Con grande arguzia, alla proclamazione dell'ennesimo sciopero generale da parte di chi è stato silente complice dell'estromissione dal lavoro e dalla retribuzione di coloro che non si punturavano, pone la domanda: chissà in quale giorno della settimana cade il 12 dicembre ?
Venerdì, ca va sans dire, con una introduzione creativa della settimana cortissima.
Landini, dimostrando la sua crassa ignoranza e assenza di qualsivoglia arguzia, ha replicato ululando alla mancanza di rispetto.
Lui che, senza alcun motivo, ha definito la Meloni "cortigiana".
Poi, alla proposta di una tassa patrimoniale sui presunti grandi patrimoni, la Meloni ha ricordato che la patrimoniale è una costante nei programmi della sinistra sempre alla ricerca dei modi per mettere le mani in tasca agli Italiani, ma, per fortuna, non vedrà mai la luce finchè ci sarà un governo di destra.
Più astutamente di Landini, la Schlein propone una patrimoniale "europea", scaricando cioè la responsabilità della scelta ad altri, per poter dire "ce lo chiede l'europa".
Fosse solo per questi due camei, la Meloni meriterebbe il voto degli Italiani, di tutti gli Italiani, perchè la matematica di Landini e della Schlein è molto arbitraria e i "grandi patrimoni", rischiano di diventare quelli di tutti noi, o della maggior parte di noi, perchè si fa presto a sommare depositi, case e altri beni, dando un valore che poi ci porti a superare ogni soglia che Landini e la Schlein volessero porre.
Senza considerare che in Italia, grazie alle spese ed ai provvedimenti fiscali della prima repubblica e del decennio da Monti a Draghi, le patrimoniali ci sono già e sono molteplici.
Dall'Imu sulle seconde case e sulle prime di pregio, alla tassa sui depositi (cioè sui risparmi che abbiamo faticosamente raccolto su beni già tassati, anche più di una volta) per cui paghiamo lo 0,05% sul valore dei nostri depositi ogni trimestre, cioè lo 0,2% all'anno.
Poi le imposizioni sui guadagni di borsa, sulle transazioni azionarie.
E patrimoniale è pure il ticket sanitario imposto in base al reddito, per cui chi già paga di più come contributo al servizio sanitario nazionale con la dichiarazione dei redditi, si trova a pagare di nuovo e di più anche quando accede al servizio.
E poichè in Italia, tra detrazioni, deduzioni, esenzioni, progressività e quant'altro, chi realmente paga le tasse sono sempre gli stessi, cioè la metà dei contribuenti, si può ben essere certi che le acrobazie contabili di Landini e della Schlein finirebbero per far pagare la patrimoniale dei loro desideri sempre alle stesse persone, un Italiano su due.
Del resto Landini e la Schlein contestano e si oppongono alla riduzione dell'Irpef sui redditi tra 28 e 50mila euro, a guardar bene, esattamente i redditi che sono in gran parte ricompresi in quell'Italiano su due che mantiene, con le proprie tasse, tutto l'apparato burocratico e assistenzialista.
Ma, per fortuna, finchè ci sarà un Governo di destra, la patrimoniale resterà solo nella testa di Landini e della Schlein.

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