In un clima che olezza di larghe intese, il tema della sicurezza è stato marginalizzato.
Non poteva essere altrimenti, visto che è uno dei tanti argomenti "tabù" per Veltroni che nella sua Roma non ha certo brillato per anteporre la sicurezza dei cittadini alle amenità cinematografiche di cui si è fatto promotore.
Nella "Roma Veltrona" l'apparenza ha schiacciato la sostanza, quindi il tema non è gradito nel duetto che il leader del pci/pds/ds/pd ha iniziato con il PdL.
Magari è lasciato alla Lega il compito di intercettare la "pancia" profonda degli elettori di Centro Destra sul tema sicurezza (e su quello delle moschee) ed evitare che l'unico partito le cui parole sono musica per le orecchie degli italiani sia la Destra/Fiamma Tricolore.
Ieri, infatti, nonostante le futili e vacue domande della Annunziata, il candidato Premier della Destra/Fiamma Tricolore, Daniela Santanchè, è riuscito a far filtrare il messaggio che un voto dato alla Destra/Fiamma Tricolore è un voto per la sicurezza dei cittadini.
Per combattere la malavita, per l'espulsione, senza se e senza ma, dei clandestini, per il ripristino di un ordine pubblico devastato dalle vuote parole del governo Prodi e, soprattutto, da una politica di accoglienza che nulla filtrava.
Alla banale obiezione della Annunziata sull'essere o meno garantista, Daniela Santanchè replicava con decisione che lei è garantista e proprio per questo vuole la immediata espulsione dei clandestini.
Risposta logica (probabilmente non compresa dalla Annunziata e neppure dalla sinistra) perchè se uno è clandestino - lo dice la parola stessa - vuol dire che ha violato le regole per l'ingresso in Italia e, quindi, il massimo del garantismo è rispedirlo a casa, dove potrà fare tutte le pratiche necessarie per un suo ingresso legale in Italia.
E' soprendente come un concetto così elementare, come l'illegalità della clandestinità, non sia (strumentalmente, è ovvio) recepito neppure da chi dovrebbe, per dovere istituzionale, denunciarlo e porvi rimedio.
La campagna elettorale sarà ancora lunga, mancano ancora 48 giorni al voto, e mi auguro che altri si aggiungeranno alla voce di Daniela Santanchè per affermare il diritto degli Italiani a vedere espulsi, con ogni immediatezza, quanti entrano illegalmente nella nostra terra.
La scelta del partito per cui votare non può prescindere dalla chiarezza sui temi che hanno impatto sulla nostra vita quotidiana e la sicurezza, come dimostrano i fatti di cronaca nera ripetutamente portati alla ribalta, è forse il primo dei temi che richiedono un impegno serio, senza "se" e senza "ma".
Come quello assunto ieri dal candidato Premier de La Destra/Fiamma Tricolore, Daniela Santanchè.
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Non poteva essere altrimenti, visto che è uno dei tanti argomenti "tabù" per Veltroni che nella sua Roma non ha certo brillato per anteporre la sicurezza dei cittadini alle amenità cinematografiche di cui si è fatto promotore.
Nella "Roma Veltrona" l'apparenza ha schiacciato la sostanza, quindi il tema non è gradito nel duetto che il leader del pci/pds/ds/pd ha iniziato con il PdL.
Magari è lasciato alla Lega il compito di intercettare la "pancia" profonda degli elettori di Centro Destra sul tema sicurezza (e su quello delle moschee) ed evitare che l'unico partito le cui parole sono musica per le orecchie degli italiani sia la Destra/Fiamma Tricolore.
Ieri, infatti, nonostante le futili e vacue domande della Annunziata, il candidato Premier della Destra/Fiamma Tricolore, Daniela Santanchè, è riuscito a far filtrare il messaggio che un voto dato alla Destra/Fiamma Tricolore è un voto per la sicurezza dei cittadini.
Per combattere la malavita, per l'espulsione, senza se e senza ma, dei clandestini, per il ripristino di un ordine pubblico devastato dalle vuote parole del governo Prodi e, soprattutto, da una politica di accoglienza che nulla filtrava.
Alla banale obiezione della Annunziata sull'essere o meno garantista, Daniela Santanchè replicava con decisione che lei è garantista e proprio per questo vuole la immediata espulsione dei clandestini.
Risposta logica (probabilmente non compresa dalla Annunziata e neppure dalla sinistra) perchè se uno è clandestino - lo dice la parola stessa - vuol dire che ha violato le regole per l'ingresso in Italia e, quindi, il massimo del garantismo è rispedirlo a casa, dove potrà fare tutte le pratiche necessarie per un suo ingresso legale in Italia.
E' soprendente come un concetto così elementare, come l'illegalità della clandestinità, non sia (strumentalmente, è ovvio) recepito neppure da chi dovrebbe, per dovere istituzionale, denunciarlo e porvi rimedio.
La campagna elettorale sarà ancora lunga, mancano ancora 48 giorni al voto, e mi auguro che altri si aggiungeranno alla voce di Daniela Santanchè per affermare il diritto degli Italiani a vedere espulsi, con ogni immediatezza, quanti entrano illegalmente nella nostra terra.
La scelta del partito per cui votare non può prescindere dalla chiarezza sui temi che hanno impatto sulla nostra vita quotidiana e la sicurezza, come dimostrano i fatti di cronaca nera ripetutamente portati alla ribalta, è forse il primo dei temi che richiedono un impegno serio, senza "se" e senza "ma".
Come quello assunto ieri dal candidato Premier de La Destra/Fiamma Tricolore, Daniela Santanchè.
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