Dopo averci imposto parole d’ordine quali produttività, meritocrazia, mercato, responsabilità, giunta l’ora di tradurre nella realtà quei principi, gli industriali italiani trovano più comodo rifugiarsi sotto l’ala protettiva del pubblico che, come ha detto, senza alcuna vergogna, la loro presidentessa, deve intervenire.
A ramengo il libero mercato, a ramengo i principi che vorrebbero il fallimento di chi non riesce a fronteggiare le situazioni con i propri mezzi, ecco un rinnovato appello allo stato perché si accolli i debiti privati.
E’ una rinnovata manifestazione di quel principio (privatizzare gli utili, socializzare le perdite) in cui si sono distinti gli “imprenditori” italiani, già da decenni, a ciò diseducati da una classe politica prona nei loro confronti.
E chi paga ?
Paghiamo sempre noi.
Quando le cose vanno bene, gli “imprenditori” chiedono la riduzione delle tasse per ridurre il loro contributo alle spese pubbliche.
E sono d’accordo: le tasse sono ancora troppo alte, vanno ridotte e non solo per le aziende, per tutti i cittadini.
Ma quando le cose vanno male gli “imprenditori” chiedono che sia il pubblico a salvarli, e come lo si può fare se non aspirando denaro – come una idrovora in piena attività - dalle tasche dei cittadini ?
Così è stata la soluzione di Alitalia, così sembra essere la richiesta della presidentessa di Confindustria.
A suo merito rimane solo il fatto che, forse per mancanza di tempo, non ha ammantato il suo discorso di tanti florilegi e l’intervento dello stato lo ha chiesto brutalmente, senza giri di parole.
Così come ha chiesto la punizione per i manager che hanno fallito.
Ecco questo punto lo voglio proprio vedere e lo monitorerò, per vedere se, almeno una volta, chi sbaglia paga.
Ma sulle operazioni di salvataggio dei grandi gruppi industriali bisogna imporre una regola precisa: tutto quello che verrà loro dato, dovrà tornare indietro, nelle nostre tasche, non solo in linea capitale, ma anche con gli interessi e non simbolici, ma di mercato.
Perché mai quando siamo noi a dover pagare qualcosa, non ci viene scontato nulla e con i nostri soldi, gli “imprenditori” devono salvare il proprio fondo schiena senza restituire alcunché ?
Entra ne
A ramengo il libero mercato, a ramengo i principi che vorrebbero il fallimento di chi non riesce a fronteggiare le situazioni con i propri mezzi, ecco un rinnovato appello allo stato perché si accolli i debiti privati.
E’ una rinnovata manifestazione di quel principio (privatizzare gli utili, socializzare le perdite) in cui si sono distinti gli “imprenditori” italiani, già da decenni, a ciò diseducati da una classe politica prona nei loro confronti.
E chi paga ?
Paghiamo sempre noi.
Quando le cose vanno bene, gli “imprenditori” chiedono la riduzione delle tasse per ridurre il loro contributo alle spese pubbliche.
E sono d’accordo: le tasse sono ancora troppo alte, vanno ridotte e non solo per le aziende, per tutti i cittadini.
Ma quando le cose vanno male gli “imprenditori” chiedono che sia il pubblico a salvarli, e come lo si può fare se non aspirando denaro – come una idrovora in piena attività - dalle tasche dei cittadini ?
Così è stata la soluzione di Alitalia, così sembra essere la richiesta della presidentessa di Confindustria.
A suo merito rimane solo il fatto che, forse per mancanza di tempo, non ha ammantato il suo discorso di tanti florilegi e l’intervento dello stato lo ha chiesto brutalmente, senza giri di parole.
Così come ha chiesto la punizione per i manager che hanno fallito.
Ecco questo punto lo voglio proprio vedere e lo monitorerò, per vedere se, almeno una volta, chi sbaglia paga.
Ma sulle operazioni di salvataggio dei grandi gruppi industriali bisogna imporre una regola precisa: tutto quello che verrà loro dato, dovrà tornare indietro, nelle nostre tasche, non solo in linea capitale, ma anche con gli interessi e non simbolici, ma di mercato.
Perché mai quando siamo noi a dover pagare qualcosa, non ci viene scontato nulla e con i nostri soldi, gli “imprenditori” devono salvare il proprio fondo schiena senza restituire alcunché ?
Entra ne
1 commento:
Ottima domanda...
Posta un commento