Casini vede Bersani.
Berlusconi vede Casini.
Bossi e Fini non vedono Berlusconi.
Bersani vede persino i verdi nel tentativo di recuperare qualche pezzo.
Nel frattempo sembra che, grazie ai paesi dell’est e in particolare della Polonia, sia scongiurato il rischio di vedere “baffino” gongolare in un nuovo incarico europeo.
Quella europa piccola piccola che offende una maggioranza per una presunta tutela di una minoranza.
Quella europa le cui sentenze hanno lo stesso sapore ed effetto di quelle dei magistrati militanti antiberlusconiani in Italia.
Così si torna alla politica di sempre: le scadenze elettorali perchè gli esami non finiscono mai.
Le regionali sono un importante test politico.
Vi sono regioni che “pesano” più di altre e se Toscana, Umbria ed Emilia Romagna sono appannaggio certo della sinistra, altre sono in bilico e persino Casini potrebbe spostare l’ago della bilancia.
Ma il Centro Destra deve anche riconoscere il ruolo dell’importante alleato, la Lega Nord che a ragione chiede la presidenza di una importante regione del Nord.
Il Veneto è, a mio avviso, la regione che dovrebbe vedere la presidenza leghista, sia perché è nel Veneto che nacque l’idea leghista con la Liga Veneta, sia perché il Popolo Veneto è quello con il maggior spirito indipendentista tra quelli del Nord e una presidenza leghista sarebbe il giusto riconoscimento alla specificità degli eredi della Serenissima.
Ma la Lega ha diritto anche ad ottenere altre candidature, pur se non vincenti, come, ad esempio, quella per la presidenza dell’Emilia Romagna, dove le battaglie leghiste contro le moschee e l’invasione extracomunitaria attraggono consensi “bipartisan”.
Ma, direbbe qualcuno, Casini si rifiuta di votare un candidato leghista.
E chi se ne frega ?
E’ vero che Casini in Liguria, nel Lazio, in Calabria, in Puglia e in Campania potrebbe fare la differenza tra una vittoria e un trionfo, ma perché dobbiamo legarci le mani con un alleato infido per qualche regione in più ?
Berlusconi non si metta a corteggiare Casini e continui invece a curare i solidi alleati leghisti.
Piuttosto cerchi di recuperare quel 3% di elettorato che vota per la Destra Radicale, sicuramente affidabile, anticomunista, tradizionalista (nei costumi e negli ideali) e antimmigrazionista.
Se invece di una dozzina di regioni regioni il Centro Destra ne conquistasse solo sette o otto non sarebbe un dramma, perché l’importante è amministrare e governare coerentemente con la volontà dei propri elettori.
Che non chiedono affatto ciò che propugna Casini (e, per la verità, neppure Fini) ma vogliono:
- meno tasse
- stop all’immigrazione soprattutto quella islamica
- comandare a casa propria (quindi la cittadinanza breve se la sognano !)
- ordine e sicurezza nelle città
- la fine del potere temporale dei magistrati militanti
- il rispetto delle Tradizioni italiane che derivano dalle nostre radici Romane e Cristiane.
La chiarezza sarà sicuramente premiata più dei compromessi e dell’immobilismo che i compromessi comportano.
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Berlusconi vede Casini.
Bossi e Fini non vedono Berlusconi.
Bersani vede persino i verdi nel tentativo di recuperare qualche pezzo.
Nel frattempo sembra che, grazie ai paesi dell’est e in particolare della Polonia, sia scongiurato il rischio di vedere “baffino” gongolare in un nuovo incarico europeo.
Quella europa piccola piccola che offende una maggioranza per una presunta tutela di una minoranza.
Quella europa le cui sentenze hanno lo stesso sapore ed effetto di quelle dei magistrati militanti antiberlusconiani in Italia.
Così si torna alla politica di sempre: le scadenze elettorali perchè gli esami non finiscono mai.
Le regionali sono un importante test politico.
Vi sono regioni che “pesano” più di altre e se Toscana, Umbria ed Emilia Romagna sono appannaggio certo della sinistra, altre sono in bilico e persino Casini potrebbe spostare l’ago della bilancia.
Ma il Centro Destra deve anche riconoscere il ruolo dell’importante alleato, la Lega Nord che a ragione chiede la presidenza di una importante regione del Nord.
Il Veneto è, a mio avviso, la regione che dovrebbe vedere la presidenza leghista, sia perché è nel Veneto che nacque l’idea leghista con la Liga Veneta, sia perché il Popolo Veneto è quello con il maggior spirito indipendentista tra quelli del Nord e una presidenza leghista sarebbe il giusto riconoscimento alla specificità degli eredi della Serenissima.
Ma la Lega ha diritto anche ad ottenere altre candidature, pur se non vincenti, come, ad esempio, quella per la presidenza dell’Emilia Romagna, dove le battaglie leghiste contro le moschee e l’invasione extracomunitaria attraggono consensi “bipartisan”.
Ma, direbbe qualcuno, Casini si rifiuta di votare un candidato leghista.
E chi se ne frega ?
E’ vero che Casini in Liguria, nel Lazio, in Calabria, in Puglia e in Campania potrebbe fare la differenza tra una vittoria e un trionfo, ma perché dobbiamo legarci le mani con un alleato infido per qualche regione in più ?
Berlusconi non si metta a corteggiare Casini e continui invece a curare i solidi alleati leghisti.
Piuttosto cerchi di recuperare quel 3% di elettorato che vota per la Destra Radicale, sicuramente affidabile, anticomunista, tradizionalista (nei costumi e negli ideali) e antimmigrazionista.
Se invece di una dozzina di regioni regioni il Centro Destra ne conquistasse solo sette o otto non sarebbe un dramma, perché l’importante è amministrare e governare coerentemente con la volontà dei propri elettori.
Che non chiedono affatto ciò che propugna Casini (e, per la verità, neppure Fini) ma vogliono:
- meno tasse
- stop all’immigrazione soprattutto quella islamica
- comandare a casa propria (quindi la cittadinanza breve se la sognano !)
- ordine e sicurezza nelle città
- la fine del potere temporale dei magistrati militanti
- il rispetto delle Tradizioni italiane che derivano dalle nostre radici Romane e Cristiane.
La chiarezza sarà sicuramente premiata più dei compromessi e dell’immobilismo che i compromessi comportano.
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1 commento:
Anch'io quoto la Lega per il Veneto. E Luca Zaia mi piace molti di più di quel maneggione di Galan.
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