Le squadre che parteciperanno al campionato, in due sole giornate, del 13 e 14 aprile prossimi stanno scaldando le panchine e acquistando gli ultimi pezzi sul mercato.
Silvio Berlusconi, dopo 14 anni in cui il suo essere “distinto e distante” dalla sinistra sembrava a prova di bomba, pare essere stato contagiato dalla malattia che, dalla sua prima vittima accertata, chiameremo “finite”, al momento allo stato acuto.
A Matrix ripropone (non si sa bene se come promessa o minaccia) le “larghe intese” con i comunisti se non dovesse ottenere una vittoria schiacciante, quella stessa vittoria cui ha rinunciato escludendo i simboli de La Destra e dell’Udc.
Il giorno dopo, viste le fredde reazioni di alcuni della sua stessa coalizione (grazie alla Lega) e il rimpallo subito da Veltroni, cambia versione ed esclude nuovamente le larghe intese, perché i sondaggi gli danno da 10 a 12 punti di vantaggio e “non ce ne sarà bisogno”.
Sta tutto in quel “non ce ne sarà bisogno” la conferma della mia scelta a favore della Destra/Fiamma Tricolore.
Di larghe intese non ci può mai essere bisogno, né con una vittoria con largo margine, né con piccolo margine vincente o perdente che sia.
La finite acuta di cui è preda Berlusconi (ma, si sa, andando con lo zoppo si impara a zoppicare) ci riserverà sicuramente altre sorprese.
Soprese che non devono piacere a chi ancora crede in An, visto che il Leader del PdL, in cui An si è liquefatta, continua ad affermare che la sua creatura è rigorosamente di centro, dando il benservito ad ogni aspirazione per chi ancora è di Destra a quelle latitudini.
Mentre nessuna sorpresa ci riserva la sinistra, dove troviamo il vuoto assoluto, condito da tante belle parole che però non riempiono la pancia e neppure i portafogli degli italiani, anzi li svuotano, come hanno dimostrato i due disastrosi anni con la sinistra al governo e Prodi presidente di un governo in cui il 70% dei suoi componenti ora recita “il nuovo testamento secondo Veltroni” nel pci/pds/ds/pd (con quale credibilità, poi …).
E’ incredibile come la casta di burocrati e funzionari di partito non sia in grado a sinistra di proporre altro che il rimasticamento di vecchi slogan sul precariato, del talebanismo laicista o delle ricette del Centro Destra.
Ma è ancora più incredibile che vi sia un 45% di italiani che si esprimano a favore delle formazioni di sinistra !
Infine La Destra/Fiamma Tricolore.
Facendo uno strappo, per l’occasione, alle mie abitudini, oggi ho guardato la trasmissione elettorale dell’Annunziata, ospite Daniela Santanchè, candidato Premier de La Destra/Fiamma Tricolore.
Nonostante l’aggressività dell’intervistatrice, che sembra non capisca le risposte che le vengono fornite, anche quando sono espresse in un italiano chiaro e concreto, la Santanchè ha ribadito la posizione della Destra, la caratterizzazione del partito, dei suoi ideali e dei suoi valori.
Ha superato la prova di mezz’ora di intervista incalzante sotto ogni aspetto e, soprattutto, mi è piaciuta in due passaggi.
Quando ha difeso Berlusconi, come perseguitato da alcune procure ideologizzate (e, quindi, con il corollario sulla riforma della giustizia che condivido in pieno) e quando ha risposto elegantemente, ma con determinazione alla, banale e scontata, domanda finale sulle leggi razziali e il Fascismo.
No alle leggi razziali, ma il Fascismo non fu il “male assoluto”.
La chiarezza – e anche un malizioso accenno all’esperienza dell’Annunziata da presidente della rai – ha costretto l’intervistatrice ad una frettolosa ritirata dall’argomento.
Ecco, quella rappresentata dalla Santanchè oggi è la Destra della coerenza, del carattere, della chiarezza.
Magari sin troppo.
Personalmente avrei preferito che fosse più possibilista (“la politica è l’arte del possibile”) per un ritorno al Centro Destra come lo abbiamo conosciuto negli anni scorsi, con la pari dignità che si fonda sulla riconoscibilità dei simboli, magari proprio cominciando con le elezioni in Sicilia, dove il primo imperativo è sbarrare la strada ad una vittoria della sinistra.
Certo, anche a me sarebbe piaciuto che Miccichè portasse fino in fondo la sua battaglia e si unisse a Musumeci, ma forse sarebbe stato un assist alla sinistra che in Sicilia torna unita (alla faccia dei proclami di Veltroni, visto che l’estrema sinistra, a Roma o a Palermo, sarebbe sempre di intralcio, tanto che è evidente che la mossa del “io corro da solo”, ma anche con Di Pietro, la Bonino … risulta sempre più mera apparenza, senza sostanza).
Infine una considerazione.
Ieri Libero ha pubblicato il programma del PdL e una sintesi di quello de La Destra/Fiamma Tricolore, corredato da un bell’articolo di Daniela Santanchè.
Uno sforzo intelligente e meritorio tendente alla par condicio.
Leggendo ho pensato che il PdL, di centro, moderato e liberale, è sbilanciato senza Destra.
E’ sbilanciato perché pone al centro del suo programma l’economia, non la persona.
E’ sbilanciato perché sembra un freddo elenco di interventi da amministratore, senza anima, senza un progetto ideale e di valori cui tendere per la continua trasformazione e rigenerazione della nostra società.
Credo che gli interventi in economia siano come, per un sindaco, la copertura delle buche nelle strade cittadine: condivisi da tutti.
E in una economia globalizzata, non ci possono essere ricette diverse da quelle che il Pdl propone e che il pci/pds/ds/pd copia.
Quel che fa la differenza è dove questi interventi devono portare.
Le priorità fondate sull’interesse e la sovranità nazionale e sul primato della persona.
Quale società vogliamo aiutare a crescere.
Quali Valori, quali Ideali stanno alla base delle scelte e dell’indirizzo che un governo andrà a dare.
Questa parte non c’è, non ci può essere perché il liberismo, come il marxismo, sostiene il primato dell’economia sulla politica, quindi della ragioneria sulla persona.
Per questo, forse, Berlusconi parla di larghe intese, perché sull’aridità delle cifre, su una ragioneria da burocrati dei numeri, è in sintonia con una sinistra che, peraltro, aggiunge dalle sue componenti ideologizzate anche ideologismi ottocenteschi, ma pur sempre “forti”, uniti ad un laicismo distruttivo dell’etica e, in quanto tale, profondamente contrario alla persona, alla sua dignità, alla sua vita.
Ma è proprio per questo che il PdL, pachiderma elettorale senz’anima, ha bisogno della Destra come contrappeso, per anteporre i valori dell’Uomo a quelli dei numeri e far sì che questi siano in funzione alla crescita ed al benessere delle persone.
Per questo c’è La Destra/Fiamma Tricolore, il voto utile, perché è il voto del cuore .
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Silvio Berlusconi, dopo 14 anni in cui il suo essere “distinto e distante” dalla sinistra sembrava a prova di bomba, pare essere stato contagiato dalla malattia che, dalla sua prima vittima accertata, chiameremo “finite”, al momento allo stato acuto.
A Matrix ripropone (non si sa bene se come promessa o minaccia) le “larghe intese” con i comunisti se non dovesse ottenere una vittoria schiacciante, quella stessa vittoria cui ha rinunciato escludendo i simboli de La Destra e dell’Udc.
Il giorno dopo, viste le fredde reazioni di alcuni della sua stessa coalizione (grazie alla Lega) e il rimpallo subito da Veltroni, cambia versione ed esclude nuovamente le larghe intese, perché i sondaggi gli danno da 10 a 12 punti di vantaggio e “non ce ne sarà bisogno”.
Sta tutto in quel “non ce ne sarà bisogno” la conferma della mia scelta a favore della Destra/Fiamma Tricolore.
Di larghe intese non ci può mai essere bisogno, né con una vittoria con largo margine, né con piccolo margine vincente o perdente che sia.
La finite acuta di cui è preda Berlusconi (ma, si sa, andando con lo zoppo si impara a zoppicare) ci riserverà sicuramente altre sorprese.
Soprese che non devono piacere a chi ancora crede in An, visto che il Leader del PdL, in cui An si è liquefatta, continua ad affermare che la sua creatura è rigorosamente di centro, dando il benservito ad ogni aspirazione per chi ancora è di Destra a quelle latitudini.
Mentre nessuna sorpresa ci riserva la sinistra, dove troviamo il vuoto assoluto, condito da tante belle parole che però non riempiono la pancia e neppure i portafogli degli italiani, anzi li svuotano, come hanno dimostrato i due disastrosi anni con la sinistra al governo e Prodi presidente di un governo in cui il 70% dei suoi componenti ora recita “il nuovo testamento secondo Veltroni” nel pci/pds/ds/pd (con quale credibilità, poi …).
E’ incredibile come la casta di burocrati e funzionari di partito non sia in grado a sinistra di proporre altro che il rimasticamento di vecchi slogan sul precariato, del talebanismo laicista o delle ricette del Centro Destra.
Ma è ancora più incredibile che vi sia un 45% di italiani che si esprimano a favore delle formazioni di sinistra !
Infine La Destra/Fiamma Tricolore.
Facendo uno strappo, per l’occasione, alle mie abitudini, oggi ho guardato la trasmissione elettorale dell’Annunziata, ospite Daniela Santanchè, candidato Premier de La Destra/Fiamma Tricolore.
Nonostante l’aggressività dell’intervistatrice, che sembra non capisca le risposte che le vengono fornite, anche quando sono espresse in un italiano chiaro e concreto, la Santanchè ha ribadito la posizione della Destra, la caratterizzazione del partito, dei suoi ideali e dei suoi valori.
Ha superato la prova di mezz’ora di intervista incalzante sotto ogni aspetto e, soprattutto, mi è piaciuta in due passaggi.
Quando ha difeso Berlusconi, come perseguitato da alcune procure ideologizzate (e, quindi, con il corollario sulla riforma della giustizia che condivido in pieno) e quando ha risposto elegantemente, ma con determinazione alla, banale e scontata, domanda finale sulle leggi razziali e il Fascismo.
No alle leggi razziali, ma il Fascismo non fu il “male assoluto”.
La chiarezza – e anche un malizioso accenno all’esperienza dell’Annunziata da presidente della rai – ha costretto l’intervistatrice ad una frettolosa ritirata dall’argomento.
Ecco, quella rappresentata dalla Santanchè oggi è la Destra della coerenza, del carattere, della chiarezza.
Magari sin troppo.
Personalmente avrei preferito che fosse più possibilista (“la politica è l’arte del possibile”) per un ritorno al Centro Destra come lo abbiamo conosciuto negli anni scorsi, con la pari dignità che si fonda sulla riconoscibilità dei simboli, magari proprio cominciando con le elezioni in Sicilia, dove il primo imperativo è sbarrare la strada ad una vittoria della sinistra.
Certo, anche a me sarebbe piaciuto che Miccichè portasse fino in fondo la sua battaglia e si unisse a Musumeci, ma forse sarebbe stato un assist alla sinistra che in Sicilia torna unita (alla faccia dei proclami di Veltroni, visto che l’estrema sinistra, a Roma o a Palermo, sarebbe sempre di intralcio, tanto che è evidente che la mossa del “io corro da solo”, ma anche con Di Pietro, la Bonino … risulta sempre più mera apparenza, senza sostanza).
Infine una considerazione.
Ieri Libero ha pubblicato il programma del PdL e una sintesi di quello de La Destra/Fiamma Tricolore, corredato da un bell’articolo di Daniela Santanchè.
Uno sforzo intelligente e meritorio tendente alla par condicio.
Leggendo ho pensato che il PdL, di centro, moderato e liberale, è sbilanciato senza Destra.
E’ sbilanciato perché pone al centro del suo programma l’economia, non la persona.
E’ sbilanciato perché sembra un freddo elenco di interventi da amministratore, senza anima, senza un progetto ideale e di valori cui tendere per la continua trasformazione e rigenerazione della nostra società.
Credo che gli interventi in economia siano come, per un sindaco, la copertura delle buche nelle strade cittadine: condivisi da tutti.
E in una economia globalizzata, non ci possono essere ricette diverse da quelle che il Pdl propone e che il pci/pds/ds/pd copia.
Quel che fa la differenza è dove questi interventi devono portare.
Le priorità fondate sull’interesse e la sovranità nazionale e sul primato della persona.
Quale società vogliamo aiutare a crescere.
Quali Valori, quali Ideali stanno alla base delle scelte e dell’indirizzo che un governo andrà a dare.
Questa parte non c’è, non ci può essere perché il liberismo, come il marxismo, sostiene il primato dell’economia sulla politica, quindi della ragioneria sulla persona.
Per questo, forse, Berlusconi parla di larghe intese, perché sull’aridità delle cifre, su una ragioneria da burocrati dei numeri, è in sintonia con una sinistra che, peraltro, aggiunge dalle sue componenti ideologizzate anche ideologismi ottocenteschi, ma pur sempre “forti”, uniti ad un laicismo distruttivo dell’etica e, in quanto tale, profondamente contrario alla persona, alla sua dignità, alla sua vita.
Ma è proprio per questo che il PdL, pachiderma elettorale senz’anima, ha bisogno della Destra come contrappeso, per anteporre i valori dell’Uomo a quelli dei numeri e far sì che questi siano in funzione alla crescita ed al benessere delle persone.
Per questo c’è La Destra/Fiamma Tricolore, il voto utile, perché è il voto del cuore .
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9 commenti:
Condivido tutto quello che hai scritto, in pieno. E ti faccio i miei complimenti perchè oltre al cuore ci metti l'anima. La penso esattamente come te. ma finora, al di là di tutte le parole e le gaffe di Berlusconi, guardando solo ai fatti lui è l'unico che si è posto come ostacolo tra la società italiana e la sinistra. E lo fa da 15 anni. E' anche l'unico che ha sdoganato la Destra. Gli altri fino a questo momento hanno fatto ben poco. Chi come Storace perchè come partito è una costola appena nata, chi come la Santanchè trovo abbstanza improvvisata nel nuovo ruolo. In questo momento abbiamo bisogno di concretezza. Poi anch'io non ho sposato Berlusconi, ma prima di lasciarlo devo conoscere qualcuno che mi convinca di più. Può darsi Storace o Bossi e Maroni, nel futuro.
Ciao :)
Grazie, Ineff:-)
E' quel "finora" che condivido e che mi fa paura per le esternazioni arrendevoli alla sinistra come mai aveva fatto ... finora.
Non vorrei che si votasse veramente per una nuova dc e poi quegli stessi che abbiamo votato si giocassero il nostro voto su un tavolo, come piace dire loro, "bipartisan".
Per questo metto il mio voto in cassaforte, o in frigorifero.
La Santanchè credo ti sorprenderà, positivamente.
Se l'hai vista oggi dalla Annunziata è stata veramente all'altezza del ruolo ed esprimendo concetti condivisibili con grande chiarezza, senza mandarla a dire ... :-)
Concordo con il commento delle Barricate. E' un post che mi sento di sottoscrivere in pieno. La scelta del voto, poi, diventa più difficile se si fanno conti e ci si basa su delle speranze. Dobbiamo avere ben chiara la consapevolezza che ogni accordo con la sinistra significa una concessione a chi ci ha tartassato per due anni, a chi vuole disfare la famiglia, a chi ritiene l'aborto un diritto e una conquista.
La cosa migliore è votare in base al proprio sentimento, senza calcoli.
La Santanchè è stata grande.
Mi spiace per la Sicilia ma non potevamo permetterci di rompere con lombardo e udc che, sommati, valgono il 25%
condivido con blacknights, la santanché sta davvero dimostrando di essere all'altezza di guidare la destra italiana.
una destra senza complessi e ricca di valori.
Invece io ovviamente non concordo. Perché al centro della politica c'è l'economia.
L'homo agens, agisce per modificare la sua posizione da una posizione che reputa meno buona ad una più buona. Lo fa sfruttando risorse che non sono infinite e che dunque vanno economizzate (Mises - L'azione umana).
Come ho già avuto modo di dirti, la libertà economica è la base delle altre. Non esiste alcuna libertà se non sei libero economicamente. Porre l'accento su una politica "dell'uomo" è tornare al sinistro discorso che mentre ti concede fantomatici diritti strani, ti fotte l'unica vera libertà. I soldi.
L'etica, la morale, il pensiero non sono cose che attengono allo stato, ma all'individuo. Lo stato deve solo pensare ad economizzare risorse. Cosa che invece non fa. Trovo perciò saggissimo impostare la campagna sul tema economico.
Le famiglie non arrivano alla fine del mese per problemi economici. Non perché lo stato non ha concesso abbastanza all'"uomo".
Vedi, Liberty, a parte il fatto che conosciamo reciprocamente le nostre posizioni in merito, è proprio questo che spande odor di larghe intese. Perchè fondando una azione di governo esclusivamente sulla economia, lo stato che ne esce è arido e gretto, ragioneristico, esattamente come uno stato marxista. Ciò che differenzia uno stato civile, da un pachidermico condominio è esattamente quello che differenza l'Uomo dalle bestie: l'anima.
Uno stato fondato sull'economia è uno stato senza anima, senza futuro, senza progetti, senza prospettive, senza valori che diano senso di appartenza ai suoi cittadini e ne stimolino la vivacità.
No Massimo, intanto uno stato marxista è tutto fuorché uno stato basato sulla economia. E' casomai basato sulle favole. Uno stato basato sull'economia è uno stato Capitalista, uno stato di Libero Mercato.
Tu parli di anima, di valori. Cose molto belle, ma dimentichi che i valori sono soggettivi. Ed essendo soggettivi, uno stato che si basa sui "valori" è in primo luogo arbitrario, perché farà rispettare i valori dei politici a comando costringendo altre persone a non rispettare i propri. E non sto ovviamente parlando di burka o velo islamico. Sto esattamente parlando delle cose che ci differenziano nel nostro modo di vedere le cose. Ebbene, io vorrei che in un futuro stato, da me governato, tu continuassi a vivere con i tuoi valori e con le tue idee. E ovviamente io vorrei continuare a vivere secondo le mie idee e i miei valori.
In uno stato etico, che è quello che mi pare tu stia prefigurando, esiste lo Stato che definisce i valori da rispettare e gli altri che si adeguano. Ebbene. A me non piace. A me piace vivere secondo i miei valori e trovare intorno a me persone con valori differenti, senza che nessuno però possa usare la forza per cercare di cambiare i valori dell'altro.
Banalissimo esempio. Una persona che trova normale e/o etico passare il tempo in un centro sociale a sbevazzare e grattarsi la pancia, perché secondo lui l'obbiettivo unico della vita è divertirsi e lui così si diverte, ha tutto il mio appoggio. Non lo condivido. Io non mi comporterei così. Ma fintanto che non pretende i miei soldi (o la mia casa, la mia auto le mie proprietà) per fare quella vita, la trovo lecita e morale secondo la sua morale.
Uno Stato che si arrogasse il diritto di chiudere quei posti perché "immorali" mi fa rabbrividire....
Io invece credo che chi consuma senza portare alcun contributo alal società non abbia diritto di gravare sulla società, di creare dei luoghi franchi, dove magari trovare riparo dopo aver rubato o peggio. Perchè in qualche modo dovranno pur vivere: o lavorando o rubando ... ecco che i Valori hanno un ruolo fondamentale nello stato e nella vita civile. :-)
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