A novembre il Presidente Berlusconi ha annunciato la nascita del Popolo delle Libertà, chiamando a raccolta tutti gli Italiani anticomunisti.
Sempre a novembre il Presidente Berlusconi partecipò alla Conferenza Organizzativa de La Destra, ricordando che il suo cuore batteva all'unisono con quello dei congressisti.
E sempre a novembre Fini (di cui non si contano più le capriole) e Casini (che apprezzo per la coerenza, non per le idee che manifesta) attaccarono frontalmente la leadership del Presidente Berlusconi, difeso dai cosiddetti "piccoli".
Il resto è cronaca di questi giorni: Dini e Mastella che si ravvedono e fanno cadere Prodi, elezioni ad aprile.
E' bene ricordare questi passaggi per comprendere la genesi del Popolo della Libertà cui aderii il 25 novembre scorso.
E' bene ricordarlo perchè il Popolo della Libertà è nato come un contenitore per tutti gli Italiani anticomunisti.
Il Presidente Berlusconi aprì ad adesioni individuali e di gruppo.
E come tale il Popolo della Libertà ha un profondo senso innovatore nella politica nazionale, presentandosi uno e plurale.
Dove la pluralità, il valore aggiunto, sta nell'ampio spettro di rappresentanza sociale che porta aggregando anche gruppi e non solo singoli.
Dal Popolo della Libertà ci si può chiamare fuori, ma non è ammissibile una esclusione preconcetta e pregiudiziale.
Credo peraltro che accanto al Popolo della Libertà debbano convivere partiti fortemente caratterizzati e caratterizzanti sul piano ideale, di valori o territoriale.
Non vedrei quindi male una alleanza organica con la Lega, portatrice di Valori importanti che si possono riassumere nella "questione settentrionale" e con La Destra che, con la scelta di Fini di aderire ad un partito collegato al PPE, è ormai l'unica rappresentante di quegli Ideali e di quei Valori che ebbero nell'MSI il portabandiera per 50 anni.
E' strano l'atteggiamento di Casini che rifiuta di entrare nel Popolo della Libertà, anche se, oggi, il suo partito ha subito pesanti emorragie, e forse pensa di ritrovare per strada Mastella per costruire un centrino, alquanto superfluo.
Quella famosa scomposizione e ricomposizione della geografia politica è oggi a portata di mano.
Personalmente guardo con fiducia al Popolo della Libertà (purchè il Presidente Berlusconi non pensi a Fini come suo delfino), ma ribadisco che lo voterò solo se le esclusioni saranno volontarie e non dovute a veti o pregiudiziali altrui.
Sempre a novembre il Presidente Berlusconi partecipò alla Conferenza Organizzativa de La Destra, ricordando che il suo cuore batteva all'unisono con quello dei congressisti.
E sempre a novembre Fini (di cui non si contano più le capriole) e Casini (che apprezzo per la coerenza, non per le idee che manifesta) attaccarono frontalmente la leadership del Presidente Berlusconi, difeso dai cosiddetti "piccoli".
Il resto è cronaca di questi giorni: Dini e Mastella che si ravvedono e fanno cadere Prodi, elezioni ad aprile.
E' bene ricordare questi passaggi per comprendere la genesi del Popolo della Libertà cui aderii il 25 novembre scorso.
E' bene ricordarlo perchè il Popolo della Libertà è nato come un contenitore per tutti gli Italiani anticomunisti.
Il Presidente Berlusconi aprì ad adesioni individuali e di gruppo.
E come tale il Popolo della Libertà ha un profondo senso innovatore nella politica nazionale, presentandosi uno e plurale.
Dove la pluralità, il valore aggiunto, sta nell'ampio spettro di rappresentanza sociale che porta aggregando anche gruppi e non solo singoli.
Dal Popolo della Libertà ci si può chiamare fuori, ma non è ammissibile una esclusione preconcetta e pregiudiziale.
Credo peraltro che accanto al Popolo della Libertà debbano convivere partiti fortemente caratterizzati e caratterizzanti sul piano ideale, di valori o territoriale.
Non vedrei quindi male una alleanza organica con la Lega, portatrice di Valori importanti che si possono riassumere nella "questione settentrionale" e con La Destra che, con la scelta di Fini di aderire ad un partito collegato al PPE, è ormai l'unica rappresentante di quegli Ideali e di quei Valori che ebbero nell'MSI il portabandiera per 50 anni.
E' strano l'atteggiamento di Casini che rifiuta di entrare nel Popolo della Libertà, anche se, oggi, il suo partito ha subito pesanti emorragie, e forse pensa di ritrovare per strada Mastella per costruire un centrino, alquanto superfluo.
Quella famosa scomposizione e ricomposizione della geografia politica è oggi a portata di mano.
Personalmente guardo con fiducia al Popolo della Libertà (purchè il Presidente Berlusconi non pensi a Fini come suo delfino), ma ribadisco che lo voterò solo se le esclusioni saranno volontarie e non dovute a veti o pregiudiziali altrui.
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8 commenti:
Io non mi sposto dalla Lega. Specie dopo aver sentito che FI vuole fare concorrenza ad AN candidando qualche mussulmano cosiddetto "moderato".
Io Capezzone proprio non lo sopporto.
Ma che c'è venuto a fare a Destra?
Ma buttatelo fuori!
la penso abbastanza come te massimo, anche se, ad essere sincero, l'ennesima proposta di berlusconi come candidato non mi convince affatto..
Il Popolo della Libertà è un grande passo avanti e una grande occasione per unire i liberali, i conservatori, i moderati del Paese.
Su una cosa che hai scritto non sono d'accordo: l'alleanza con la Destra. Anche se molti dei valori di questo movimento mi appartengono, non condivido i passi indietro sulla faticosa strada che Fini negli anni ha coraggiosamente percorso: se si torna ad inneggiare il ventennio, si commette lo stesso errore di antistoricità della Sinistra comunista.
La situazione attualmente migliore è quella della Lega. Mi dispiace per la Destra, ma, in questo momento, non riesco a vederla molto bene. Storace è simpatico , per carità, ma non mi sembra adeguato e poi ha un po' troppi scheletri nell'armadio.
La Lega , anche nella mia zona, ha ringiovanito e rinnovato il direttivo.
Non credo che la questione sia di veti. E' chiaro che Fini e Storace non si possono vedere. Ma non mi risulta affatto che Berlusconi abbia intenzione di porre veti.
Il problema è il partito unico o meno.
Berlusca vuole un solo partito più la lega che corre solo al Nord.
AN ha rinunciato al simbolo e si è aggregata. La Mussolini pure. Casini e Storace tentennano e vorrebbero mantenere il simbolo del partito (e il conseguente gruppo parlamentare). Berlusconi NON vuole una alleanza di partiti, ma un partito unico.
Casini dovrebbe rinunciare allo scudo crociato. Storace al partito La Destra e entrare nel movimento / partito popolo delle Libertà.
Mentre Casini potrebbe farlo, Storace, causa la giovinezza del partito e la sua avversione con Fini, ha qualche problema in più.
Il discorso della "chiarezza" è più politico che altro.
Veltroni è costretto, causa lo schifo Unione, a presentarsi da solo.
A questo punto gioca la sua campagna politica dichiarando l'unità di intenti e la facilità di governo di un governo nel quale ci sia solo il suo partito.
Presentarsi dall'altro lato con 7-8 sigle significa offrire il fianco a questa offensiva politica che, avendo negli occhi il disastro dell'ultima coalizione di governo (l'Unione), potrebbe far perdere molti voti...
[Chiedo scusa per il commento precedente, ma quando parlo dei radicali vado fuori di testa….]
Per quanto mi riguarda voterò Forza Italia.
In questa coalizione, ripeto, che come unica nota stonata sono i radicali (Capezzone incluso).
Mastella lo posso sopportare, per la sua eccellente battaglia contro i DiCo, e per aver fatto cadere il governo Prodi; diciamo che si è fatto perdonare.
Mi dispiace molto per Storace, e credo che dispiacerà a molti nella coalizione di Centro-Destra.
Tuttavia, per quanto possa capire le posizioni di Storace, la politica deve avere un'evoluzione. Non si può restare attaccati ai vecchi schemi.
[Quando dico "schemi" non intendo "valori", i valori DEVONO rimanere invariati.]
La mia preoccupazione va anche al Sud.
Non sono meridionale, ma capisco i problemi dati da una corruzione radicata nella politica meridionale, che ha reso il popolo del Sud esausto e privo di dignità.
Bisogna dare un segnale forte per sradicare la mafia e la corruzione dal Sud.
Cominciando a ragionare da quello che è sempre stato un buon principio per migliorare le cose: “l'onestà intellettuale”. Ovviamente senza essere permalosi, le colpe le abbiamo tutti.
Perché così la cosa non può continuare.
Questa è la mia modestissima opinione.
Di ritorno da un fine settimana ... allungato in montagna, pubblico ora i commenti, anche "datati".
Il post che mi accingo a pubblicare fra poco, risponde per quella che è la mia posizione che, fondamentalmente, posso riassumere in tre punti:
1) Berlusconi ha dichiarato di essere favorevole ad intese (più o meno larghe) dopo il voto con i comunsti. Lo ringrazio per averlo detto prima del voto, ma non posso poprio votare per chi non escluda, a priori, ogni collusione con i rossi.
2) Berlusconi ha posizionato il PdL al centro. IO sono di Destra e, quindi non appartengo al PdL e non posso votarlo quando c'è la possibilità di votare un partito che rappresenta la Destra.
3) Non mi fido di Fini. Temo che Berlusconi voglia lasciare il PdL in eredità a Fini. E Fini non avrà il mio voto.
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