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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

03 febbraio 2008

Ultimo treno per il futuro

Le imminenti elezioni politiche sono l’ultimo treno per il futuro che l’Italia possa prendere.
Le sclerosi che il nostro sistema politico, economico e sociale ha manifestato, evidenziatesi nel quinquennio di Governo Berlusconi con una strenua resistenza al cambiamento e nel biennio di regressione prodiana con il ritorno in auge di consorterie e clientele varie, rappresentano il cancro che compromette la salute ed il futuro della nostra Patria e di tutti noi.
La sinistra italiana, che non ha saputo rinnovarsi, ma solo unire ai suoi estremismi ideologici (statalismo, ecoambientalismo, socialismo, elevazione a diritto di ogni capriccio e vizio particolare, soffocamento della libertà individuale sacrificata al moloch stato) le peggiori usanze del sistema di potere democristiano (clientele, spartizioni delle nomine, uso degli enti pubblici come la rai per fini di privata propaganda) di cui ha assorbito la parte peggiore, quella di sinistra, da sempre aliena da ogni visione o progetto innovativo.
Il fallimento della sinistra di governo non deriva dalla esiguità di una vittoria che personalmente continuo a ritenere scippata al Centro Destra durante la notte degli scrutini , ma è esclusivamente ed interamente attribuibile alla incapacità di progettare un futuro integrato nel mondo globale e proiettato verso il benessere e la sicurezza per tutti.
Anzi, l’esiguità del margine ci ha consentito di porre fine anticipatamente ad una legislatura che avrebbe servito meglio gli interessi nazionali se, con Berlusconi al comando, avesse completato le Riforme impostate nel quinquennio 2001-2006 e ci consegna una opportunità di cambiamento, riprendendo il filo di un discorso interrotto il 10 aprile 2006.
Se, come spero, l’esplorazione di Marini si rivelerà infruttuosa, allora noi Italiani, riprendendo in mano il pallino della Sovranità da esercitare con il voto, avremo la possibilità di far ripartire la nave Italia verso l’oceano aperto, attrezzandoci per tale navigazione, o scegliere di restare sotto costa, finchè un colpo di vento un po’ più forte del solito, ci farà rovinosamente sfasciare contro qualche scoglio e “a ritroso degli anni e dei fati” riportarci “ai prischi dolor”.
Ogni cambiamento, ogni innovazione, non è priva di sofferenze e di contrasti, ma quel che è importante è che non si ricerchino soluzioni di compromesso, edulcorando riforme necessarie, solo per accontentare questa o quella esigenza, spesso di carattere clientelare.
Si prenda un indirizzo e lo si persegua con determinazione, legittimando chi non lo condivide a opporvisi, ma non a cercare soluzioni di compromessi.
La prossima legislatura, che dovrebbe essere eletta con l’attuale sistema elettorale, ha la opportunità di essere una legislatura di rifondazione e costituente, che abbandoni la schiavitù di una carta costituzionale redatta all’indomani di una sconfitta bellica, in un mondo che non esiste più.
La prossima legislatura, eletta con l’attuale legge elettorale, consentirà una rappresentanza ad ogni corrente ideologica presente in Italia e questo permetterà di realizzare la nuova costituzione con la partecipazione di tutti, ma con un voto a maggioranza, una maggioranza che potrà costituirsi in parlamento e che potrà tranquillamente essere diversa da quella che, nel frattempo, dovrà governarci, impostando le riforme necessarie a competere con le altri grandi nazioni del mondo che sono quelle a cui dobbiamo guardare e con cui dobbiamo confrontarci.
Le elezioni anticipate rappresentano l’ultimo treno che possiamo prendere per recuperare il terreno perduto in questi due anni e riagganciare il convoglio di testa del mondo.
Votare e votare per il Centro Destra significa saltare su quel treno guardando al futuro, con un progetto di ampio respiro.
Votare a sinistra, votare per chi ci ha depresso in soli due anni, per chi ha fatto deflagrare tutti i problemi senza risolverne uno, votare per chi ha aumentato di due punti la pressione fiscale riducendo le nostre buste paga, significherebbe gettare al vento la grande opportunità che lo scioglimento anticipato della legislatura, che arriva come una manna dal cielo e magari proprio come un segno di benevolenza degli dei, fornisce, soprattutto a chi nel 2006 votò in buona fede, pur essendone stato avvisato, contro il proprio interesse, la possibilità per rimediare all’errore compiuto e per redimersi diventando parte attiva della rinascita italiana.

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