La Corte di Cassazione ha sentenziato: occupare una casa non è reato se si è in stato di necessità.
Se volessi commentare la sentenza dovrei approfondire il caso specifico e ricordare che in Italia non vige lo stare decisis anglosassone, per cui domani potremmo trovarci a commentare una sentenza che punisce rigorosamente chi avesse occupato abusivamente una casa, perché ogni giudice “interpreta” la legge (anche se, a mio parere, la legge andrebbe applicata e non interpretata e se vi sono magistrati che la interpretano o sono sbagliati loro o è sbagliata la legge).
Ma non voglio commentare la sentenza, ne prendo spunto per collegarla ad un’altra situazione che ha trovato ampia eco sui media: la protesta fiscale.
Casa e tasse.
Se la casa è un diritto, se lo stato di necessità giustifica l’occupazione di un appartamento (purchè sia vuoto e di edilizia popolare, cioè destinato alla fascia più debole della società) e se chi agisce per far valere un proprio diritto – negatogli dalle istituzioni preposte – viene legittimato dalla magistratura, perché altrettanto non dovrebbe accadere per chi, operando sul suo proprio denaro, legittimamente guadagnato, si riduce le tasse che paga allo stato ?
Soprattutto considerando che, in cambio, lo stato non fornisce quei servizi adeguati ai costi che sosteniamo per mantenerlo.
Caso di cui sono venuto a conoscenza oggi: dall’1 ottobre la sanità ha un giro di vite nelle prestazioni.
Se si supera un determinato budget di spesa, il cittadino che dovesse (obbligo, anche la saluto è un diritto fondamentale, o non più ?) farsi operare deve pagare di tasca propria o mettersi in una lunga lista di attesa che, adesso, rischia di diventare ancora più lunga.
La domanda è: la sinistra ha aumentato le tasse, anche quelle relative ai contributi e riduce le prestazioni ?
Ma perché dobbiamo ridurre la nostra capacità economica, quando poi dobbiamo pagarci tutto ?
Ecco che la Corte di Cassazione, con la sentenza de quo, ha aperto una interessante via italiana alla giustizia, anzi alla giustizia fai da te.
Se è legittimo occupare una casa, perché è un diritto e le istituzioni non provvedono, deve essere altrettanto legittimo autoridursi le tasse per compensare i maggiori costi derivanti dalla inefficienza dei servizi pubblici.
Chi semina vento …
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Se volessi commentare la sentenza dovrei approfondire il caso specifico e ricordare che in Italia non vige lo stare decisis anglosassone, per cui domani potremmo trovarci a commentare una sentenza che punisce rigorosamente chi avesse occupato abusivamente una casa, perché ogni giudice “interpreta” la legge (anche se, a mio parere, la legge andrebbe applicata e non interpretata e se vi sono magistrati che la interpretano o sono sbagliati loro o è sbagliata la legge).
Ma non voglio commentare la sentenza, ne prendo spunto per collegarla ad un’altra situazione che ha trovato ampia eco sui media: la protesta fiscale.
Casa e tasse.
Se la casa è un diritto, se lo stato di necessità giustifica l’occupazione di un appartamento (purchè sia vuoto e di edilizia popolare, cioè destinato alla fascia più debole della società) e se chi agisce per far valere un proprio diritto – negatogli dalle istituzioni preposte – viene legittimato dalla magistratura, perché altrettanto non dovrebbe accadere per chi, operando sul suo proprio denaro, legittimamente guadagnato, si riduce le tasse che paga allo stato ?
Soprattutto considerando che, in cambio, lo stato non fornisce quei servizi adeguati ai costi che sosteniamo per mantenerlo.
Caso di cui sono venuto a conoscenza oggi: dall’1 ottobre la sanità ha un giro di vite nelle prestazioni.
Se si supera un determinato budget di spesa, il cittadino che dovesse (obbligo, anche la saluto è un diritto fondamentale, o non più ?) farsi operare deve pagare di tasca propria o mettersi in una lunga lista di attesa che, adesso, rischia di diventare ancora più lunga.
La domanda è: la sinistra ha aumentato le tasse, anche quelle relative ai contributi e riduce le prestazioni ?
Ma perché dobbiamo ridurre la nostra capacità economica, quando poi dobbiamo pagarci tutto ?
Ecco che la Corte di Cassazione, con la sentenza de quo, ha aperto una interessante via italiana alla giustizia, anzi alla giustizia fai da te.
Se è legittimo occupare una casa, perché è un diritto e le istituzioni non provvedono, deve essere altrettanto legittimo autoridursi le tasse per compensare i maggiori costi derivanti dalla inefficienza dei servizi pubblici.
Chi semina vento …
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6 commenti:
Quando sento parlare di "la casa è un DIRITTO", oppure "DIRITTO al lavoro", sento puzza di Triplice, anni '70 e pure Brigate Rosse...
Nè il lavoro, nè tanto meno la casa sono dei diritti: ognuno deve sbattersi per arrivare ad avere qualcosa, a sviluppare i Talenti avuti in Dono.
Diverso è il caso del Mutuo Sociale, che deve essere incentivato, magari attingendo anche dalle troppe Fondazioni bancarie.
Tra mandare aiuti in Afghanistan e contribuire ad una casa per una coppia di Italiani, meglio se sposati in Chiesa, so cosa scegliere.
La Casa deve essere un punto d'arrivo, non un diritto sanzionato da un giudice.
Magari comunista...
Dimenticavo, sui DIRITTI.
Avendo un cittadino un forte sospetto di brogli elettorali per il 2006, cosa fa si barrica per controllare le schede nelle sedi opportune ?
Concordo con starsandbars anche se ho votato Prodi.
Un'ennesima palese dimostrazione della via giudiziaria al socialismo. Se ce ne fosse ancora bisogno. Ora sappiamo che nessun cambiamento sarà possibile nel nostro paese se prima non si fanno i conti con l'inGiustizia socialista e la loro casta togata di intoccabili.
MIRACOLO MIRACOLO !
Finalmente uno che ammette di aver votato Prodi !
Su quella sentenza ti dirò di più. Parlandone proprio oggi con mia moglie (la vox popolo degli altri commenti, quella che dice di non saper niente di politica; io soltanto un pò più di lei), a commento della notizia ha detto: "ma allora qui si torna al Far West, dove ognuno si fa la legge da se, ci si fa giustizia da sè e si torna a sparare!".
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