In occasione della benedizione “Urbi et Orbi” del Natale appena trascorso, il Papa ha centrato il messaggio sull'amore, la pace, la tolleranza, avendo ben presente quanto i cristiani siano perseguitati in tutto il mondo ad eccezione di quello occidentale (dove peraltro tendono a cancellarne i simboli).
La risposta è arrivata a Capodanno con le aggressioni e le violenze contro i cristiani in Egitto (e la continuazione delle precedenti violenze in altri luoghi).
Non solo i tradizionali nemici del cristianesimo come l'islam o il comunismo, ma anche estremisti di religioni come l'induista hanno nell'ultimo anno assassinato decine di cristiani nel mondo o, comunque, soppresso la loro libertà religiosa.
Temo che un messaggio di amore e fratellanza sia una risposta insufficiente, certamente non sotto il profilo etico e morale, ma su quello pratico e concreto.
Il messaggio di Benedetto XVI è di altro profilo ed ha un contenuto di grande pregio, ma per comprenderlo è necessario ragionare sulla stessa lunghezza d'onda.
E' un messaggio, quindi, che può essere compreso da chi ha quell'humus comune che è dato da una comune storia civile.
L'islam, i comunisti cinesi, gli induisti appartengono ad altre civiltà, ad altri mondi, ad altre storie e per il loro grado di sviluppo temo che il messaggio del Papa sia percepito come debolezza di cui approfittare.
Il punto che, per una pruderia “politicamente corretta”, ci si nasconde troppo spesso è che l'ostilità verso i cristiani è l'ostilità verso la nostra Civiltà, quella che, nel corso dei secoli, si è dimostrata quella di maggior successo, quella che ha garantito ai propri cittadini il maggior grado di benessere, sviluppo e libertà.
Il cristianesimo, visto con gli occhi degli antichi popoli colonizzati e degli antichi nemici sempre in attesa di poterci conquistare, non è altro che la religione dell'Occidente cui è inscindibilmente legata.
Il cristianesimo è stato esportato in Sud America al seguito dei Conquistadores e religiosi cristiani seguivano le vittoriose truppe coloniali inglesi in tutto il mondo.
La religione è sempre stata l'altra faccia della medaglia di un potere politico.
L'Impero Romano cadde poco più di un secolo dopo la fine della “sua” religione, mentre il “botto” di quello Bizantino trascinò con se la scomparsa dei cristiani da quella zona del mondo, occupata dai musulmani.
La religione cristiana si identifica, quindi, con la Civiltà Occidentale ed è un errore cercare di scindere la Croce e la Spada.
Da sole non vincono, anzi rischiano di soccombere all'assalto dei nemici di sempre: l'islam e il materialismo interpretato dal comunismo e da un esasperato laicismo che ha fatto breccia nel nostro stesso mondo.
Pensare di difendere la libertà religiosa, da noi garantita, con parole di fratellanza e amore, senza che vi sia una Spada pronta a difendere materialmente i cristiani nel mondo, significa manifestare una debolezza di cui i nemici dell'Occidente approfitteranno con sempre maggiore tracotanza per la mancanza di reazioni nei termini da loro comprensibili.
La Croce porta un messaggio, universale, che immagina una società perfetta cui tendere, ma è la Spada che consente ai messaggeri della Croce, non di imporlo al prossimo come ben sapevano i Romani che accoglievano nel loro vasto Pantheon anche gli dei dei popoli sconfitti, sia pur in posizione subordinata rispetto agli Dei di Roma, ma per poterlo liberamente diffondere a tutti gli Uomini.
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La risposta è arrivata a Capodanno con le aggressioni e le violenze contro i cristiani in Egitto (e la continuazione delle precedenti violenze in altri luoghi).
Non solo i tradizionali nemici del cristianesimo come l'islam o il comunismo, ma anche estremisti di religioni come l'induista hanno nell'ultimo anno assassinato decine di cristiani nel mondo o, comunque, soppresso la loro libertà religiosa.
Temo che un messaggio di amore e fratellanza sia una risposta insufficiente, certamente non sotto il profilo etico e morale, ma su quello pratico e concreto.
Il messaggio di Benedetto XVI è di altro profilo ed ha un contenuto di grande pregio, ma per comprenderlo è necessario ragionare sulla stessa lunghezza d'onda.
E' un messaggio, quindi, che può essere compreso da chi ha quell'humus comune che è dato da una comune storia civile.
L'islam, i comunisti cinesi, gli induisti appartengono ad altre civiltà, ad altri mondi, ad altre storie e per il loro grado di sviluppo temo che il messaggio del Papa sia percepito come debolezza di cui approfittare.
Il punto che, per una pruderia “politicamente corretta”, ci si nasconde troppo spesso è che l'ostilità verso i cristiani è l'ostilità verso la nostra Civiltà, quella che, nel corso dei secoli, si è dimostrata quella di maggior successo, quella che ha garantito ai propri cittadini il maggior grado di benessere, sviluppo e libertà.
Il cristianesimo, visto con gli occhi degli antichi popoli colonizzati e degli antichi nemici sempre in attesa di poterci conquistare, non è altro che la religione dell'Occidente cui è inscindibilmente legata.
Il cristianesimo è stato esportato in Sud America al seguito dei Conquistadores e religiosi cristiani seguivano le vittoriose truppe coloniali inglesi in tutto il mondo.
La religione è sempre stata l'altra faccia della medaglia di un potere politico.
L'Impero Romano cadde poco più di un secolo dopo la fine della “sua” religione, mentre il “botto” di quello Bizantino trascinò con se la scomparsa dei cristiani da quella zona del mondo, occupata dai musulmani.
La religione cristiana si identifica, quindi, con la Civiltà Occidentale ed è un errore cercare di scindere la Croce e la Spada.
Da sole non vincono, anzi rischiano di soccombere all'assalto dei nemici di sempre: l'islam e il materialismo interpretato dal comunismo e da un esasperato laicismo che ha fatto breccia nel nostro stesso mondo.
Pensare di difendere la libertà religiosa, da noi garantita, con parole di fratellanza e amore, senza che vi sia una Spada pronta a difendere materialmente i cristiani nel mondo, significa manifestare una debolezza di cui i nemici dell'Occidente approfitteranno con sempre maggiore tracotanza per la mancanza di reazioni nei termini da loro comprensibili.
La Croce porta un messaggio, universale, che immagina una società perfetta cui tendere, ma è la Spada che consente ai messaggeri della Croce, non di imporlo al prossimo come ben sapevano i Romani che accoglievano nel loro vasto Pantheon anche gli dei dei popoli sconfitti, sia pur in posizione subordinata rispetto agli Dei di Roma, ma per poterlo liberamente diffondere a tutti gli Uomini.
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4 commenti:
Discorso ineccepibile ed assolutamente fuori dai cori di garn aprte dei blog. Condividerlo è un onore.
Buon anno nuovo.
Non so se sia possibile che i paesi occidentali si prendano carico di difendere in qualche modo i cristiani del resto del mondo.
Francamente non lo reputo neanche auspicabile.
Sicuramente mi basterebbe che il cristianesimo fosse difeso nei...paesi cristiani!
Significherebbe la consapevolezza delle proprie radici, e la volontà di preservarle.
Il resto verrebbe da sè, penso.
Buon anno anche a voi e grazie per i commenti.
Grazie per la condivisione di Fabio e grazie per il distinguo di Armando che sottolinea una esigenza di base: se i cristiani faticano a trovare cittadinanza in Occidente con il laicismo montante e con chi rinnega le nostre stesse Radici, difficilmente potranno essere difesi in terra ostile. Resto comunque dell'idea che la nostra Civiltà vada difesa e si debba smettere l'atteggiamento dolente di chi chiede scusa della nostra Storia. Ma scusa ... di cosa ? ;-)
Discorso realista che ben conosceva perfino Stalin con la sua beffarda frase: "Quante legioni ha il papa?".
E purtroppo senza legioni non si difende la croce.
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