Tanto per non farci mancare nulla, nel pieno di una crisi finanziaria che ha pesanti ripercussioni sulle nostre tasche, le polemiche strumentali di una sinistra incapace di interpretare le esigenze del Popolo senza filtrarle attraverso gli occhiali dell’ideologia, hanno preso di mira la Riforma Gelmini che punta a restituire Autorevolezza, Ordine e senso della Gerarchia alla dissestata scuola italiana da 40 anni in veloce discesa, e la legge elettorale per le elezioni europee del prossimo anno.
Della scuola abbiamo più volte scritto ed è inutile ribadire una posizione che ci vede sostenitori della svolta della Gelmini, con l’auspicio che tale cambiamento non solo sia portato a compimento senza compromessi, ma anche che si vada oltre per restituire all’Italia l’unica scuola degna di essere considerata tale, cioè quella fondata sulla Riforma Gentile.
Parliamo invece della legge elettorale che vede unite, in un unico abbraccio, tutte le opposizioni, parlamentari ed extraparlamentari, in difesa di proprie particolare esigenze, pudicamente coperte da una foglia di fico che vorrebbe essere nobile ma, in realtà, appartiene alla categoria dell’inutile e, a volte, del dannoso.
Questa foglia di fico è la preferenza.
Sembra l’ultima trincea di una opposizione che non ha più nulla da dire, se mai lo avesse avuto, viste le esternazioni di Veltroni sabato scorso a Roma, quando ha avuto la faccia di bronzo di proporre la riduzione delle tasse, lui che ha sostenuto, due volte !, quei governi che le tasse hanno invece aumentato e inventato di nuove.
La preferenza viene venduta come una occasione di democrazia, con l’elettore che ha la possibilità di scegliere - all’interno di una lista predeterminata dai partiti ! – uno o più candidati.
Mi ricordo le battaglie feroci, all’interno dei partiti, tra cordate di candidati, i loro “santini”, che facevano indiscutibilmente “colore”, ma non aggiungevano nulla ai temi sul tappeto, anzi i costi che sostenevano per la propaganda personale, diventavano spesso crediti (o debiti) da riscuotere o da pagare al momento opportuno.
Il tutto a danno della coerenza ideale e della efficienza amministrativa.
La preferenza non è un atto di democrazia, perché rimane all’interno di una oligarchia prescelta dai partiti, ma è uno specchietto per le allodole, costoso e inutile.
A volte dannoso se si considera che l’eletto con il voto di preferenza diventa debitore di chi lo ha sostenuto economicamente per la propaganda personale e rischia di essere una mina vagante, favorendo il salto della barricata in base alle necessità del momento, indebolendo il partito all’interno del quale è stato eletto con il voto di quegli elettori che, così, vedono tradito il loro stesso voto.
A maggior ragione una elezione basata sulla preferenza rischia di indebolire una già debole – per la presenza di una sinistra antinazionale – rappresentanza italiana in un parlamento europeo che è inutile, ma spesso fa danni votando provvedimenti demagogici che, immancabilmente, creano difficoltà alle nostre aziende e impediscono l’attuazione di provvedimenti nazionali che garantiscano Sicurezza, Ordine e Moralità.
La foglia di fico, diventa quindi non una nobile motivazione, ma una autentica palla al piede, perché l’unico modo per legare realmente l’eletto agli elettori è quello di realizzare collegi ristretti ed eleggere un rappresentante di collegio che possa essere rimosso dagli stessi elettori qualora tradisse il mandato (ad esempio chi, dopo aver fatto la campagna elettorale contro l’unione sovietica europea, vota il trattato di Lisbona …).
L’altro punto “qualificante” della battaglia delle opposizioni è il quorum.
E qui sono ancor più legittimato a denunciarne l’ipocrisia perché sono stato un elettore di un partito che non ha raggiunto il quorum il 16 aprile scorso, ma non per questo rinuncerò a votare un piccolo partito se rispecchierà la mia idea.
Non ha senso, anche per i motivi esposti prima, una rappresentanza di uno o due parlamentari, perché tutti gli eletti italiani dovrebbero fare gli interessi dell’Italia e non fare come gli arbitri che, quando dovessero dirigere la partita della loro squadra del cuore, per mostrarsi imparziali, si accanirebbero contro di essa.
E questa lo si ottiene meglio tramite gruppi compatti e consistenti.
Il problema non è nel quorum , ma nel riuscire a rappresentare una numericamente qualificata parte di elettorato.
Se non ci si riesce è giusto rimanere fuori e tentare, su basi nuove, la volta successiva, purchè non la si meni con il “voto utile”, perché l’unico voto utile è quello dato alla lista che meglio rappresenta le nostre idee.
Mi meraviglio, invece, che nessuno contesti in quella legge elettorale la norma che impone un pari numero di candidati uomini e donne.
A forza di “cucci e spintoni” le pasionarie neofemministe delle “quote panda” sono riuscite ad imporre una norma che distrugge il merito per premiare l’appartenenza ad un sesso, prodromica ad altre che potrebbero arrivare a premiare l’età piuttosto che il colore dei capelli.
Questa è l’autentica norma che dovrebbe indurre ad una battaglia contro la legge elettorale in discussione in questi giorni.
Preferenze e quorum sono irrilevanti.
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Della scuola abbiamo più volte scritto ed è inutile ribadire una posizione che ci vede sostenitori della svolta della Gelmini, con l’auspicio che tale cambiamento non solo sia portato a compimento senza compromessi, ma anche che si vada oltre per restituire all’Italia l’unica scuola degna di essere considerata tale, cioè quella fondata sulla Riforma Gentile.
Parliamo invece della legge elettorale che vede unite, in un unico abbraccio, tutte le opposizioni, parlamentari ed extraparlamentari, in difesa di proprie particolare esigenze, pudicamente coperte da una foglia di fico che vorrebbe essere nobile ma, in realtà, appartiene alla categoria dell’inutile e, a volte, del dannoso.
Questa foglia di fico è la preferenza.
Sembra l’ultima trincea di una opposizione che non ha più nulla da dire, se mai lo avesse avuto, viste le esternazioni di Veltroni sabato scorso a Roma, quando ha avuto la faccia di bronzo di proporre la riduzione delle tasse, lui che ha sostenuto, due volte !, quei governi che le tasse hanno invece aumentato e inventato di nuove.
La preferenza viene venduta come una occasione di democrazia, con l’elettore che ha la possibilità di scegliere - all’interno di una lista predeterminata dai partiti ! – uno o più candidati.
Mi ricordo le battaglie feroci, all’interno dei partiti, tra cordate di candidati, i loro “santini”, che facevano indiscutibilmente “colore”, ma non aggiungevano nulla ai temi sul tappeto, anzi i costi che sostenevano per la propaganda personale, diventavano spesso crediti (o debiti) da riscuotere o da pagare al momento opportuno.
Il tutto a danno della coerenza ideale e della efficienza amministrativa.
La preferenza non è un atto di democrazia, perché rimane all’interno di una oligarchia prescelta dai partiti, ma è uno specchietto per le allodole, costoso e inutile.
A volte dannoso se si considera che l’eletto con il voto di preferenza diventa debitore di chi lo ha sostenuto economicamente per la propaganda personale e rischia di essere una mina vagante, favorendo il salto della barricata in base alle necessità del momento, indebolendo il partito all’interno del quale è stato eletto con il voto di quegli elettori che, così, vedono tradito il loro stesso voto.
A maggior ragione una elezione basata sulla preferenza rischia di indebolire una già debole – per la presenza di una sinistra antinazionale – rappresentanza italiana in un parlamento europeo che è inutile, ma spesso fa danni votando provvedimenti demagogici che, immancabilmente, creano difficoltà alle nostre aziende e impediscono l’attuazione di provvedimenti nazionali che garantiscano Sicurezza, Ordine e Moralità.
La foglia di fico, diventa quindi non una nobile motivazione, ma una autentica palla al piede, perché l’unico modo per legare realmente l’eletto agli elettori è quello di realizzare collegi ristretti ed eleggere un rappresentante di collegio che possa essere rimosso dagli stessi elettori qualora tradisse il mandato (ad esempio chi, dopo aver fatto la campagna elettorale contro l’unione sovietica europea, vota il trattato di Lisbona …).
L’altro punto “qualificante” della battaglia delle opposizioni è il quorum.
E qui sono ancor più legittimato a denunciarne l’ipocrisia perché sono stato un elettore di un partito che non ha raggiunto il quorum il 16 aprile scorso, ma non per questo rinuncerò a votare un piccolo partito se rispecchierà la mia idea.
Non ha senso, anche per i motivi esposti prima, una rappresentanza di uno o due parlamentari, perché tutti gli eletti italiani dovrebbero fare gli interessi dell’Italia e non fare come gli arbitri che, quando dovessero dirigere la partita della loro squadra del cuore, per mostrarsi imparziali, si accanirebbero contro di essa.
E questa lo si ottiene meglio tramite gruppi compatti e consistenti.
Il problema non è nel quorum , ma nel riuscire a rappresentare una numericamente qualificata parte di elettorato.
Se non ci si riesce è giusto rimanere fuori e tentare, su basi nuove, la volta successiva, purchè non la si meni con il “voto utile”, perché l’unico voto utile è quello dato alla lista che meglio rappresenta le nostre idee.
Mi meraviglio, invece, che nessuno contesti in quella legge elettorale la norma che impone un pari numero di candidati uomini e donne.
A forza di “cucci e spintoni” le pasionarie neofemministe delle “quote panda” sono riuscite ad imporre una norma che distrugge il merito per premiare l’appartenenza ad un sesso, prodromica ad altre che potrebbero arrivare a premiare l’età piuttosto che il colore dei capelli.
Questa è l’autentica norma che dovrebbe indurre ad una battaglia contro la legge elettorale in discussione in questi giorni.
Preferenze e quorum sono irrilevanti.
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2 commenti:
La preferenza la vuole anche Casini. E' vero che favorisce il salto della quaglia, ma io credo che alle prossime elezioni Eurobabbee nemmeno voterò.
Le quote panda le faranno anche per etnie protette, stanne certo. Un po' come nei tv movie americani.
Casini è obbligato a sgomitare perchè i mass media si occupino di lui e del suo partito, non è probante la sua posizione :-)
Alle prossime elezioni io sono molto attirato da partiti quale "no euro".
Oppure Forza Nuova ... :-D
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