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No alla deriva

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13 gennaio 2011

Scelte potenzialmente devastanti

Nel momento in cui scrivo non conosco le scelte della corte costituzionale sul c.d. “legittimo impedimento” e non so se avrò tempo di intervenire su questo testo prima che sia pubblicato per aggiornarlo, nè se avrò la possibilità di commentare prima di domenica sera.
Ma, fondamentalmente, anche se mi sembra naturale che un Premier eletto dal Popolo non debba essere distratto dai suoi compiti con i processi e ritengo doverosa la loro sospensione per tutta la durata dei mandati elettivi, non credo rilevante quello che sarà deciso, tranne nell’opinione verso i giudici della corte (sulla cui appartenenza geopolitica ci sarebbe qualcosa da evidenziare).
Ci siamo infatti ormai abituati alle aggressioni giudiziarie contro il Premier e, quindi, un processo in più o in meno o anche una condanna non cambierebbe le scelte pro o contro Berlusconi.
Personalmente – ove non facesse errori politici come quello del 2008 quando preferì Fini a Storace con le conseguenze che abbiamo sotto gli occhilo voterei come Premier all’infinito, per quante condanne possa accumulare.
Sono invece rilevanti le ammissioni dei referendum sullo stesso legittimo impedimento ma, soprattutto, sulla ripresa del nucleare in Italia e sulla gestione delle risorse idriche.
I giudici, forse, hanno asetticamente valutato domanda e compatibilità, ma quante volte hanno “interpretato” le norme per piegarle al loro volere, ammantando il tutto con profondi pensieri tesi ad “educare” il Popolo, spesso distorcendo leggi realizzate proprio in base al sentimento popolare (veggasi le espulsioni degli immigrati) ?
Allora su temi di rilevante importanza per lo sviluppo della Nazione come è quello energetico, la corte avrebbe potuto tranquillamente chiudere le porte a consultazioni potenzialmente devastanti e che fanno leva sui peggiori sentimenti umani: l’odio, l’invidia, la paura.
Non possiamo infatti fondare che sull’odio e l’invidia il referendum sul legittimo impedimento, finalizzato unicamente a perseguitare Berlusconi.
Mentre non possiamo che fondare sulla paura (immotivata) i referendum sul nucleare e l’acqua che, se passassero, imporrebbero un fermo forse esiziale per il nostro sviluppo e la nostra economia.
L’energia, infatti, è fondamentale in ogni singolo aspetto della vita quotidiana e gli anni persi dall’Italia, per la pusillanimità dei legislatori, oggi li scontiamo con una costosissima dipendenza dall’estero, dove, tra l’altro ai nostri confini, producono energia con centrali nucleari.
In pratica gli antinuclearisti vorrebbero farci vivere in miseria, per una loro specifica paura, quando tutto il mondo produce energia nucleare e, in caso di incidente, le eventuali radiazioni non si fermerebbero certo ai confini italiani.
Una scelta tafazziana, pauperista che meriterebbe di confinare i suoi sostenitori in una località delimitata dove non arrivi un solo watt di energia che non sia da loro prodotta e dove non possano minimamente beneficiare delle comodità che derivano dall’avere energia a basso costo.
Insomma: i promotori del referendum e chi li sostiene dovrebbero, per me, restare senza riscaldamento d’inverno e senza condizionatori d’estate.
Anche sull’acqua, pur essendo meno rilevante della questione energetica, assistiamo alla profusione a piene mani della paura ancestrale della sete, collegata alla presunta proprietà privata dell’acqua.
Non è così.
Le fonti d’acqua non vengono privatizzate, ma privatizzate e, quindi, gestite con criteri di economicità e produttività, diventano le società che gestiscono quelle fonti.
In sostanza il principio è quello, sacrosanto, di far pagare un prezzo adeguato ai costi l’acqua che arriva ai nostri rubinetti, avendone in cambio acquedotti funzionanti e una manutenzione che impedisce lo stesso spreco di acqua nel tragitto.
Probabilmente, poi, la scelta di fare i referendum porterà solo al costo della consultazione, visto che se l’astensione sarà, come negli ultimi quindici anni, maggioritaria, finirà tutto nel nulla.
E’ da stigmatizzare che, nel nome di scelte ideologiche fondate sull’odio e l’invidia e di paure prive di effettiva concretezza, si cerchi di bloccare, con grave danno per tutti, lo sviluppo produttivo della Nazione e la capacità operativa del Governo.

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2 commenti:

Vincent ha detto...

Oddio, mi imbatto in questo blog per puro caso, e mi chiedo: ma ricevi una qualche sovvenzione per scrivere o lo fai per tua libera scelta? Intendo, sei davvero convinto di quello che scrivi?
(chiedo scusa in anticipo se sembro polemico, giuro che non è mia intenzione scatenare un flame..)

Massimo ha detto...

Tutto frutto della mia libera iniziativa. :-D
Apprezzo l'impegno a non "scatenare un flame".