Senza voler tirare in ballo altri interventi, che personalmente ritengo tracimanti, di singoli magistrati nella vita politica del paese, nel giro di una settimana abbiamo assistito a due sentenze della cassazione accolte con gridolini di giubilo dagli ambienti omosessuali.
Una settimana fa la sentenza che riconosceva il diritto al risarcimento del danno al convivente omosessuale.
Fin qui non ci sarebbe nulla da dire, ma la sentenza porta anche una precisazione non richiesta e non dovuta, anzi probabilmente fuori dalle righe, circa un sollecito al legislatore ad adeguare le leggi alle cosiddette “nuove convivenze”.
La cassazione, come tutti i magistrati, deve semplicemente applicare le leggi esistenti, non sollecitare l’approvazione di nuove norme che stravolgano l’impianto esistente.
Per tale compito c’è il parlamento e ci sono le iniziative di legge popolari che, se vogliono, i magistrati possono sottoscrivere.
Ieri la sentenza con la quale si considera reato il termine “frocio”.
Personalmente ritengo questa seconda sentenza contraddittoria rispetto alla prima.
Infatti se tale termine è un reato, per la natura intrinsecamente ingiuriosa, vuol dire che la cassazione non ritiene “pregevole” lo status che corrisponde al termine e, quindi, se non ha un qualche pregio, perché si dovrebbe sconvolgere il nostro ordinamento giuridico per tutelare legislativamente le “nuove convivenze” ?
Insomma c’è confusione, a volte per eccesso di zelo verso queste “nuove convivenze” ci si muove come un elefante in cristalleria e questo senza entrare nel merito della sentenza.
Perché, applicandola ed estendendola, si potrebbe asserire che dare del “Fascista”, del “comunista”, del “razzista” sia reato, visto che tali termini (assieme a tanti altri: xenofobo, islamofobo, omofobo, tanto per dirne alcuni) assumono, soprattutto in chi li usa apostrofando il prossimo, valenza negativa, quindi, avendo natura ingiuriosa, divengono reato, esattamente come il termine sanzionato dalla cassazione.
Di questo passo bisogna armarsi di un vocabolario “politically correct” come quello che usa Fassino quando, con sommo sprezzo del ridicolo di cui peraltro si ricopre con tale uso della lingua italiana, parla del suo partito democratico come del partito di “credenti, non credenti e diversamente credenti”.
Forme linguistiche che vanno a braccetto con i diversamente abili, non vedenti ...
Una settimana fa la sentenza che riconosceva il diritto al risarcimento del danno al convivente omosessuale.
Fin qui non ci sarebbe nulla da dire, ma la sentenza porta anche una precisazione non richiesta e non dovuta, anzi probabilmente fuori dalle righe, circa un sollecito al legislatore ad adeguare le leggi alle cosiddette “nuove convivenze”.
La cassazione, come tutti i magistrati, deve semplicemente applicare le leggi esistenti, non sollecitare l’approvazione di nuove norme che stravolgano l’impianto esistente.
Per tale compito c’è il parlamento e ci sono le iniziative di legge popolari che, se vogliono, i magistrati possono sottoscrivere.
Ieri la sentenza con la quale si considera reato il termine “frocio”.
Personalmente ritengo questa seconda sentenza contraddittoria rispetto alla prima.
Infatti se tale termine è un reato, per la natura intrinsecamente ingiuriosa, vuol dire che la cassazione non ritiene “pregevole” lo status che corrisponde al termine e, quindi, se non ha un qualche pregio, perché si dovrebbe sconvolgere il nostro ordinamento giuridico per tutelare legislativamente le “nuove convivenze” ?
Insomma c’è confusione, a volte per eccesso di zelo verso queste “nuove convivenze” ci si muove come un elefante in cristalleria e questo senza entrare nel merito della sentenza.
Perché, applicandola ed estendendola, si potrebbe asserire che dare del “Fascista”, del “comunista”, del “razzista” sia reato, visto che tali termini (assieme a tanti altri: xenofobo, islamofobo, omofobo, tanto per dirne alcuni) assumono, soprattutto in chi li usa apostrofando il prossimo, valenza negativa, quindi, avendo natura ingiuriosa, divengono reato, esattamente come il termine sanzionato dalla cassazione.
Di questo passo bisogna armarsi di un vocabolario “politically correct” come quello che usa Fassino quando, con sommo sprezzo del ridicolo di cui peraltro si ricopre con tale uso della lingua italiana, parla del suo partito democratico come del partito di “credenti, non credenti e diversamente credenti”.
Forme linguistiche che vanno a braccetto con i diversamente abili, non vedenti ...
9 commenti:
la tua cultura popolare non mi sembra del tutto sana
Fra un po' censureranno il vocabolario:D
Lorenza.
George Orwell, 1984.
Lorenza.
Si, la penso come Lorenza, c'è da temere il peggio. Miii, mio fratello potrebbe denunciarmi ogni volta che gli urlo in faccia quella parolina magica... Magari anche no, visto che è etero.
Pensare che in Svezia i gay hanno eletto, l'anno scorso, il leader del MUF, i giovani del partito Moderat di cdx, un gran bel ragazzo etero a icona gay dell'anno, con tanto di foto in copertina sulla loro maggiore rivista. Questi gay non si fanno un problema a farsi chiamare froci, anzi, a Forsell gli hanno pure detto di farlo tranquillamente. E' finita che a un congresso del MUF, Johan F. li ha chiamati: i nostri amici froci. E vissero tutti felici e contenti...
Lorenza.
Caro Massimo, non amo l'uso di parole che possono offendere la sensibilità di chiunque.
Vorrei che questo fosse lasciato alla libertà della crescita individuale e culturale di ciascuno.
Quello che di grave ha scritto la Cassazione, se non sbaglio, sta anche nelle parole con le quali ordina al parlamento di legiferare su invito dei movimenti organizzati a favore dei pacs!!!
Se questo fosse vero saremmo, come dici tu, giunti ormai all'intrusione della magistratura nella vita parlamentare.
Dopo aver distrutto un'intera classe politica con la repressione ora i magistrati fanno addirittura i legislatori!?
Questo non c'entra col mio punto di vista sui pacs di cui ho parlato già in un mio post.
Un abbraccio
Perla
p.s. per Lorenza: grazie per quella notizia che mi hai regalato sui Muf e Citizen Berlusconi.:-)
Per quel poco che ne capisco di Diritto, direi: magistrale. Diversamente uomini e diversamente donne: questi sono gl' "individui" del futuro. Quanto alla magistratura, e' dal 64 che fa questi giochetti: ci si poteva svegliare prima e capire che se un orgnaismo non democraticamente eletto, decide in vece del Parlamento la democrazia non c'e' piu'.
P.S.
mettiamo fuori legge tutte le "parolacce". Fuori legge e fuori dal dizionario, che ce n'e' troppe, cosi' diventiamo tutti piu' buoni e facciamo comandare quegli esseri superiori che ragionano con l'altra meta' del cervello e copulano democraticamente indipendentemente dagli obsoleti pene e vagina. Magari mettiamo fuori legge anche pene e vagina... anzi tagliamo i primi e sigilliamo le seconde.
Questa gente fara' una brutta, anzi, bruttissima fine, come merita, del resto.
Fra poco essere normali sarà reato.
Perla, le parole volgari sono e restano volgari, ma non possono essere un reato soprattutto se definiscono uno status reale ;-)
Ma hai colto perfettamente il senso del mio post che, oltre a stigmatizzare questa esaltazione di una condizione anomala, denunciava la tracimazione dei magistrati dal loro ruolo, unico, di colo che la legge devono applicare e non formulare.
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