Landini e la Schlein hanno rispolverato, dopo la patrimoniale, anche il mantra della "redistribuzione delle ricchezze", per contestare la riduzione dell'Irpef sui redditi da 28 a 50mila euro, considerati ricchi (!) e, quindi, da punire rendendoli poveri.
Il magazzino del socialcomunismo, ma anche di certo cattolicesimo sociale, "adulto" secondo Prodi, è pieno di simili rottami ideologici che guardano indietro di almeno due secoli.
Punire qualcuno perchè, con il suo lavoro, riesce a vivere dignitosamente o perchè può concedersi del superfluo (che è poi quello che dà qualità al piacere, proprio perchè è superfluo, un di più) è la tipica mentalità da suddito che prova piacere ad assistere alla ghigliottina di chi gli è stato sempre superiore.
Landini e la Schlein sarebbero più credibili se, invece di volerci tutti livellati verso il basso, cercassero di elevare quelli che hanno di meno, senza nulla togliere a chi ha di più, perchè la crescita deve essere fondata sulla produttività, sul lavoro, sulla creazione di ricchezza e non sulla rapina nei confronti di chi produce, lavora e crea ricchezze.
L'assistenzialismo che propongono Landini e la Schlein porta inevitabilmente al collasso di una società dove vengono penalizzati quelli che lavorano e beneficiati quelli che, per motivi vari, non creano ricchezze.
La solidarietà nei confronti di chi ha subito eventi sfortunati è ben diversa dall'assistenzialismo generalizzato che propongono Landini e la Schlein con la loro volontà di mettere le mani in tasca a chi produce.

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