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30 novembre 2008

Non è conflitto di interessi

Nei provvedimenti assunti dal governo Berlusconi per fronteggiare la crisi finanziaria, è presente il raddoppio dell’Iva sugli abbonamenti alle televisioni a pagamento.
La televisione che più ne risentirà è la piattaforma di Sky con i suoi quasi cinque milioni di abbonati.
Credo si tratti di una cifra intorno ai 5/6 euro pro capite, nulla che possa mandare in fallimento un bilancio familiare.
Ma la sinistra è sembrata assatanata e, come in preda alle convulsione di un deja vu che si sperava archiviato, ha ululato al “conflitto di interessi”.
Secondo i comunisti e loro associati il provvedimento sarebbe un indebito favoreggiamento alle televisioni di Berlusconi.
Non riesco ad immaginare quale guadagno possa avere Berlusconi per questo provvedimento e non credo che Sky avrà disdette superiori a quelle normalmente ricevute (che spesso sono solo relative ad un canale tematico che non interesse più che all’intero pacchetto), per cui è evidente il carattere strumentale delle nuove scalmane della sinistra, probabilmente più rivolte a coprire la lotta intestina ed il regolamento di conti tra le componenti interne del pci/pds/ds/pd che non a proporre una seria analisi del provvedimento.
Perché se fossero seriamente interessati alla questione, avrebbero sposato l’impostazione di Sky che in tutte le edizioni di ieri ha evidenziato come si tratti di un aumento delle tasse, limitato agli abbonati alle televisioni a pagamento, ma è un aumento della tassazione.
E’, cioè, un qualcosa che Berlusconi aveva promesso che non avrebbe mai fatto.
Questa è la critica giusta da indirizzare al provvedimento: crea un pericolo, pericoloso, precedente, aumentando una tassazione, per la prima volta in sei anni di governo Berlusconi.
Per questo motivo credo debba essere esercitata una “moral suasion” (è di moda …) nei confronti del governo perché riveda il provvedimento e confermi le sue promesse elettorali di non aumentare le tasse e non inventarne di nuove (sennò non vedrei alcuna differenza tra Tremonti e Visco).
E’ evidente che se a sinistra insisteranno nell’agitare l’inesistente “conflitto di interessi”, il governo non potrà fare altro che mantenere l’aumento della tassazione, ma se si sposterà il tiro dalla becera propaganda antiberlusconiana alla concreta impostazione ideale che vuole abbassare le tasse e non aumentarle, a prescindere dai soggetti tassati, allora il governo non potrà che riconoscere come un simile provvedimento sia una violazione degli impegni assunti con gli elettori e con tutti gli Italiani.

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