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13 settembre 2007

Il Belgio si spacca?Considerazioni sull'europa

Il Belgio è in questi giorni sulle prime pagine dei giornali.
Dopo l’inquafilicabile comportamento dhimmi del sindaco socialista di Bruxelles che ha vietato una pacifica dimostrazione di chi si oppone alla islamizzazione dell’europa e ha addirittura sollecitato l’intervento violento della polizia belga, ecco la notizia riportata oggi sul “pericolo” secessione tra Vallonia e Fiandre.
Dopo il 1993, quando, pacificamente, la Cecoslovacchia diede vita a due stati sovrani, la repubblica Ceca e quella Slovacca, ecco in un altro stato, che evidentemente nazione non è, emergere la possibilità di una pacifica separazione, prima, magari, che quell’aggettivo, pacifica, debba essere cancellato dalle divergenze.
Il Belgio andò alle urne nel giugno scorso, ma ancora non ha un governo (meglio comunque nessun governo che quello che abbiamo in Italia …).
Fiamminghi e Valloni si guardano in cagnesco e ognuno reclama la sua fetta di potere.
Questa vicenda riporta al centro dell’attenzione il concetto di europa che i burocrati alla Prodi e Ciampi hanno cercato di imporre, creando una nuova unione sovietica (di cui il sindaco di Bruxelles rappresenta un “mazziere”).
Se poi vi aggiungiamo i sonori fischi all’indirizzo dei francesi a San Siro sabato scorso, il gelo tra Sarkozy e la Merkel, lo splendido (e beato …) isolamento della Gran Bretagna, la deriva laicista della Spagna ma, anche, il ripristino della Messa in Latino da parte del Pontefice (domani entrerà in vigore il motu proprio ed è una splendida occasione per gli agnostici come me per cercare un riavvicinamento alla Chiesa, confidando anche - lo sottolineo così evito che qualcuno guardi il dito che indica la Luna - nell’effetto evocativo di una liturgia al tempo stesso antica e moderna) e l’aggressione della commissione europea contro le presunte agevolazioni fiscali della Chiesa, allora ne deduciamo che l’europa non esiste se non come espressione geografica.
Allora che riprendano corpo i nazionalismi se questi sono in grado di far riscoprire quelle radici ora sepolte sotto una coltre di buonismo e di politicamente corretto.
Riprendano corpo le sfide, pacifiche, per la supremazia, liberando le energie delle nazioni senza che siano imbrigliate e soffocate dal dirigismo di stampo comunista e dal fideismo laicista.
La Cecoslovacchia e ora, forse, il Belgio ci indicano una strada che, legittimando il diritto di secessione e di separazione, potrà imprimere al futuro di un continente vecchio per definizione e decrepito nello spirito, nuovi stimoli, nuove prospettive … un nuovo inizio.

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7 commenti:

Abr ha detto...

Complimenti per il post veramente coraggioso su argomento tabù a destra e a manca.
Condivido tutto, pure la suggestione del latino ... chissà ...
ciao, Abr

Massimo ha detto...

Grazie, Abr. Oltre alla mia personale sfiducia nell'europa dei Prodi e dei Ciampi, fatta di direttive burocratiche e asfissianti, c'è la necessità, che vediamo ogni giorno, di novità (e anche di provocazioni come quella di Calderoli) "forti" per svegliare delle coscienze assopite.

Anonimo ha detto...

Mi sono perso i fischi ai francesi. Una festa...

Tutto questo Miglio lo aveva previsto da tempo, e la sua morte prematura ci ha privato di un sommo ideologo dell'Europa delle Piccole Patrie.

Saluti dalla lounge della British Airways: ci sentiamo tra poco in privato....


Stars/Vandea

Anonimo ha detto...

ciao, innanzitutto complimenti per il post: un'analisi precisa e ben scritta (che non fa mai male).

Poi volevo lanciare una provocazione (che vuole essere solo uno spunto per ampliare la discussione e non una provocazione in senso stretto alla tua persona) da sostenitore del diritto alla secessione ed all'autogoverno in ogni dove.

A questo punto dovresti essere favorevole ad una secessione del Nord Est dal resto della nazione italica. Il Nord Est, a causa dell'annessione militare fatta dal Regno Piemontese ha subito 150 anni di depredazione di risorse: non a caso il Veneto è la regione settentrionale che ha subito un'emigrazione verso l'estero -dopo l'annessione manu militari- pari quasi ai livelli del sud Italia.

Non pensi che finalmente la gente della Serenissima avrebbe il diritto all'autodeterminazione e a non subire leggi e dirottamenti di risorse verso Roma? Anche l'Italia è una mera espressione geografica, in fondo...

(specifico che ho sangue meridionale nelle vene al 75% e non sono residente nè domiciliato nel Triveneto, in modo da non passare per leghista tout-court...)

ciao, a presto!!

Massimo ha detto...

Bentornando, Stars :-)

Coast2coast. Io ho sangue veneto (nel senso che io sono nato a Bologna, mio padre a Vicenza) ed ho quindi un particolare affetto e interesse per quella che ritengo la terra dei miei Avi.
Ciononostante non sono convinto che quella possa essere la soluzione, come non credo lo sia la Padania, se non in un quadro di migrazioni che renda possibile la divisione dell'Italia tra Destra e sinistra. In sostanza. Inutile che il Veneto ripristini la Serenissima se deve tenersi in casa centri sociali, comunisti, cattocomunisti, drogati, immigrati, magari i gabellieri di Visco etc.
Ormai siamo divisi sui fondamentali e lo siamo in base ai Valori e alle Idee, non alla collocazione geografica.

Anonimo ha detto...

penso che questa migrazione sarebbe possibile (teoricamente) appunto con una secessione che dia un'autonomia legislativa. Un sistema che premi chi lavora ed un codice penale, di procedura penale e dell'esecuzione penale che puniscano realmente i criminali farebbero restare in un'ipotetica Repubblica Veneta immigrati che hanno voglia di lavorare e fare andare via (nella vicina Italia, dove vivacchiare a spese degli onesti è più facile) tutti gli altri soggetti che hai indicato -io ci metterei anche i sindacalisti nostrani, oltre a socialisti, tossici, immigrati, etc-.

Se un individuo per un'occupazione abusiva di suolo pubblico o privato rischiasse 5 anni di galera 5 (nel senso che un ragazzotto fglio di papà del centro sociale occupato arrestato oggi uscirebbe nel 2012 senza se e senza ma) ci penserebbe due volte sicuramente. L'impunità italica tanto diffusa fa sì che non aumentino solo i reati (che non spariranno mai del tutto, perché la criminalità è fisiologica e può solo essere contenuta) ma anche i comportamenti incivili e dannosi verso la collettività e la proprietà privata altrui.

Ho allungato un attimo il discorso molto molto teorico che avevo iniziato, ma la tua frase della divisione sui fondamentali mi riporta su di un piano concreto, ed effettivamete coglie anche fin troppo bene l'essenza della situazione di oggi.

Concordo, è inutile porsi problemi di natura geografica. Bisogna chiedersi chi è occidentale e chi no. E buona parte del nostro continente non lo è...

L'anno scorso il ministro della giustizia olandese disse con tutta tranquillità che la Sharia avrebbe potuto diventare legge dello stato se una maggioranza musulmana in Parlamento avesse votato per una modifica costituzionale in tal senso. Bruxelles non ricorda l'11 settembre per non offendere la "sensibilità" islamica. Il fronte occidentale arretra ogni giorno di più...

Massimo ha detto...

Il problema, grosso, è come unirsi con chi, occidentale, resterebbe al di fuori di quei confini ipotetici. Complessivamente condivido il tuo ragionamento.