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14 settembre 2010

Ci odiano.Prendiamone atto e comportiamoci di conseguenza

L’anniversario dell’11 settembre è passato con la doverosa commemorazione dei quasi tremila assassinati dalla barbarie dei fondamentalisti islamici.
Ma perchè tale commemorazione non resti un momento di vuota liturgia, è necessario trasformare il cordoglio e la commozione in atti positivi che incidano sulla realtà concreta del mondo globalizzato.
Dobbiamo prendere atto che l’odio verso i cristiani e, più in generale, gli occidentali, l’ “uomo bianco”, trascende ben oltre i limiti dei fondamentalisti musulmani.
L’amico Bisquì ha documentato, nel suo rinato blog , le farneticazioni di un predicatore negro che vorrebbe uccidere tutti i Bianchi a suo dire portatori del Male, mentre in Sudafrica stanno dando corso pratico a questa nuova “pulizia etnica” tra il silenzio generale di chi strepitava un giorno sì e l’altro pure (e spesso a sproposito) contro il Governo dell’Apartheid.
Sul fronte islamico vediamo che con o senza le “provocazioni” del reverendo Jones e dei suoi emuli che hanno bruciato copie del corano, la violenza colpisce i cristiani e gli occidentali.
E’ di questi giorni l’incendio di chiese e i tentati assalti alle basi Nato, ma la lista di omicidi per motivi religiosi e di farneticanti proclami che scatenano la caccia al cristiano è ben antecedente alla prima reazione, sottolineiamo: totalmente incruenta e meramente simbolica, del rogo del corano.
Sacerdoti italiani sono stati assassinati nella “civilissima” Turchia in odore di “santità” europea, nonostante un referendum che ha ridotto il ruolo dei militari, garanti della laicità dello stato.
A Parigi cova ancora sotto le ceneri il fuoco delle banlieu che Sarkozy, allora ministro degli Interni, era riuscito a soffocare usando il pugno di ferro, ma solo dopo devastazioni sul modello di quelle provocate, limitatamente a Genova, nel luglio 2001 dai lanciatori di estintori.
A Londra, nel luglio 2005, gli attentatori della metropolitana furono musulmani di seconda e terza generazione, dotati di cittadinanza e voto e solo con il ritorno dei Conservatori al potere si è iniziata una politica restrittiva sull’immigrazione.
A New York i musulmani hanno la sfrontatezza di pretendere di costruire una moschea nei pressi del luogo dove sorgevano le Torri Gemelle abbattute dalla violenza sanguinaria dei terroristi islamici.
In Italia siamo costretti a defatiganti battaglie per impedire la costruzione di moschee, minareti e “centri di culto islamico” che diventerebbero dei santuari dove si radunerebbero tutti coloro che ci odiano per chissà quali complotti ai nostri danni.
Se si considera che ci sono persone che, addirittura, al nostro interno, si sfilano dalla doverosa solidarietà e vorrebbero non solo dare ospitalità, ma anche ricoprire di benefici quali edifici di culto, cittadinanza e voto a chi vorrebbe, invece, solo imporci i suoi fanatismi, allora il quadro del pericolo è ben delineato.
I musulmani, che siano fondamentalisti o “moderati”, ci odiano, per una ragione molto semplice: la nostra Civiltà ha consentito alla nostra gente di creare benessere ed elevare le condizioni di tutti.
Risultato che loro non sono riusciti ad ottenere, restando ancorati ad un sistema feudale (inteso nel senso spregiativo del termine, perchè in realtà il Feudalesimo fu, ai suoi tempi e in Europa, un momento di progresso, un punto di passaggio forse obbligato per la nostra crescita civile) che a fronte di pochi privilegiati che vivono nel lusso (e nel vizio) più sfrenato, vi sono masse di diseredati cui viene fatto il lavaggio del cervello in chiave religiosa per stornare l’attenzione dai loro problemi interni e catapultarne l’odio verso di noi.
Insomma: ci odiano.
Prendiamone atto e comportiamoci di conseguenza, non concedendo alcuna fiducia, non fornendo loro la corda per impiccarci, non accogliendo, come da intuizione di ben dieci anni fa del Cardinal Biffi , chi si sa che non vuole assimilarsi e integrarsi.
E, ancora meno, fornendo loro luoghi in cui alimentare il loro odio e organizzare le loro azioni al riparo da controlli, pur essendo a casa nostra, o regalando beni preziosi come la cittadinanza e il diritto di voto.
Molti sono entrati in Italia e nell’Occidente e dubito che si possa ora pensare di ridurne il numero, ma non è mai troppo tardi per accorgersi del pericolo e far suonare al Big Ben della politica l’ora di fermare questa invasione.
Il Popolo, questo, lo ha compreso e la prova l’abbiamo nei sondaggi che forniscono percentuali bulgare, come quelle che appaiono ne Il Resto del Carlino , di contrari a costruzioni di moschee, centri islamici, concessioni varie.
Il Popolo ha compreso che ci odiano e che rappresentano un pericolo per la sopravvivenza, forse non la nostra ma quella dei nostri figli sì.
Sta a noi, a come sapremo reagire, contenere e respingere l’invasione , far sì che i nostri figli ci ringrazino per aver lasciato in loro eredità esclusiva la terra dei Padri, oppure farci maledire in eterno per aver aperto le porte a chi ne minaccerà la libertà, la sicurezza, la proprietà e il benessere.


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2 commenti:

Eleonora ha detto...

Un paio di esempi (di convertiti nostrani), li trovi pubblicati ora nel mio blog. E basta solo questo per rendersi conto della situazione. Anche via web.

sarcastycon ha detto...

Massimo
non basta impedire l'invasione,prima bisogna eliminare chi questa invasione vuole: i politici,gli ecclesiastici,gli imprenditori al nero....
ciao
Sarc