Intanto, poichè i cattocomunisti si sono confermati in due regioni che hanno portato alle urne il 44,06 (Campania) e il 41,83 in Puglia, non hanno dato fiato alla delegittimazione di presidenti eletti da una minoranza.
Del resto Stefani in Veneto è stato eletto con una partecipazione superiore, anche se di poco (44,64), prendendo anche più voti percentuali, quindi ottenendo il consenso di una percentuale superiore di elettori rispetto agli eletti in Campania e Puglia.
Quindi, oscurata almeno per questa occasione la litania sulla delegittimazione dell'eletto, "dotti e sapienti", per giustificare le loro parole, non possono che rivolgersi all'astensionismo, considerato un male, salvo essere completamente privi di qualsivoglia formula per motivare al voto chi non vota.
Ora, certamente, molti di quelli che non votano lo fanno per una forma di disinteresse e altri per protesta.
Il disinteresse, però, può avere anche un significato positivo, cioè le cose vanno bene, "finchè la barca va, lasciala andare" e, in effetti, tutti i fondamentali dell'economia, quindi anche delle prospettive per i singoli, sono positivi, la disoccupazione cala, l'inflazione è contenuta, negli ultimi tre anni gli stipendi hanno ricominciato a crescere.
Solo Landini e quelli il cui pensiero è distorto dall'odio ideologico dicono il contrario, oltre, per dovere di ruolo, i capi manipolo dell' opposizione.
La protesta, invece, mi sembra limitata a marginali gruppetti di insoddisfatti che sempre ci sono stati e sempre ci saranno.
C'è da aver paura, infatti, se tutti fossimo concordi ad applaudire, si finirebbe con il partorire obbrobri come la legge in votazione in parlamento (e speriamo che i senatori vengano illuminati sulla via di Damasco !) sul "consenso libero e attuale" che peggio non potrebbe esserci e, infatti, ha ottenuto l'approvazione unanime della camera, ma non leggo o sento una sola opinione favorevole tra le persone che non strologano per radio o televisione.
Del resto se gli insoddisfatti fossero anche motivati, invece di astenersi formerebbero un nuovo partito, come fu il movimento di Grillo che ottenne voti da destra e da sinistra, salvo poi disperderli quando perse verginità e credibilità con il Conte2 assieme ai cattocomunisti e pronubo Renzi.
E, come abbiamo visto, l'astensione è trasversale, quindi possiamo dire che il risultato rispecchia l'Italia di oggi che resta l'Italia della Meloni con 12 regioni amministrate dal Centro Destra e sei dalla sinistra (a parte bisogna sempre computare Valle d'Aosta e le province di Bolzano e Trento per la presenza dei partiti locali che alterano i rapporti tra le coalizioni).
Cosa emerge quindi dal 2025 elettorale ?
La stabilità politica che deriva da un Governo prudente, coerente, con una guida che ha saputo restituire all'Italia smalto e centralità anche nella politica internazionale, con tutti i benefici già citati in campo economico, quindi per la ricchezza della Nazione e di tutti gli Italiani.
E' la stabilità del Governo Meloni, di cui beneficiano anche le amministrazioni locali di segno opposto, pur con tutte le castronerie che commettono e dicono, perchè in un quadro positivo complessivo, anche il piccolo orticello di casa prospera e, senza merito, la sinistra riesce a conservare quello che già era suo.
A parte le ridicole dichiarazioni trionfalistiche della Schlein e di Conte (che forse avevano paura di perdere anche Campania e Puglia) ho cominciato ad ascoltare velenosi commenti sulla affermazione della Lega in Veneto che porta "dotti e sapienti" ad istigare alla divisione con Fratelli d'Italia e Forza Italia.
A me pare, invece, che avere la possibilità di scegliere, volta per volta, il partito della Coalizione che possa meglio rappresentare una idea, sia un valore aggiunto per il Centro Destra.
Come fu dopo gli errori di Salvini quando entrò nel governo Draghi con i cattocomunisti e poi votò la rielezione di Mattarella, lanciando la volata alla Meloni, così il voto massiccio per la Lega nel Veneto saldamente di Centro Destra, ci dice che non è stata gradita l'ostinazione sui due mandati che hanno impedito ad un Presidente apprezzato come Zaia di continuare a fare quello che faceva benissimo e, forse, che alcuni aspetti della politica governativa non sono graditi dalla base elettorale di Centro Destra.
Ad esempio la già citata legge sul "consenso libero e attuale" condivisa dalla Meloni e dalla Schlein e probabilmente anche l'ostinazione con la quale si continua a restare sulla barca, che fa acqua, di Zelensky.
Dopo tre anni abbondanti di Governo, però, il dato essenziale è che gli Elettori hanno visto un miglioramento e da qui la stabilità del voto anche locale con la conferma delle amministrazioni in carica, se non nelle persone, almeno nelle coalizioni.

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