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23 ottobre 2008

A scuola per studiare,non per occupare

Io, "sopravvissuto" al ’68 e al ’77, continuo ad affrontare il tema della scuola anche se non piace a qualche studentello che, invece di studiare, passa il suo tempo libero dalle manifestazioni, assemblee e occupazioni, in giro per internet.
Ieri Berlusconi ha fatto affermazioni importanti, sacrosante e che avrebbero meritato di essere immediatamente tradotte in fatti: non sarebbero state più tollerate occupazioni e violenze contro chi vuole studiare e si sarebbe utilizzata all’uopo la Forza Pubblica.
Purtroppo così non è stato.
Berlusconi ha fatto marcia indietro e, invece di impartire “precise e dettagliate disposizioni” a Maroni, si deve accontentare delle solite, inutili, “riunioni operative” al Viminale.
Qui c’è poco da discutere e disquisire.
Occupando una scuola o una facoltà si impedisce a chi vuole studiare di studiare ?
Sì, perché si impedisce il regolare svolgimento delle lezioni.
Una scuola o una università pubblica occupate, non svolgendo le regolari lezioni, sono responsabili di interruzione di pubblico servizio ?
Sì, perché l’insegnamento, le lezioni, gli esami sono un diritto degli studenti.
Un preside o un rettore che non provvedono, con ogni mezzo, a riattivare lezioni ed esami, sono responsabili di ogni evento (danno o incidente) che dovesse accadere ?
Ancora una volta la risposta è sì.
E allora, perché latrare tanto contro le parole del premier ?
Semmai si dovrebbe protestare perché tardive.
Protestare perché lo sgombero di scuole e università non sta ancora avvenendo.
Non si deve fare marcia indietro e, addirittura, convocare una riunione con dei fantomatici rappresentanti degli studenti.
Non viene messo in discussione il diritto a manifestare.
Come non viene messo in discussione il diritto allo sciopero dei lavoratori ( non certo degli studenti ai quali non spetta !) se lo stesso viene effettuato all’interno di precise norme che lo regolano.
Qui si dice semplicemente che non devono essere tollerate violenze nei confronti di chi vuole studiare e non partecipare alle sommosse, di chi vuole lavorare e non scioperare.
Il più basso livello raggiunto dai movimenti del ’68 e del ’77, come pure da quello dei lavoratori, è stato (ed è) quando un gruppo di nerboruti esecutori di ordini si frappone davanti alla porta o ai cancelli di ingresso, impedendo l’accesso a chi vuole esercitare un proprio diritto: il “picchetto”.
E’ violenza e lo stato deve sanzionarla e garantire l’accesso alle aule e ai luoghi di lavoro, anche usando la Forza Pubblica.
Spiace vedere che Berlusconi abbia fatto marcia indietro, come spiace vedere che Polizia e Carabinieri sono ancora confinati nelle Caserme.
Se vogliamo evitare di ricominciare il circolo vizioso che iniziò (convenzionalmente) nel ’68, se vogliamo evitare di ritrovarci con nuovi “cattivi maestri” che passano la vita ad incassare i dividendi delle distruzioni operate sulla pelle dei babbei che hanno creduto nelle loro parole, dobbiamo sollecitare il governo a togliersi il guanto di velluto e usare finalmente il pugno di ferro.

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3 commenti:

lollo ha detto...

Ieri
"Non permetteremo che vengano occupate scuole ed università perché l'occupazione di posti pubblici non è una dimostrazione, un'applicazione di libertà, non è un fatto di democrazia.
E' una violenza nei confronti degli altri studenti, nei confronti delle famiglie, nei confronti delle istituzioni, nei confronti dello stato.
Convocherò oggi il Ministro dell'Interno e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che questo possa succedere".
Silvio Berlusconi


Oggi
"Non ho mai detto né pensato che servisse mandare la polizia nelle scuole. I titoli dei giornali che ho potuto scorrere sono lontani dalla realtà".
Silvio Berlusconi


Forse per "forze dell'ordine" pensava a qualche ditta di pulizie.
Il fatto è questo: ogni tanto prova a spararla grossa. Magari ascolta il consiglio di Betulla, che in questo ci sa fare, che gli dice: "Io lo scrivo, tu lo dici".
Poi arriva qualcuno che ha un po' più di buon senso (so che è difficile trovarne in questo governo) e gli dice che forse ha esagerato e lui il giorno dopo smentisce se stesso.
Un classico.

Domani?
Ci vuole troppa fantasia. Staremo a vedere.

Massimo ha detto...

L'assurda marcia indietro di Berlusconi l'ho stigmatizzata nel post.
Ti devo dar ragione sul fatto che in questo governo non ci sono molte persone di buon senso.
Infatti, se ci fossero, oggi avrebbero fatto seguire i fatti alle parole, liberando - manu militari - le scuole e le università dalle occupazioni illegali.
Invece si sono accodati alla marcia indietro di Berlusconi.

Nessie ha detto...

Berlusconi è stato praticamente costretto al macchina indietro dai suoi: Aennini in testa. Questo, per completezza di informazione.
E comunque, a mio avviso, per non cadere nella riprovazione globale (compresa quella Eurobabbea di Bruxelles) bisognerebbe dotarsi di misure preventive. Come far presidiare gli edifici pubblici (atenei, licei ecc.). Tutto ciò che è pubblico è dello Stato. E agli "statalisti" che si stracciano le vesti e manifestano perfino alla stazione Cadorna di MI per impedire ai passeggeri di prendere i treni,bisogna ricordarglielo. Con le buone o con le cattive.