A fine marzo dovrebbe svolgersi il congresso costitutivo del “partito di centro, moderato e liberale” con l’acclamazione di Berlusconi come leader e un gruppo dirigente accuratamente dosato tra Forza Italia, finiani e minori.
Un partito che riunisse tutti i movimenti e i partiti di quell’area vasta che è il Centro Destra è sempre stato nei miei desideri, ma il “partito di centro, moderato e liberale”, proprio per le caratteristiche cosi sinteticamente enunciate dal suo fondatore, per l’esclusione operata nei confronti della Destra, per il ruolo rilevante concesso al cameragno Fini sempre più leader in pectore del pci/pds/ds/pd, non rappresenta la realizzazione di tale speranza.
Anche se alcuni provvedimenti assunti vanno nella giusta direzione o, almeno, sono parziali indirizzi verso la giusta direzione visto che agli annunci seguono repentine marce indietro (veggasi sull’equiparazione dell’età pensionistica per le donne) e altri li attendo sempre con fiducia e timore di ulteriori retromarce (il piano casa), è da sottolineare come la preponderanza al governo di elementi dalle radici socialiste mi inquietano sul futuro di quello che diventerà la nuova Dc.
Così come non apprezzo la presenza di elementi laicisti le cui tesi spingono a derive rispetto alla Tradizione cui dovrebbe guardare un autentico partito di Centro Destra.
Così sono curioso di vedere come si sviluppera sia l’appuntamento (essenzialmente mediatico) di fine marzo, sia il cammino futuro di quel partito che, sicuramente, non voterò e che ho il sospetto si manterrà unito solo finchè Berlusconi sarà saldo al comando (e Berlusconi è nel settantatreesimo anno di vita …).
Purtroppo l’alternativa che speravo potesse emergere a Destra è naufragata nelle liti tra Santanchè e Storace e se anche è probabile che per il sindaco di Bologna voterò Morselli e per le europee un partito della Destra Radicale (forse la stessa Destra di Storace, forse Forza Nuova) è solo una scelta temporanea per conservare in frigorifero il mio voto, come ai tempi dell’Msi di Almirante.
Voti che, poi, nel 1994 tornarono utili per scongiurare la minaccia di una deriva comunista.
Mi sembra evidente che la crisi del pci/pds/ds/pd e l’estrema evanescenza del progetto pdl, legato al nome di Berlusconi, ci fornisca l’indicazione che ancora vi saranno evoluzioni, anche significative quando il Leader che, piaccia o meno, ha caratterizzato 15 anni di vita politica (e probabilmente arriverà e supererà il ventennio), andrà in pensione.
Proprio perché c’è tempo ritengo che, da un lato, si debba preparare il futuro senza fretta e senza la frenesia di ottenere risultati hic et nunc, dall’altro che si debba sostenere Berlusconi quando esprime la sua anima autenticamente conservatrice nel valori e liberale in economia (ad esempio quando vuole un decreto per alimentare una donna cui una sentenza l’ha tolta o quando elimina l’Ici) e si cerchi di neutralizzare la nefasta influenza del riemergente socialismo (quando, ad esempio, si effettuano operazioni come quelle di Alitalia o quando si pompano soldi pubblici per salvare interessi privati con rottamazioni varie).
Perché ciò accada, non c’è alternativa ad una forza di Destra che sappia riunire tutti i movimenti della diaspora missina e sia una contrappeso alle fughe in avanti dell’anima socialista del “partito di centro, moderato e liberale”.
Perché ciò accada, a Destra, occorre anche un Leader che, come Haiger in Austria, Wilders in Olanda, sappia incarnarla suscitando l’entusiasmo di militanti ed elettori.
Purtroppo, quel Leader non è ancora emerso e, allora, teniamoci Berlusconi pur con la palla al piede del suo partito.
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Un partito che riunisse tutti i movimenti e i partiti di quell’area vasta che è il Centro Destra è sempre stato nei miei desideri, ma il “partito di centro, moderato e liberale”, proprio per le caratteristiche cosi sinteticamente enunciate dal suo fondatore, per l’esclusione operata nei confronti della Destra, per il ruolo rilevante concesso al cameragno Fini sempre più leader in pectore del pci/pds/ds/pd, non rappresenta la realizzazione di tale speranza.
Anche se alcuni provvedimenti assunti vanno nella giusta direzione o, almeno, sono parziali indirizzi verso la giusta direzione visto che agli annunci seguono repentine marce indietro (veggasi sull’equiparazione dell’età pensionistica per le donne) e altri li attendo sempre con fiducia e timore di ulteriori retromarce (il piano casa), è da sottolineare come la preponderanza al governo di elementi dalle radici socialiste mi inquietano sul futuro di quello che diventerà la nuova Dc.
Così come non apprezzo la presenza di elementi laicisti le cui tesi spingono a derive rispetto alla Tradizione cui dovrebbe guardare un autentico partito di Centro Destra.
Così sono curioso di vedere come si sviluppera sia l’appuntamento (essenzialmente mediatico) di fine marzo, sia il cammino futuro di quel partito che, sicuramente, non voterò e che ho il sospetto si manterrà unito solo finchè Berlusconi sarà saldo al comando (e Berlusconi è nel settantatreesimo anno di vita …).
Purtroppo l’alternativa che speravo potesse emergere a Destra è naufragata nelle liti tra Santanchè e Storace e se anche è probabile che per il sindaco di Bologna voterò Morselli e per le europee un partito della Destra Radicale (forse la stessa Destra di Storace, forse Forza Nuova) è solo una scelta temporanea per conservare in frigorifero il mio voto, come ai tempi dell’Msi di Almirante.
Voti che, poi, nel 1994 tornarono utili per scongiurare la minaccia di una deriva comunista.
Mi sembra evidente che la crisi del pci/pds/ds/pd e l’estrema evanescenza del progetto pdl, legato al nome di Berlusconi, ci fornisca l’indicazione che ancora vi saranno evoluzioni, anche significative quando il Leader che, piaccia o meno, ha caratterizzato 15 anni di vita politica (e probabilmente arriverà e supererà il ventennio), andrà in pensione.
Proprio perché c’è tempo ritengo che, da un lato, si debba preparare il futuro senza fretta e senza la frenesia di ottenere risultati hic et nunc, dall’altro che si debba sostenere Berlusconi quando esprime la sua anima autenticamente conservatrice nel valori e liberale in economia (ad esempio quando vuole un decreto per alimentare una donna cui una sentenza l’ha tolta o quando elimina l’Ici) e si cerchi di neutralizzare la nefasta influenza del riemergente socialismo (quando, ad esempio, si effettuano operazioni come quelle di Alitalia o quando si pompano soldi pubblici per salvare interessi privati con rottamazioni varie).
Perché ciò accada, non c’è alternativa ad una forza di Destra che sappia riunire tutti i movimenti della diaspora missina e sia una contrappeso alle fughe in avanti dell’anima socialista del “partito di centro, moderato e liberale”.
Perché ciò accada, a Destra, occorre anche un Leader che, come Haiger in Austria, Wilders in Olanda, sappia incarnarla suscitando l’entusiasmo di militanti ed elettori.
Purtroppo, quel Leader non è ancora emerso e, allora, teniamoci Berlusconi pur con la palla al piede del suo partito.
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