Piaccia o meno, l’evento mediatico e politico del mese, che fa da prologo alla campagna elettorale per le europee, è la formale costruzione del Pdl.
Quel “partito di centro, moderato e liberale” che, proprio con questa definizione e con il conseguente atteggiamento di Berlusconi, ha escluso la Destra da quello che avrebbe potuto essere il partito di tutto il Centro Destra.
Una opzione che sembra dare ragione a Berlusconi, ma che preoccupa non poco perché, esclusa la Destra, sono stati ammessi personaggi sui quali si devono avere molti dubbi.
Parlo di socialisti e radicali che con la Destra, ma anche con il Centro Destra, hanno poco o nulla a che spartire e parlo di Fini e di quei 101 firmatari (molti comunque ricompresi tra i “socialisti e radicali” di cui parlavo prima) che hanno segnato una rottura rispetto alle aspettative del Popolo del Centro Destra in materia di sicurezza, ordine e legalità.
Oggi ho parlato con un amico di antica data che mi ha fatto il panegirico di Fini.
Mi ha detto di aver ascoltato tutto il discorso di Fini e di averlo trovato pienamente condivisibile.
Questo caro amico ed ex compagno di classe ha, però, votato per il pci/pds/ds/pd e le stesse parole elogiative usate per Fini le aveva espresse anche verso Veltroni.
Non è quindi campata in aria la battuta su Fini che “corre” per la poltrona di segretario del pci/pds/ds/pd, visto che gli stessi elettori di quel partito trovano con lui una forte affinità.
Proprio per questo Fini e chi lo segue non può rappresentare la Destra e, così, il pdl è privo di quel riequilibrio necessario alle istanze libertarie e socialiste fortemente presenti.
Naturalmente la Lega si è subito dichiarata disposta ad “intercettare” i voti di chi non considera l’adesione o la preferenza al pdl una scelta coerente con le proprie idee.
E, in effetti, la Lega esterna principi e propone visioni di destra.
Peccato che sacrifichi queste giuste prospettive al miraggio di un federalismo che, quando verrà approvato, sarà solo un pannicello caldo rispetto a quel che sarebbe necessario.
Guardiamo così a destra, quella vera, dove, però i movimenti non si contano sulle dite di una mano … a differenza dei voti che ognuno di questi riesce a racimolare.
E’ evidente che manca l’elemento catalizzatore, manca un Leader che, per la sua autorevolezza, per il suo carisma, metta tutti d’accordo, così che, ognuno, tira la sua propria volata nel reclamare per se stesso una presunta ortodossia sui Valori.
Ciononostante non rimane altra scelta che sostenere uno di questi movimenti, nella convinzione che la Destra è una necessità per la nazione e lo sarà se prenderanno sempre più piede le derive di carattere economico, morale e politico di cui abbiamo già udito il campanello di allarme derivante dalle parole di Fini e dalla lettera dei 101 (oltre ad alcune posizioni dissonanti con la politica dei Valori conclamata anche dal pdl, ad esempio sul “testamento biologico”).
Guarderò quindi con curiosità il congresso fondativo di quello che, comunque, diventerà la Dc del duemila, ma il mio voto andrà ad uno dei movimenti di destra dai quali spero veder nascere un Leader capace di riunire tutte queste forze che, disperse, non potranno mai incidere nella realtà politica, ma unite riusciranno a costruire una vera forza di Destra.
Nei Valori e nella pratica concreta della politica quotidiana.
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Quel “partito di centro, moderato e liberale” che, proprio con questa definizione e con il conseguente atteggiamento di Berlusconi, ha escluso la Destra da quello che avrebbe potuto essere il partito di tutto il Centro Destra.
Una opzione che sembra dare ragione a Berlusconi, ma che preoccupa non poco perché, esclusa la Destra, sono stati ammessi personaggi sui quali si devono avere molti dubbi.
Parlo di socialisti e radicali che con la Destra, ma anche con il Centro Destra, hanno poco o nulla a che spartire e parlo di Fini e di quei 101 firmatari (molti comunque ricompresi tra i “socialisti e radicali” di cui parlavo prima) che hanno segnato una rottura rispetto alle aspettative del Popolo del Centro Destra in materia di sicurezza, ordine e legalità.
Oggi ho parlato con un amico di antica data che mi ha fatto il panegirico di Fini.
Mi ha detto di aver ascoltato tutto il discorso di Fini e di averlo trovato pienamente condivisibile.
Questo caro amico ed ex compagno di classe ha, però, votato per il pci/pds/ds/pd e le stesse parole elogiative usate per Fini le aveva espresse anche verso Veltroni.
Non è quindi campata in aria la battuta su Fini che “corre” per la poltrona di segretario del pci/pds/ds/pd, visto che gli stessi elettori di quel partito trovano con lui una forte affinità.
Proprio per questo Fini e chi lo segue non può rappresentare la Destra e, così, il pdl è privo di quel riequilibrio necessario alle istanze libertarie e socialiste fortemente presenti.
Naturalmente la Lega si è subito dichiarata disposta ad “intercettare” i voti di chi non considera l’adesione o la preferenza al pdl una scelta coerente con le proprie idee.
E, in effetti, la Lega esterna principi e propone visioni di destra.
Peccato che sacrifichi queste giuste prospettive al miraggio di un federalismo che, quando verrà approvato, sarà solo un pannicello caldo rispetto a quel che sarebbe necessario.
Guardiamo così a destra, quella vera, dove, però i movimenti non si contano sulle dite di una mano … a differenza dei voti che ognuno di questi riesce a racimolare.
E’ evidente che manca l’elemento catalizzatore, manca un Leader che, per la sua autorevolezza, per il suo carisma, metta tutti d’accordo, così che, ognuno, tira la sua propria volata nel reclamare per se stesso una presunta ortodossia sui Valori.
Ciononostante non rimane altra scelta che sostenere uno di questi movimenti, nella convinzione che la Destra è una necessità per la nazione e lo sarà se prenderanno sempre più piede le derive di carattere economico, morale e politico di cui abbiamo già udito il campanello di allarme derivante dalle parole di Fini e dalla lettera dei 101 (oltre ad alcune posizioni dissonanti con la politica dei Valori conclamata anche dal pdl, ad esempio sul “testamento biologico”).
Guarderò quindi con curiosità il congresso fondativo di quello che, comunque, diventerà la Dc del duemila, ma il mio voto andrà ad uno dei movimenti di destra dai quali spero veder nascere un Leader capace di riunire tutte queste forze che, disperse, non potranno mai incidere nella realtà politica, ma unite riusciranno a costruire una vera forza di Destra.
Nei Valori e nella pratica concreta della politica quotidiana.
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3 commenti:
Mi sembra che Fini abbia detto che il PdL non sarà soltanto un partito di Destra; non ha detto di non essere più di destra.
Secondo me si è trattato di un'espressione comunque infelice, perché si può benissimo difendere la libertà ed essere di destra, ma non ha comunque rinnegato la propria appartenenza.
Se la politica è compromesso, metamorfosi che può arrivare anche al ribaltamento dei valori professati prima; se la politica è un mestiere, un modo di stare a galla comunque. Beh, se è così Fini è un grande politico ed un ottimo nuotatore! I valori della destra non li rappresenta più lui già da anni.
Fini non aveva bisogno di rinnegare il suo passato sabato scorso, perchè già lo aveva fattp dal 2003 in poi, fino all'appoggio morale ai 101. Il pdl non doveva essere un partito di destra, ma di centro destra, onnicomprensivo di tutta l'area. L'assenza della destra lo rende solo un partito "di centro" come lo ha definito Berlusconi. Quindi la Destra Italiana è al momento senza rappresentanza.
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