “maggioranza”, tale, peraltro, esclusivamente per (colpo di) mano dei verbali degli scrutini elettorali pieni di ombre e sospetti anche per i voti delle circoscrizioni estere.
Diradatosi l’effetto annuncio delle false “liberalizzazioni” di Bersani, le legittime e opportune proteste delle categorie vessate da tali provvedimenti stanno portando il governo a fare marcia indietro, smontando il decreto come si sfoglia un carciofo.
Naturalmente resistono alcune posizioni oltranziste, come quelle di chi vorrebbe precettare … gli avvocati (!!!) denunciando il danno provocato con la loro astensione dalle udienze.
E sono gli stessi che, evidentemente, non ritengono dannosi gli scioperi di altre categorie (a cominciare dai magistrati) contro le quali nulla hanno mai detto, quando venivano attuati contro Berlusconi.
Le banche, invece, hanno avuto assicurazioni.
Basta leggere le dichiarazioni di Padoa Schioppa e di Draghi alla riunione dell’Abi per capire che il compenso alla abolizione delle spese di chiusura conto, sarà dato da importanti agevolazioni fiscali che favoriscano le fusioni tra istituti e gruppi creditizi.
E se qualcuno ha buona memoria, può ricordare il periodo 1996-2001 (toh, che strano, con la stessa coalizione cattocomunista !) quando, al grido “le banche italiane devono ingrandirsi!”, furono attuate quelle fusioni e aggregazioni che hanno dato vita ai tre più grandi gruppi italiani (Intesa, Unicredito, San Paolo) usufruendo di cospicue agevolazioni (poi bocciate dalla stessa euroap di Pdrodi e Ciampi).
Ma nel frattempo le fusioni erano andate in porto.
Una nuova generazione di manager aveva conquistato le vette di potere e i relativi emolumenti (con le ricchissime stock option del caso) e il consumatore, che magari aveva cambiato per insoddisfazione da una banca all’altra, si era ritrovato cliente della stessa banca che aveva abbandonato.
Dopo 5 anni in cui nulla è stato concesso ai "poteri forti" (né rottamazioni per la Fiat, ne agevolazioni per le banche) ecco che si torna a parlare di “ingrandire” gli istituti di credito.
Con cosa ? Fusioni, of course.
E mentre la Fiat e i grossi industriali fanno capolino e con le dichiarazioni del loro presidente LCDM chiedono “vengo anch’io” ( a partecipare alla beneficiata), ci si può aspettare che la risposta non sia quella della nota canzonetta di Jannacci, ma, viceversa, sia più simile alla commedia musicale di Dorelli: “Aggiungi un posto a tavola”.
Dopo aver occupato tutto quel che era materialmente occupabile e aver così temporaneamente, appagato alcuni appetiti, prodinotti è costretto ad uno stallo dalla sua stessa “maggioranza”, tale, peraltro, esclusivamente per (colpo di) mano dei verbali degli scrutini elettorali pieni di ombre e sospetti anche per i voti delle circoscrizioni estere.
Diradatosi l’effetto annuncio delle false “liberalizzazioni” di Bersani, le legittime e opportune proteste delle categorie vessate da tali provvedimenti stanno portando il governo a fare marcia indietro, smontando il decreto come si sfoglia un carciofo.
Naturalmente resistono alcune posizioni oltranziste, come quelle di chi vorrebbe precettare … gli avvocati (!!!) denunciando il danno provocato con la loro astensione dalle udienze.
E sono gli stessi che, evidentemente, non ritengono dannosi gli scioperi di altre categorie (a cominciare dai magistrati) contro le quali nulla hanno mai detto, quando venivano attuati contro Berlusconi.
Le banche, invece, hanno avuto assicurazioni.
Basta leggere le dichiarazioni di Padoa Schioppa e di Draghi alla riunione dell’Abi per capire che il compenso alla abolizione delle spese di chiusura conto, sarà dato da importanti agevolazioni fiscali che favoriscano le fusioni tra istituti e gruppi creditizi.
E se qualcuno ha buona memoria, può ricordare il periodo 1996-2001 (toh, che strano, con la stessa coalizione cattocomunista !) quando, al grido “le banche italiane devono ingrandirsi!”, furono attuate quelle fusioni e aggregazioni che hanno dato vita ai tre più grandi gruppi italiani (Intesa, Unicredito, San Paolo) usufruendo di cospicue agevolazioni (poi bocciate dalla stessa euroap di Pdrodi e Ciampi).
Ma nel frattempo le fusioni erano andate in porto.
Una nuova generazione di manager aveva conquistato le vette di potere e i relativi emolumenti (con le ricchissime stock option del caso) e il consumatore, che magari aveva cambiato per insoddisfazione da una banca all’altra, si era ritrovato cliente della stessa banca che aveva abbandonato.
Dopo 5 anni in cui nulla è stato concesso ai "poteri forti" (né rottamazioni per la Fiat, ne agevolazioni per le banche) ecco che si torna a parlare di “ingrandire” gli istituti di credito.
Con cosa ? Fusioni, of course.
E mentre la Fiat e i grossi industriali fanno capolino e con le dichiarazioni del loro presidente LCDM chiedono “vengo anch’io” ( a partecipare alla beneficiata), ci si può aspettare che la risposta non sia quella della nota canzonetta di Jannacci, ma, viceversa, sia più simile alla commedia musicale di Dorelli: “Aggiungi un posto a tavola”.
Ma chi pagherà agevolazioni e cunei fiscali e la pletora di sprechi atti solo a favorire le clientele cattocomuniste ?N
3 commenti:
Precettare gli avvocati??
Mi chiedo cosa concluderebbero. Puoi precettare un lavoratore manuale o anche intellettuale di routine, ma un lavoratore che trae ispirazione e materia per il suo lavoro dal proprio intelletto, come lo si può precettare?? Mà??
Ci risiamo con le fusioni bancarie?
Quanto mi ci ero arrovellato in quegli anni.
Ma chi pagherà il costo delle agevolazioni fiscali e tutti i benefici di cui godranno i top manager e i funzionari di medio alto livello delle aziende fuse?
Ti do una risposta secca. Lo pagheranno parzialmente tutti coloro che manterranno in portafolio i titoli di quelle società. Questo mi ha insegnato l'esperienza passata.
Sì, strano che quando si parla di banche tutti si concentrino sugli aspetti secondari (e tutto sommato menio rilevanti come il far pagare un servizio) e non su quel che è più importante come la pessima abitudine di effettuare "cessioni di ramo d'azienda", cioè filiali prese e cedute ad altro istituto, mobili, muri, dipendenti e ... clienti, eppure il silenzion su questo è totale ...
Max, mi serve il tuo cognome e il nome&cognome di Stars (se viene) per l'accredito.
Puoi darmeli in pvt, la tua mail mi respinge...
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