Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

13 gennaio 2014

Guerra al contante, guerra alla Libertà

Con un articolo di Giuseppe Turani, un ampio servizio su Antonio Patuelli presidente Abi e una intervista al presidente di Confesercenti, QN il Quotidiano Nazionale (Il Resto del Carlino, Giorno, Nazione) ha aperto una campagna per l'abolizione totale dell'uso del contante.
Turani lo ha scritto chiaramente: per cinque anni proibire l'uso del contante in ogni transazione.
Una evidente mentalità stalinista che presuppone uno stato persino più invadente di quello prepotente e predone che abbiamo.
Una mentalità ostile alla Libertà della Persona, quindi contraria alla Dignità dell'Uomo.
Una mentalità che si traduce nella sottomissione agli interessi di chi vorrebbe controllare anche le spese minime dei cittadini e porta acqua al mulino di chi, vendendo e guadagnando sulle carte di pagamento, alimenta l'indebitamento di singoli, famiglie e aziende.
La guerra che viene scatenata contro il contante è la stessa guerra contro la Libertà che a livello statuale è rappresentata dalla moneta unica che ha sottratto alle Nazioni la Sovranità monetaria.
Il fisco è, da sempre, lo strumento per opprimere meglio i popoli, inibendo loro l'autonomia economica e quindi la libertà individuale.
E' evidente che difendere l'uso del contante è anche difendere la nostra Libertà.



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12 gennaio 2014

Si gonfiano come tacchini

Ieri a Brescia la mia alleanza di sogno (Forza Italia, Forza Nuova, Lega e Fratelli d'Italia) ha contestato la Chienge.
A parte la soppressione della Libertà di Opinione con la Digos che ha dovuto far rimuovere uno striscione esposto dall'Assessore Viviana Beccalossi contro lo ius soli, questa mattina il gr1 della Rai (la stessa che ci chiede il canone entro il 31 gennaio) ha fatto la sua marchetta riportando una dichiarazione della Chienge che, con la sua tipica parlata non italiana, ha tra l'altro detto: io sono l'istituzione, quando parlano con me parlano con l'istituzione.
E ecco che scatta il mio primo vaffa domenicale ...


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11 gennaio 2014

Piemonte:la solita storia

La magistratura gioca per la sinistra.
Non è una novità.
Noi votiamo e loro annullano.
E i risultati sulla vita sociale, politica, economica si vedono tutti.

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10 gennaio 2014

L'ipocrita beneficenza di Letta e Saccomanni

Letta e Saccomanni, con la complicità di Renzi, Alfano, Monti e Casini, hanno aumentato ancora una volta la nuova tassa sulla casa, dando la possibilità ai comuni di incrementare le aliquote tanto sulle prime, quanto sulle case ulteriori, senza peraltro in cambio dare altri servizi oltre a quelli che già si pagano (profumatamente) a parte.
In sostanza si paga per avere NULLA in cambio.
La scusa è che con tale aumento si potranno incrementare le detrazioni "per le famiglie bisognose".
Non capiscono che più aumentano le tasse, meno soldi abbiamo in tasca e quindi crescono le famiglie "bisognose" in un circolo vizioso che porta ad ingrossare il bisogno, le tasse e l'assistenzialismo ?
E, poi, la vera beneficenza la si deve fare con i soldi propri, non quelli altrui come fanno Letta, Saccomanni e complici che si fanno belli con i NOSTRI soldi.


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Per la sinistra il degrado non è mai abbastanza

Evidentemente alla sinistra non bastano lo ius soli, la cittadinanza e il voto per gli immigrati, il "matrimonio" omosessuale.
Per completare il degrado morale, civile e sociale della Nazione ecco rispuntare la liberalizzazione della droga.
Ed ecco che si completano gli elementi che nella Storia hanno distrutto tutte le civiltà: degrado sessuale, alterazione dei sensi tramite la droga, cessione della sovranità e della propria difesa agli stranieri.



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09 gennaio 2014

La tassa dell'invidioso e dello scialacquatore

Se la tassa sulle case è la classica rapina comunista contro la Proprietà, la tassa sui risparmi, che qualcuno vorrebbe ancora aumentare, pudicamente chiamata "tassa sulle rendite finanziarie", è la tassa dell'invidioso, dello sprecone, dello scialacquatore contro le persone assennate, che hanno cultura del e rispetto per il denaro, guadagnato e risparmiato con i sacrifici del lavoro quotidiano.
Lo scialacquatore invece no, vuole continuare a sperperare denaro e, esaurendo presto il proprio, vuole mettere le mani su quello altrui.
Non c'è differenza con il ladro o il rapinatore che sottrae i risparmi alla gente.
La tassa sui risparmi diventa così anche la tassa dell'invidia, di chi non sa contenersi e programmare la propria esistenza e, allora, muoia Sansone con tutti i filistei, cerca di ammorbare anche la vita del prossimo.
Tra Tobin tax, capital gain, prelievo sui depositi, qualunque cosa uno faccia, deve pagare il pizzo allo stato.
Se compri un titolo, paghi.
Se lo vendi paghi anche se se lo vendi in perdita e paghi due volte se lo vendi guadagnandoci.
Se vuoi fare cassetta, paghi il deposito.
E se ritirassimo tutti i nostri soldi e li nascondessimo sotto il materasso ?



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08 gennaio 2014

Contro tasse e burocrazia

Le tasse di uno stato predone e inefficiente hanno da tempo superato l'argine del legittimo e del sopportabile e solo un Popolo abituato ad obbedire non si è ancora rivoltato come avrebbe dovuto, forse anche perchè nessuno ha ancora incarnato lo spirito della ribellione, proponendo adeguate garanzie e solidarietà a chi protesta e spingendo sull'acceleratore della protesta.
L'occasione possono averla i partiti del Centro Destra in questo gennaio che segue il bagno di sangue di dicembre e sfruttando anche la protervia e l'inefficienza dei predoni che non solo opprimono il Popolo con tasse e aliquote sempre crescenti, ma lo obbligano anche a continue rincorse per inseguire le date di scadenza sempre differenti e calcolare (o far calcolare con un aggravio di costi a beneficio del caf sindacali e dei commercialisti) i nuovi importi da pagare.
Salvo modifiche dell'ultimo momento.
Insomma uno stato predone che rende la sua perversa azione di dominazione fiscale ancora più invadente e odiosa applicando una asfissiante, inutile e prepotente burocrazia.
Non solo dobbiamo pagare (troppo) ma dobbiamo anche perdere tempo e altro denaro per conoscere quali siano le scadenze e gli importi da pagare.
Se Berlusconi, Salvini, la Meloni, Fiore unissero le loro forze per dire agli Italiani,
non pagate più le tasse che non vi vengano comunicate per tempo, in modo dettagliato nella loro formazione e con l'accompagnamento del modulo precompilato per adempiere,
garantendo un collegio difensivo composto da avvocati e commercialisti per rintuzzare ogni pretesa dello stato fino a quando il Centro Destra non andrà al governo e, come primo provvedimento, sanasse ogni contestazione in merito, allora potremmo forse vedere lo stato farsi piccolo verso il Popolo, rispettarlo e, forse, riusciremmo persino a veder tagliate quelle spese che ci caricano, ogni anno, di debiti e di tasse.
Il mese di gennaio, con le scadenze tasi (16 gennaio in rinvio), mini imu (24 gennaio) canone rai (31 gennaio) bollo auto (31 gennaio) può essere il mese favorevole per innescare la miccia e far deflagrare tutto.
Occorre solo che almeno un partito nazionale impugni la fiamma della Libertà.


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07 gennaio 2014

Nazione e Famiglia valori non negoziabili

Il segretario del pci/pds/ds/pd, ha posto quali elementi fondanti dell’azione politica nei prossimi mesi la legge elettorale, il cosiddetto “job act” pessima imitazione di un Americano a Roma (in questo caso a Firenze), le unioni “civilie la revisione della Bossi Fini sull’immigrazione.
A parte il “job act” che vorrebbe essere un piano per dare lavoro a chi non lo ha (ma in realtà è solo una formula vuota) sono tutti argomenti marginali e dannosi per l’Italia.
Se avesse veramente voluto proporre una rinascita nazionale avrebbe dovuto porre in primo piano l’uscita dall’euro, quindi la riduzione delle tasse nei vari segmenti (redditi, risparmi e proprietà), la riforma della giustizia ed il presidenzialismo, cioè l’archiviazione della costituzione del 1948 ormai ampiamente inadeguata (a voler essere generosi).
In particolare è una pericolosa e distruttiva concessione argomentare sul “matrimonio” degli omosessuali e la concessione della cittadinanza e del voto agli immigrati, perché di questo si tratta quando si parla di unioni “civili” e di revisione delle Bossi Fini.
Sono i due argomenti che possono dissolvere una Nazione e le fondamenta su cui si basa ogni società civile: la Famiglia.
Una Patria è fatta di uomini e donne che la rendano, sotto ogni profilo, “una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor” e pensare di ammettere milioni stranieri che qui non hanno radici, non hanno storia, non hanno passato, quindi sono totalmente disinteressati, quando non apertamente ostili, alle nostre usanze, costumi, tradizioni, ma anche monumenti, cultura, gastronomia, significa non solo dissolvere la Nazione imbastardendola, ma anche porre le premesse perché gli Italiani siano espulsi dall’Italia, allo stesso modo in cui i Boeri, accogliendo, sia pur per sfruttarne il lavoro, Zulù, Xosa e altre tribù negre nel Transvaal, hanno posto le premesse per esserne cacciati.
Ma non minore rilevanza assumerebbe la elevazione a rango di legge del “matrimonio” omosessuale, rappresentando nel modo migliore quella dissoluzione dei costumi che ha già travolto in passato altre civiltà.
Un “matrimonio” che colpirebbe, forse mortalmente, l’istituzione fondamentale di una società civile, la Famiglia, la cui crisi coincide con la crisi della nostra società ed ha avuto inizio con l’approvazione della legge sul divorzio nel 1970.
Senza considerare i costi (reversibilità pensionistica, assistenza sanitaria e questo a prescindere dalle finzioni e dalle truffe che ne possono nascere) che simili provvedimenti imporrebbero ad un bilancio dello stato già sin troppo gravato da marchette varie a favore delle numerose clientele e che non richiede nuovi capitoli di spesa ma solo la cancellazione di molti di quelli attualmente scritti, per restituire ai singoli cittadini la gestione del proprio denaro che oggi viene estorto dalle vessazioni fiscali di uno stato nemico.
Nazione e Famiglia non possono essere quindi argomenti di discussione, di trattativa, di scambio.
Se mai una maggioranza si formasse per concedere cittadinanza e voto agli immigrati e il “matrimonio” agli omosessuali, quella maggioranza voterebbe la dissoluzione dello stato e ognuno di noi sarebbe legittimato non solo a contrastare tali provvedimenti in ogni modo, ma anche a sentirsi totalmente svincolato da ogni dovere verso le istituzioni statuali che hanno tradito il contratto sociale posto a base della costituzione dello stato Italia.
Ma potrebbe anche essere che, furbescamente, Renzi (chi lo imbecca) voglia stornare l’attenzione dando in pasto alla polemica i due argomenti che creano insanabili divisioni, per poi portare a casa l’unico sistema elettorale che ci imporrebbe una dittatura della sinistra per lunghi anni: il doppio turno.
Male ha fatto Berlusconi ad aprire alle proposte della sinistra sia pur a condizione e limitatamente alla legge elettorale per andare al voto il 25 maggio.
Avrebbe dovuto invece sviluppare il tema e rilanciare conservando, tra le proposte, il modello spagnolo, ma affiancandogli quello inglese (maggioritario uninominale secco ad un turno) e quello italiano di un porcellum rivisitato, con il collegio unico nazionale anche per il senato e con la automatica decadenza dei parlamentari che fanno il salto della quaglia (ad esempio Fini nella passata legislatura e Alfano in quella attuale).
Accettare il doppio turno significherebbe regalare alla sinistra lunghi anni di governo duranti i quali porterebbe a termine la distruzione della Nazione e la sua deriva morale, con la classica politica comunista che depreda redditi, risparmi e proprietà.

Contro quei provvedimenti, quindi, opporvisi non è solo un diritto politico, ma un dovere di legittima difesa per contrastare la volontà di estinguere il nostro Popolo.




Avvertenza: l'aver postato, oggi come potrà accadere in futuro, due immagini tratte dal sito di Forza Nuova non significa una decisione per il voto a quel movimento, essendo ancora troppo presto, ma solo la scelta di due manifesti rappresentativi del contenuto del mio commento. Peraltro è probabile che alle prossime elezioni il mio voto vada ad una Forza, che poi sia Italia o Nuova (che vorrei nella stessa coalizione) lo deciderò nell'immediato in base alla legge elettorale, alle alleanze, ai programmi ed alla più generale situazione politica e alle sue prospettive.


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03 gennaio 2014

La dissoluzione dietro le parole di Renzi

Il problema non è la legge elettorale, ma le due altre devianti e devastanti proposte: unioni "civili" che significa il "matrimonio" degli omosessuali e la modifica della Bossi-Fini che significa "porte aperte" all'invasione degli immigrati.
Renzi non se ne rende conto, ma chi lo ha imboccato su quei temi gli ha fatto proporre la dissoluzione dell'Italia, sotto ogni profilo.
Allora sì che tornerebbe ad essere solo una espressione geografica.


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02 gennaio 2014

Il bla bla del Colle

Naturalmente non ho ascoltato Napolitano, confermando una scelta che risale ai tempi di Scalfaro e che ho il piacere di vedersi allargare anche con sempre maggiori inviti a spegnere quella voce.
Non posso però impedirmi di ascoltare, io che la radio la tengo accesa in permanenza quando sono in casa, le marchette che i valletti di regime della rai di stato fanno, con una sperticata apologia delle banalità (quanto sincere non lo so e non ci giurerei) espresse dal Colle.
Spurgando l'incenso, direi che Napolitano ieri ha espresso due "concetti": riforme e rispetto.
Quali novità !
Quale profondità di pensiero e di analisi !
Ma chi crede di coglionare ?
Forse qualche nostalgico del pci/pds/ds/pd, certo non la maggioranza degli Italiani veri che guardano, valutano e decidono, anche senza esternare con plateali prese di posizione, ma facendolo ben capire nell'urna di quelle elezioni che Napolitano, proprio perchè sa che verrebbe bocciato dal Popolo, non vuole concedere.
Delle riforme ne sento parlare da quando sono nato e probabilmente ogni politico se ne riempirà la bocca anche in futuro.
Il punto non è straparlare di riforme in senso generale come di una formula magica che risolverebbe tutto, ma di realizzare quei provvedimenti necessari a risollevare la nostra Nazione.
E, certamente, non possono essere tali molti provvedimenti che la sinistra, pone da tempo al centro della sua propaganda.
Non è utile alla Nazione lo ius soli, la cittadinanza e il voto generalizzato concesso agli immigrati, perchè la cittadinanza e il diritto di voto che ne consegue deve essere un premio, non un diritto, concesso a singole, selezionate unità, non a masse, in modo da non stravolgere il tessuto sociale, economico, etnico e politico dell'Italia.
Non basta nascere (o vivere, come ha debordato la Chienge) in Italia per essere Italiani.
La Chienge avrà anche ottenuto la cittadinanza italiana, ma come l'ha ottenuta potrebbe anche, con una legge e un tratto di penna, esserle revocata.
La mia Nazionalità Italiana, invece, nessuno potrà mai cancellarla.
Non è utile il "matrimonio" omosessuale, che rappresenta, dopo divorzio, aborto, eutanasia, un ulteriore passo per la disgregazione di quei Valori Tradizionali che hanno sorretto la nostra Civiltà per millenni, rendendola la migliore mai esistita e il cui venir meno sgretolerebbe i pilastri sui quali la Civiltà, tout court, stessa si fonda.
Non sono utili leggi repressive della libertà di opinione (negazionismo, omofobia, discriminazione territoriale ....sic !) perchè calpestano il diritto naturale di ogni persona di esprimere le proprie idee e di poterle diffondere.
Non è utile l'esproprio sistematico della proprietà, altro Valore Tradizionale e Fondamentale di una società civile, attraverso tasse e imposte che depredano redditi e risparmi e limitano la possibilità di sostenere proprietà immobiliari.
Non è utile una giustizia che "scende in campo" schierandosi da una parte e colpendo sistematicamente un solo Leader, cercando così di ribaltare le scelte del Popolo.
Non è utile una organizzazione dello stato fondata non sul bilanciamento dei poteri, ma sul potere di interdizione nei confronti di chiunque cerchi di attuare un progetto politico votato dalla maggioranza degli elettori.
Non è utile accettare ordini da strutture sovranazionali controllate da nazioni straniere ed usare una moneta "comune" rinunciando a batterla in proprio, svendendo così quella Sovranità e Indipendenza Nazionale per la quale migliaia di Italiani sono morti nei secoli passati.
Ecco che si possono tratteggiare riforme vere, riforme sane, riforme utili che, però, sono sicuro non otterrebbero il consenso della sinistra, come in tutti gli anni passati in cui il Cavaliere ha pur provato a realizzarle (ricordo solo che il dimezzamento dei parlamentari fu realtà, ma venne bocciato da un referendum voluto pervicacemente dalla sinistra).
Quanto al "rispetto" per le istituzioni, quello lo si ottiene con i comportamenti e con la propria storia personale.
Non si può pretendere rispetto, quando il proprio passato e i propri atti presenti ne negano i presupposti, qualunque incarico istituzionale si ricopra.



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