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No alla deriva

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26 febbraio 2008

E S P percezioni extra sondaggi

I partiti sono impegnati nella compilazione delle liste, la difficile quadratura tra “fiori all’occhiello” (che poi spesso tali non sono anche perché si tratta talvolta di presenzialisti che una volta si candidano con Forza Italia ed un’altra con il pci/pds/ds/pd dimostrando, come minimo, una pericolosa oscillazione) e portatori di voti, che spesso appartengono alla categoria degli “impresentabili necessari”.
A livello mediatico impazzano i sondaggi ed in una società sin troppo condizionata dai numeri (la famosa società senz’anima di chi antepone l’economia alla persona) ricerca di andare oltre quei numeri, facendo la media (matematica, suppongo) di cinque o più di quei sondaggi.
Personalmente presto poca fede ai rilevamenti delle varie società, anche perché io stesso, a volte interpellato, ho fornito – per puro divertimento – risposte fuorvianti e/o totalmente inventate.
Ho sempre avuto più fiducia nella “percezione” derivante dai contatti con amici e soprattutto colleghi (che non ci si sceglie …) e da quanto ascolto da loro.
Ne scrivevo ieri nel gruppo di discussione del Castello/Triares per due sorprese che ho avuto proprio in giornata.
E da tali sorprese ho tratto, al 26 febbraio, la percezione che l’Udc sia sottovalutata e la mossa di Casini di correre da solo, in questo momento, sta pagando.
Da qui, forse, la insistenza con la quale Berlusconi e il PdL stanno cercando di far passare il messaggio che il voto a Casini è voto a Veltroni.
Il bello è che Casini, proprio oggi, giudica favorevolmente quelle larghe intese che sono un po’ il tema non tanto misterioso delle elezioni, visto che tutti i commentatori le danno per scontate (e sperticandosi di lodi per una simile genialata che dovrebbe risolvere i problemi dell’Italia).
Ed è interessante vedere “chi” è a favore delle larghe intese.
In genere sono quelli che hanno paura di perdere, quelli che hanno passato una intera vita da funzionari di partito e per i quali l’obiettivo non è il “fare”, ma l’ “avere”.
E’ comprensibile, quindi, che chi vive di sovvenzioni o, comunque, in genere di “pubblico”, veda di buon occhio una soluzione alla tedesca, dove la torta viene equamente spartita tra i due maggiori commensali che contano di fregare l’altro alla prima occasione utile (a loro).
E’ comprensibile che, a fronte del rischio di perdere tutto, siano indotti a preferire la spartizione.
Ma non è solo Casini a turbare i sonni degli inciucisti.
Oggi ho avuto la piacevole sorpresa di leggere lo scritto del signor Filippo Facci sul Giornale: un malriuscito tentativo di criticare in modo ironico Daniela Santanchè.
Anche lei – e la Destra/Fiamma Tricolore – vengono particolarmente “curati” dai tedofori del neocompromesso storico.
Diversamente da Casini, citato per nome da Berlusconi, La Destra/Fiamma Tricolore e il suo candidato Premier Daniela Santanchè subiscono l’ostracismo dei mezzi di comunicazione, che dedicano più spazio a non candidati (come i radicali) che ad una lista che rappresenta una parte importante della nazione.
La percezione attuale è che, pur se meno di Casini anche perchè hanno meno "favori" mediatici del Leader neodemocristiano, La Destra/Fiamma Tricolore susciti simpatia e interesse – che ovviamente spero si trasformi in voto, anche se al momento non mi sembra conseguito lo scopo ... ma la campagna elettorale è lunga – come, invece, non accade per i socialisti, che continuano a portarsi dietro una ben triste nomea derivante dagli anni craxiani e neppure per Mastella (pur se è stato merito suo se siamo arrivati al voto).
Mi sembra abbastanza evidente che, anche a livello di percezione extra sondaggi, i due pachidermi senz’anima raccolgano ampi consensi, magari non tutti sinceri o disinteressati, ma sicuramente tali da raggiungere un buon 70% al quale aggiungere la Lega, alleata del PdL, in crescita di consensi e di rating e destinata ad intercettare chi non condivide la politica dell’inciucio ma, al contempo, teme che votare per un partito identitario possa favorire la parte avversa.
Vedremo il 14 aprile sera se ha pagato il richiamo, così anticipato, al voto per i due grandi partiti o se, nel prosieguo della campagna elettorale, gli elettori capiranno che tra un voto che porta alle larghe intese e un voto identitario, è meglio quest’ultimo perché il voto del cuore è sempre un voto utile .

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

mah secondo me la mossa di Veltroni di lasciar fuori la sinistra è una svolta nella politica italiana. Svolta di portata tale che Berlusconi, largamente in vantaggio, si è trovato a dover rincorrere le scelte di Veltroni.
Però ha operato con esiti diversi; nel suo tentativo di accorpamento non è riuscito a portare dentro Casini, spostando il suo baricentro a destra.
Credo che tu non sia della mia idea, però io vedo con favore questo nuovo assetto della politica verso il quale ci stiamo muovendo. Due grossi partiti che lasciano fuori - tutto sommato - gli estremi, con un centro a fare da ago della bilancia.

Staremo a vedere.

Massimo ha detto...

Infatti non sono della tua idea.
Magari avesse spostato il baricentro, purtroppo ha solo ammucchiato al centro, ha dipinto di grigio il suo partito.
Spero proprio che gli italiani impartiscano una lezione ai due pachidermi elettorali ... :-)