Martedì 14 sarà il giorno della verità.
Il giorno prima, lunedì 13, il Presidente Berlusconi illustrerà al parlamento quel che ha fatto e quel che vorrebbe fare.
Una volta tanto ha ragione Napolitano quando dice che il risultato finale è incerto e che per fare una previsione bisognerebbe avere una sfera di cristallo.
Il paradosso è che Berlusconi non è insidiato da una opposizione allo sbando, ma da transfughi eletti in base all'indicazione “per Berlusconi Presidente”.
Transfughi che non hanno avuto neppure la dignità e l'onore di dimettersi, dopo aver cambiato idea, ma, come il loro capo, stanno incollati alla poltrona cui sono arrivati unicamente grazie ai voti conferiti “per Berlusconi Presidente”.
Grazie a quei transfughi la sinistra ha l'occasione per ribaltare, ancora una volta, la volontà popolare.
Ovviamente mi auguro che ciò non accada.
Mi auguro che il senato ma anche la camera diano la fiducia a Berlusconi e che il voto di martedì apra le porte alla disfatta del partito costituito dai transfughi finioti.
Mi auguro anche che, una volta acquisita la fiducia – come pure, a maggior ragione, qualora la camera votasse la sfiducia – a marzo si vada comunque al voto.
Se Fini e i suoi vogliono sedersi in parlamento, lo facciano ma dopo aver preso i voti per le nuove posizioni che hanno e non grazie ai voti, traditi, di chi la sinistra non vorrebbe vederla neppure in fotografia.
La sinistra, con il solito, infantile doppiopesismo, tratta da illuminati chi passa da Destra a sinistra, mentre sclera di brutto, definendoli “comprati”, i parlamentari che fanno il percorso inverso.
E questo è un aspetto delle nostre istituzioni che dovrebbe trovare immediata soluzione.
Se l'onestà personale di chi è eletto in parlamento non induce chi cambia idea e partito (ambedue cose legittime) a dimettersi per ripresentarsi, con le nuove posizioni, alle elezioni successive, allora deve essere la legge a tutelare il voto espresso dal Popolo e disporre la decadenza di chi votasse contro la coalizione in cui è stato eletto.
Non mancano, anche in queste ore, i tentativi del genio pontieri per una improbabile e non duratura ricucitura tra Berlusconi e Fini.
Sembra, però, che questa volta i pontieri debbano riporre ago e filo.
Non si vede proprio su quali basi si possa ricucire, soprattutto in considerazione dello scippo di parlamentari posto in atto da Fini.
Naturalmente non poteva mancare qualche zelante magistrato che, ignorando i quaranta deputati sottratti alla coalizione in cui sono stati eletti, si è messo ad indagare sulla decina che, eletti a sinistra, voteranno la fiducia o si asterranno.
Ormai non si hanno più parole per manifestare la propria sfiducia in quella che dovrebbe essere una istituzione terza e super partes e, invece, scende sistematicamente in campo e sempre dalla stessa parte.
Ma forse anche questo è un segnale positivo, vorrà dire che non hanno i numeri per sfiduciare Berlusconi e, quindi, cercano le solite scorciatoie per ribaltare la volontà popolare.
Comunque vada, dopo il 14 dicembre, il panorama politico italiano non sarà più lo stesso.
Tra Berlusconi e Fini, uno perderà.
Alla fine ne rimarrà uno solo.
Entra ne
Il giorno prima, lunedì 13, il Presidente Berlusconi illustrerà al parlamento quel che ha fatto e quel che vorrebbe fare.
Una volta tanto ha ragione Napolitano quando dice che il risultato finale è incerto e che per fare una previsione bisognerebbe avere una sfera di cristallo.
Il paradosso è che Berlusconi non è insidiato da una opposizione allo sbando, ma da transfughi eletti in base all'indicazione “per Berlusconi Presidente”.
Transfughi che non hanno avuto neppure la dignità e l'onore di dimettersi, dopo aver cambiato idea, ma, come il loro capo, stanno incollati alla poltrona cui sono arrivati unicamente grazie ai voti conferiti “per Berlusconi Presidente”.
Grazie a quei transfughi la sinistra ha l'occasione per ribaltare, ancora una volta, la volontà popolare.
Ovviamente mi auguro che ciò non accada.
Mi auguro che il senato ma anche la camera diano la fiducia a Berlusconi e che il voto di martedì apra le porte alla disfatta del partito costituito dai transfughi finioti.
Mi auguro anche che, una volta acquisita la fiducia – come pure, a maggior ragione, qualora la camera votasse la sfiducia – a marzo si vada comunque al voto.
Se Fini e i suoi vogliono sedersi in parlamento, lo facciano ma dopo aver preso i voti per le nuove posizioni che hanno e non grazie ai voti, traditi, di chi la sinistra non vorrebbe vederla neppure in fotografia.
La sinistra, con il solito, infantile doppiopesismo, tratta da illuminati chi passa da Destra a sinistra, mentre sclera di brutto, definendoli “comprati”, i parlamentari che fanno il percorso inverso.
E questo è un aspetto delle nostre istituzioni che dovrebbe trovare immediata soluzione.
Se l'onestà personale di chi è eletto in parlamento non induce chi cambia idea e partito (ambedue cose legittime) a dimettersi per ripresentarsi, con le nuove posizioni, alle elezioni successive, allora deve essere la legge a tutelare il voto espresso dal Popolo e disporre la decadenza di chi votasse contro la coalizione in cui è stato eletto.
Non mancano, anche in queste ore, i tentativi del genio pontieri per una improbabile e non duratura ricucitura tra Berlusconi e Fini.
Sembra, però, che questa volta i pontieri debbano riporre ago e filo.
Non si vede proprio su quali basi si possa ricucire, soprattutto in considerazione dello scippo di parlamentari posto in atto da Fini.
Naturalmente non poteva mancare qualche zelante magistrato che, ignorando i quaranta deputati sottratti alla coalizione in cui sono stati eletti, si è messo ad indagare sulla decina che, eletti a sinistra, voteranno la fiducia o si asterranno.
Ormai non si hanno più parole per manifestare la propria sfiducia in quella che dovrebbe essere una istituzione terza e super partes e, invece, scende sistematicamente in campo e sempre dalla stessa parte.
Ma forse anche questo è un segnale positivo, vorrà dire che non hanno i numeri per sfiduciare Berlusconi e, quindi, cercano le solite scorciatoie per ribaltare la volontà popolare.
Comunque vada, dopo il 14 dicembre, il panorama politico italiano non sarà più lo stesso.
Tra Berlusconi e Fini, uno perderà.
Alla fine ne rimarrà uno solo.
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5 commenti:
fini non ha nè i numeri, nè le capacità per fare fuori Berlusconi, per questo sta facendo da ruota di scorta ad una sinistra sgangherata, che peraltro lo considera quello che è: L'utile idiota di turno ;)
C' est Finì. E di lui non rimarrà traccia ! Scapperà a Montecarlo, forse...
Avevo immaginato un riavvicinamento tra le parti, ma non è avvenuto.
Se funziona il ribaltone, Fini dovrà solo sperare che gli elettori non vengano chiamati a giudicarlo.
In vista di quel momento, accolgo l'invito di Massimo a impegnarmi a non votare mai nè per Fini nè per Casini.
E' chiaro che è peggio averli "alleati" che avversari.
Massimo
il gioco è tutto al senato se li ottiene la fiducia, finioti e kompagnucci hanno perso cmq vada alla camera.
Non sarà eventualmente possibile un altro governo per cui si va a votare che, secondo me, è la soluzione migliore.
ciao
Sarc
In questi giorni si sprecano ipotesi e proclami. Penso (o spero ?) che si vada comunque al voto anche se dal voto uscirà un parlamento ingovernabile per colpa del "terzo polo" che impedirà agli uni e agli altri di ottenere la maggioranza in senato. Anzi, per colpa di Ciampi che impose una legge elettorale con il premio di maggioranza ripartito regionalmente per il senato. L'unico modifica alla attuale legge elettorale che andrebbe fatta (oltre alla decadenza automatica per chi vota difformemente dalla coalizione in cui è stato eletto).
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