Ci risiamo.
Per l’ennesima volta un governo cerca di imprimere un ordine stabile al sistema pensionistico, sfruttando anche un intervento dell’europa, e i sindacati confederali, per l’occasione tutti uniti, si oppongono.
Il progetto è quello di equiparare la pensione di vecchiaia delle donne a quelle degli uomini: 65 anni.
La cgil e la cisl contestano quello che Sacconi smentisce addirittura essere un progetto.
Ovvio che cgil e cisl stanno conducendo una battaglia di retroguardia, a difesa dei loro bacini di iscritti, destinata non solo ad essere persa, ma anche ad infliggere danni a tutti noi che dovremo pagare quanto più le resistenze lobbistiche riusciranno a rinviare la necessaria decisione.
E’ esattamente ciò che è accaduto dal 1994 in poi.
Ogni volta che si proponeva un riforma che guardasse al futuro e non all’immediato i sindacati confederali si sono opposti, danneggiando l’intera collettività che si è trovata a pagare prezzi sempre più alti nei prosieguo degli anni, trovandosi, ormai quasi ogni anno, il problema delle pensioni sempre attuale e mai risolto.
In questo blog si è già espressa l’idea che, per garantire le pensioni in essere, quelle che dovranno essere erogate a breve e quelle future, si dovranno prendere almeno tre provvedimenti di base:
- equiparazione a 65 anni della pensione di vecchiaia per uomini e donne
- abolizione della pensione di anzianità;
- unificazione al sistema contributivo per tutti.
Mi piacerebbe sapere qual è la ragione per cui, ancora nel 2009 !, le donne devono continuare ad avere il privilegio di una pensione anticipata.
Mi piacerebbe sapere perché si continuano a pagare pensioni per importi superiori a quelle comparativamente versate.
Mi piacerebbe anche sapere, dagli esponenti del governo, perché continuano a favorire i sindacati confederali – come con l’accordo quadro sulla riforma degli assetti contrattuali e la proposta di riforma del diritto di sciopero – quando poi questi, rafforzati nel loro potere, diventano gli alfieri di un grigio conservatorismo, inteso non nel senso positivo del movimento Conservatore Occidentale, ma in quello con cui si qualificava “conservatrice” l’ala più retriva del vecchio Pcus.
Intanto i sindacati confederali diventano sempre più case dei pensionati, ma di chi già è in pensione, mantenuti da lavoratori in attività che, con tale politica, vedono sempre più a rischio il loro diritto sacrosanto ad una pensione dignitosa e certa.
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Per l’ennesima volta un governo cerca di imprimere un ordine stabile al sistema pensionistico, sfruttando anche un intervento dell’europa, e i sindacati confederali, per l’occasione tutti uniti, si oppongono.
Il progetto è quello di equiparare la pensione di vecchiaia delle donne a quelle degli uomini: 65 anni.
La cgil e la cisl contestano quello che Sacconi smentisce addirittura essere un progetto.
Ovvio che cgil e cisl stanno conducendo una battaglia di retroguardia, a difesa dei loro bacini di iscritti, destinata non solo ad essere persa, ma anche ad infliggere danni a tutti noi che dovremo pagare quanto più le resistenze lobbistiche riusciranno a rinviare la necessaria decisione.
E’ esattamente ciò che è accaduto dal 1994 in poi.
Ogni volta che si proponeva un riforma che guardasse al futuro e non all’immediato i sindacati confederali si sono opposti, danneggiando l’intera collettività che si è trovata a pagare prezzi sempre più alti nei prosieguo degli anni, trovandosi, ormai quasi ogni anno, il problema delle pensioni sempre attuale e mai risolto.
In questo blog si è già espressa l’idea che, per garantire le pensioni in essere, quelle che dovranno essere erogate a breve e quelle future, si dovranno prendere almeno tre provvedimenti di base:
- equiparazione a 65 anni della pensione di vecchiaia per uomini e donne
- abolizione della pensione di anzianità;
- unificazione al sistema contributivo per tutti.
Mi piacerebbe sapere qual è la ragione per cui, ancora nel 2009 !, le donne devono continuare ad avere il privilegio di una pensione anticipata.
Mi piacerebbe sapere perché si continuano a pagare pensioni per importi superiori a quelle comparativamente versate.
Mi piacerebbe anche sapere, dagli esponenti del governo, perché continuano a favorire i sindacati confederali – come con l’accordo quadro sulla riforma degli assetti contrattuali e la proposta di riforma del diritto di sciopero – quando poi questi, rafforzati nel loro potere, diventano gli alfieri di un grigio conservatorismo, inteso non nel senso positivo del movimento Conservatore Occidentale, ma in quello con cui si qualificava “conservatrice” l’ala più retriva del vecchio Pcus.
Intanto i sindacati confederali diventano sempre più case dei pensionati, ma di chi già è in pensione, mantenuti da lavoratori in attività che, con tale politica, vedono sempre più a rischio il loro diritto sacrosanto ad una pensione dignitosa e certa.
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1 commento:
Da antifemminista sono d'accordo alla equiparazione dell' età pensionabile. Sarebbe più opportuno, però, abbassare quella degli uomini da 65 a 60 anni, anzichè aumentare quella delle donne.
Avrei, però, un altra alternativa. Si potrebbe "flessibilizzare" l'età pensionabile in base alla tipologia di lavoro svolto. In poche parole: un operaio che si ammazza di fatica rischiando ogni minuto di rimanerci secco, avrebbe un diverso tetto d'età pensionabile rispetto ad una segretaria.
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