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No alla deriva

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10 giugno 2008

Governo a un bivio: o decide o deceda

Dopo l’abborracciato pagamento delle cambiali relative all’Ici (a cucci e spintoni Berlusconi ha estratto un coniglio che accontenta chi è di bocca buona e manica larga) e agli straordinari (qui uno deve essere veramente onnivoro per accontentarsi e indossare una XXL quando di solito porta una S) ecco che i nodi più rilevanti stando allegramente arrivando al pettine.
Alitalia.
Officiare Intesa Sanpaolo come advisor è la confessione che la cordata italiana fu un bluff elettorale cui hanno creduto quelli che volevano credervi.
In più Alitalia costa al contribuente italiano 300 milioni di euro con un prestito che ci porta sulla linea del fuoco di possibili ritorsioni europee (che costeranno sempre al solito contribuente europeo).
La soluzione è nell’ingegno – sicuramente non a titolo gratuito – di Intesa Sanpaolo che, non dimentichiamolo, tentò la scalata ad Alitalia assieme ad AirOne e con una offerta inferiore a quella di Air France.
Sicurezza.
Tanto rumore per nulla ?
Il piatto forte dei provvedimenti sulla sicurezza sta nell’introduzione del reato di ingresso clandestino che favorisca, senza possibilità di “interpretazioni” da parte dei magistrati l’immediata espulsione del reo.
Le chiacchiere che stanno caratterizzando la decisione di spostare l’introduzione di tale reato dal decreto legge (immediatamente in vigore) in un disegno di legge, legittima il sospetto –che è qualcosa in più – che la formulazione dello stesso sia modificata in senso favorevole agli illegali e, quindi, depotenziando una novità che rafforzerebbe legalità e senso di sicurezza dei cittadini.
Pubblica amministrazione.
Anche qui solo proclami ed editti, ma di concreto nulla.
Unica nota positiva: se non ottiene nulla entro un anno Brunetta ha promesso di andarsene.
Giustizia.
Parole, parole, parole.
Non si vuole tornare alle vecchie norme della Riforma Castelli, si vorrebbe limitare la possibilità di eseguire intercettazioni e qui arriva Napolitano che richiede larghe intese (?!?!?) per legiferare sulla materia.
Intanto nulla si fa perché i cittadini riacquisiscano fiducia nella magistratura che, da parte sua, continua a svolgere un ruolo di interdizione nella formazione della volontà legislativa, quando dovrebbe solo limitarsi ad applicare le leggi che, di volta in volta, il parlamento dovesse approvare.
Se qualche magistrato ha velleità da legislatore non deve usare la toga per porre veti o proporre norma, ma faccia come Di Pietro, si dimetta dalla magistratura e fondi un suo partito.
Immondizia.
L’unica cosa certa è che si preparano a bastonare i cittadini che non vogliono aprire discariche sotto casa.
Attenzione: non è un problema solo dei cittadini di quelle dieci località in cui sono state individuate delle discariche, ma di tutti noi.
Perché se oggi aprono discariche da loro, domani potrebbero decidere di aprirla sotto casa nostra e se protestassimo verremmo obbligati, manu militari, ad accettarle.
Ma questi sono solo alcuni argomenti che vedono il governo in affanno, al di là degli editti, prigioniero di antichi schemi e di diverse opinioni anche al proprio interno.
Si aggiungono infatti problematiche relative al lavoro, alla salute, alla scuola (no, ministro Gelmini, i bulli non sono un problema in una scuola che fosse seria, ma sono un sintomo della decadenza dell’istituzione !).
Il governo è a un bivio: o decide o deceda.

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