Anche se, pur di fare ascolti, ma, soprattutto, pur di danneggiare il Premier e con lui l’Italia intera, la stampa segue a ruota gli attacchi al Presidente portati dai magistrati, la politica è ben altra cosa e le scelte degli elettori devono fondarsi sulle questioni politiche e non sulle private passioni di Berlusconi.
Così, nel mezzo della distrazione indotta dalla persecuzione contro il Premier, rileviamo un nuovo tentativo di assalto alla spesa pubblica.
I comuni hanno respinto la bozza del federalismo fiscale, ritenendola insufficiente.
Insufficiente, ca vans dire, per le loro esigenze di spesa.
In sostanza invece di tagliare le spese, i comuni pretenderebbero ulteriori fondi statali, fondi che non possono che essere costituiti da denaro pubblico, acquisito tramite imposizione fiscale.
In un dibattito, il segretario della fisac (il sindacato del credito della cgil) ha proposto la creazione di un fondo di solidarietà per favorire l’occupazione dei giovani.
Ma qualsiasi fondo presuppone l’immissione di denaro fresco e la proposta sarebbe, ca vans dire, una TASSA sui redditi dei supermanager.
Il limite sarebbe stato fissato in 150mila euro, ma abbiamo visto troppo spesso in passato che tali limiti sono destinati ad abbassarsi (perchè sennò sarebbe una tassa che racimolerebbe poco) e a sinistra (nelle varie “una tantum” oggi “tasse di scopo” o nei limiti di esenzione da tickets o balzelli vari) hanno sempre inserito tra i “ricchi” i pensionati che avessero un reddito superiore ai 20 milioni di lire che, oggi, sarebbero trasformati in ventimila euro, quindi penalizzando una gran parte dei cittadini.
Come ciliegina si propone di far intervenire il Governo, naturalmente non con soldi propri dei ministri e sottosegretari, ma con un contributo pubblico (veggasi paragrafo precedente).
I rappresentanti dell’opposizione, invece di pensare a come ridurre la presenza dello stato nelle nostre vite, studiano ( o aprono bocca giusto per darle aria) proponendo le più balzane o assurde ricette, ma tutte girano attorno non alla abolizione o riduzione delle tasse, bensì al loro “miglior” utilizzo.
Ho persino letto la proposta di rendere deducibile l’Ici dall’Irpef, complicando ancora di più i conteggi di un modello per la dichiarazione dei redditi tuttora “lunare” per tutte le complicazioni imposte (dovrebbe essere lo stato a fare tutti conteggi e a chiedere le somme che poi il contribuente potrebbe contestare documenti alla mano).
Ma prevedere la deducibilità dell’Ici dall’Irpef, significherebbe dare per acquisita la reintroduzione di quella odiosa tassa sulla proprietà immobiliare, escludendo, nel contempo, la speranza che sia abolita anche per i casi residui in cui persino Berlusconi l’ha conservata.
Una proposta totalmente irricevibile.
Parlo troppo di tasse ?
Ma le tasse sono la più grande intromissione dello stato nella nostra vita privata e la maggiore fonte di limitazione della nostra libertà individuale.
I soldi che ognuno di noi guadagna, devono essere spesi per quel che interessa chi li guadagna e solo in minima parte, in base al contratto sociale che fonda uno stato, utilizzati per la difesa comune interna ed esterna, per i rapporti con gli altri stati, per l’amministrazione di una vera giustizia che non perseguiti i cittadini per la loro vita privata, ma li difenda dalle aggressioni alla loro persona ed alloro patrimonio e per il personale di una pubblica amministrazione strettamente necessario al suo funzionamento e non imbottito di esuberi clientelari e inefficienti.
L’esproprio continuativo di denaro per altre cause diventa una violazione del contratto sociale di uno stato e deve essere strenuamente combattuto.
Questo è un tema serio, non origliare i pettegolezzi che riguardano il Premier e su questo i cittadini devono decidere chi può o non può governarli, indipendentemente da qualsiasi “Ruby” di questo mondo.
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Così, nel mezzo della distrazione indotta dalla persecuzione contro il Premier, rileviamo un nuovo tentativo di assalto alla spesa pubblica.
I comuni hanno respinto la bozza del federalismo fiscale, ritenendola insufficiente.
Insufficiente, ca vans dire, per le loro esigenze di spesa.
In sostanza invece di tagliare le spese, i comuni pretenderebbero ulteriori fondi statali, fondi che non possono che essere costituiti da denaro pubblico, acquisito tramite imposizione fiscale.
In un dibattito, il segretario della fisac (il sindacato del credito della cgil) ha proposto la creazione di un fondo di solidarietà per favorire l’occupazione dei giovani.
Ma qualsiasi fondo presuppone l’immissione di denaro fresco e la proposta sarebbe, ca vans dire, una TASSA sui redditi dei supermanager.
Il limite sarebbe stato fissato in 150mila euro, ma abbiamo visto troppo spesso in passato che tali limiti sono destinati ad abbassarsi (perchè sennò sarebbe una tassa che racimolerebbe poco) e a sinistra (nelle varie “una tantum” oggi “tasse di scopo” o nei limiti di esenzione da tickets o balzelli vari) hanno sempre inserito tra i “ricchi” i pensionati che avessero un reddito superiore ai 20 milioni di lire che, oggi, sarebbero trasformati in ventimila euro, quindi penalizzando una gran parte dei cittadini.
Come ciliegina si propone di far intervenire il Governo, naturalmente non con soldi propri dei ministri e sottosegretari, ma con un contributo pubblico (veggasi paragrafo precedente).
I rappresentanti dell’opposizione, invece di pensare a come ridurre la presenza dello stato nelle nostre vite, studiano ( o aprono bocca giusto per darle aria) proponendo le più balzane o assurde ricette, ma tutte girano attorno non alla abolizione o riduzione delle tasse, bensì al loro “miglior” utilizzo.
Ho persino letto la proposta di rendere deducibile l’Ici dall’Irpef, complicando ancora di più i conteggi di un modello per la dichiarazione dei redditi tuttora “lunare” per tutte le complicazioni imposte (dovrebbe essere lo stato a fare tutti conteggi e a chiedere le somme che poi il contribuente potrebbe contestare documenti alla mano).
Ma prevedere la deducibilità dell’Ici dall’Irpef, significherebbe dare per acquisita la reintroduzione di quella odiosa tassa sulla proprietà immobiliare, escludendo, nel contempo, la speranza che sia abolita anche per i casi residui in cui persino Berlusconi l’ha conservata.
Una proposta totalmente irricevibile.
Parlo troppo di tasse ?
Ma le tasse sono la più grande intromissione dello stato nella nostra vita privata e la maggiore fonte di limitazione della nostra libertà individuale.
I soldi che ognuno di noi guadagna, devono essere spesi per quel che interessa chi li guadagna e solo in minima parte, in base al contratto sociale che fonda uno stato, utilizzati per la difesa comune interna ed esterna, per i rapporti con gli altri stati, per l’amministrazione di una vera giustizia che non perseguiti i cittadini per la loro vita privata, ma li difenda dalle aggressioni alla loro persona ed alloro patrimonio e per il personale di una pubblica amministrazione strettamente necessario al suo funzionamento e non imbottito di esuberi clientelari e inefficienti.
L’esproprio continuativo di denaro per altre cause diventa una violazione del contratto sociale di uno stato e deve essere strenuamente combattuto.
Questo è un tema serio, non origliare i pettegolezzi che riguardano il Premier e su questo i cittadini devono decidere chi può o non può governarli, indipendentemente da qualsiasi “Ruby” di questo mondo.
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1 commento:
Incominciamo a non pagare il canone, che permette agi e vizi a Santoro e Fazio. Giusto il commento della Santanchè,ieri:SCHIFOSO. Pure il telefono del Premier ha voluto dare, eppoi tirano le statuette,restando impuniti !
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