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20 giugno 2008

Il referendum a seconda della convenienza

Leggo che il Tar ha bocciato, accogliendo il ricorso di una associazione dei consumatori, il progetto di ampliamento della base Americana di Vicenza.
Ancora una volta la magistratura cerca di ostacolare le decisioni di governo, con le solite arzigogolazioni giuridiche che chiunque riuscirebbe ad esprimere su qualsiasi argomento (siamo o non siamo la patria dei sofismi ?).
Il motivo di fondo è: la scelta non è stata sottoposta a referendum tra la popolazione.
Che bella una nazione in cui qualsiasi decisione viene sottoposta a referendum !
Peccato che ciò venga sostenuto a corrente alterna, a seconda delle convenienze e, quel che è sospetto, a seconda della impostazione ideologica.
Non mi risulta, infatti, che un qualsivoglia Tar sia intervenuto per bocciare l’apertura di discariche perché la popolazione non è stata chiamata ad esprimersi con un referendum
Le discariche le aprono con un decreto e le difendono con un esercito di professionisti addestrati alla guerra (neanche all’ordine pubblico !).
Ma, soprattutto, nessuno che abbia esclamato: come hanno ragione quelli che vogliono un referendum perché il Popolo si esprima sul trattato di Lisbona !
No, anzi, chi ha osato proporlo è stato additato al pubblico ludibrio come se avesse proposto uno stupro di massa.
Non uno straccio di Tar che, intervenendo contro le scelte governative una volta per una buona causa, dicesse: stop al trattato, prima sottoponetelo a referendum.
Ecco perché non è credibile il pronunciamento del Tar contro l’ampliamento della base vicentina delle truppe dei nostri Alleati.
Ecco perché abbiamo una magistratura che perde sempre più fiducia popolare.

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8 commenti:

Jetset - Libere Risonanze ha detto...

Perfettamente d'accordo con il tuo articolo. La magistratura sta rompendo le palle un bel pò.

Massimo ha detto...

Più che altro volevo evidenziare il "due pesi due misure", come si rileva dal fatto che gli stessi che vogliono il referendum per il Dal Molin, sono quelli che rifiutano il referendum sul trattato di Lisbona o sull'apertura di discariche sotto casa dei cittadini.

Jetset - Libere Risonanze ha detto...

Su Lisbona non sto con Berlusconi ma con la Lega, spero che indica un bel referendum abrogativo! Sai che divertimento affossare quei mangiapane a tradimento? Sarebbe una grande vittoria su quest'Europa di invertebrati.

Massimo ha detto...

Mi sembra che Bossi si sia allineato dietro Berlusconi ...

Jetset - Libere Risonanze ha detto...

Ma mica tanto...ho amici leghisti e sai cosa vogliono fare? Un bel referendum abrogativo se passerà il sì al trattato. Ovviamente si può agire, ma con la testa e senza provocare inutili tensioni, fare i kamikaze non serve a nulla, Massimo, solo a far latrare la sinistra. A propostio: hai visto che non è la maggioranza ma sono loro ad andare a pezzi? Guarda Di Pietro e Veltroni quante se ne dicono! Non ti pare che l'azione di Berlusconi stia dando i suoi frutti e cioé spaccare la sinistra? Che goduria!

Massimo ha detto...

Io vedo che Bossi ha zittito gli antieuropeisti dicendo che la Lega voterà a favore ... mi sembrerebbe schozofrenico se poi raccogliesse firme per un referendum su un argomento escluso dalla costituzione.
Poi è sempre Bossi a moderare Berlusconi per non interrompere il dialogo, in pratica lanciando un ponte con la sinistra ... :-)

Jetset - Libere Risonanze ha detto...

Beh, lanciare un ponte alla sinistra è peggio per la sinistra che non combatterla. Fermati a ragionare con una visione tattica: questa cosa del dialogo divide i comunisti (PD da Di Pietro e Rifondazione) e non dà loro nulla perché tanto abbiamo la maggioranza e facciamo quello he vogliamo anche senza l'opposizione. Guarda come latrano con la faccenda dell'immunità, eppure il governo va avanti spedito fregandosene altamente. Sai Massimo, talvolta il nemico lo si abbatte meglio con i guanti di velluto. Ricorda l'Impero Romano: divide et impera!

Massimo ha detto...

Purtroppo così non è. Ancora una volta Berlusconi è isolato ed anche il suo risveglio combattivo di questi giorni è solo una reazione alla nuova aggressione giudiziale e non una scelta politica. Ed è di scelte politiche, anche di rottura, che c'è bisogno, non di perseguire un compromesso con chi la pensa esattamente al contrario (guarda, ad esempio, il ribaltone sulle norme sulla circolazione degli assegni: è sostanza, ma è una concezione opposta di società).