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No alla deriva

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11 agosto 2010

Serve ancora un parlamento ?

Il signor Tizio si candida al parlamento e viene eletto.
Vorrebbe portare tutto il suo entusiasmo, le sue idee e la sua onestà nel nuovo “lavoro” perchè è sinceramente convinto di poter realizzare qualcosa di buono per la sua comunità.
Così comincia a votare pro o contro in base alla sua coscienza che, ad esempio, gli dice di non votare le leggi di spesa che appaiono ad ogni evidenza uno sperpero clientelare di denaro pubblico.
Quando però propone un progetto che gli sta a cuore, non trova voti per farlo passare.
Eppure è un buon progetto, di interesse generale, allora perchè i suoi “colleghi” non lo votano?
Il parlamentare di lungo corso Caio gli spiega che se vuole far passare il suo progetto, deve però mettersi d’accordo per il progetto di Caio, di Sempronio e di Mevio.
Solo così Tizio otterrà i voti sufficienti.
Tizio obietta: ma così la spesa aumenta quattro volte di più !
Certo, gli dice Caio, ma se vuoi il voto degli altri, devi accontentare anche le loro esigenze.
Così il parlamentare Tizio ha due strade: rinunciare ad un progetto di utilità generale oppure aumentare la spesa pubblica, votando i progetti di Caio, Sempronio e Mevio, pur di far passare il proprio.
Intanto il tempo passa ...

Il concetto di “democrazia” si è evoluto nel tempo.
La patria riconosciuta della democrazia fu Atene, ma se applicassimo oggi il criterio di allora, vedremmo che tale modello è ben lungi dall’attuale.
Non avevano diritto di voto le donne, molti ateniesi ne erano esclusi per censo, altri perché esiliati, insomma la democrazia dell’era di Pericle era per una sola (minoritaria) parte della cittadinanza che poteva riunirsi in assemblea, nella agorà, e/o votare sulle decisioni più importanti.
Così nel susseguirsi dei secoli la democrazia ha assunto diversi connotati fino ad arrivare a quella a noi nota che si fonda sul suffragio universale da parte dei cittadini di uno stato che eleggono i propri rappresentanti che, a loro volta, formano la maggioranza per dare un governo.
L’accelerazione dei tempi delle comunicazioni e dei trasporti, ha però reso questa democrazia obsoleta e un fardello per le attività di tutti i giorni, provocando sistematicamente ritardi (e costi) nel formare le decisioni e nell’applicare i rimedi.
Alcune nazioni hanno cercato di porre rimedio conferendo ad un unico soggetto il potere di decidere sotto il controllo di un parlamento.
In pratica si tratta di un monarca condizionato e a tempo.
Altre nazioni hanno diviso le competenze in due rami del parlamento, altri hanno fortemente decentrato in sede locale numerose decisioni.
In Italia una costituzione scritta sull’onda emotiva di un Ventennio di guida certa e purtroppo con un finale tragico, impedisce tutto ciò.
Si è leggermente migliorato dal 1994 in poi grazie non tanto ad alchimie sulla legge elettorale, ma per la presenza di una persona, Silvio Berlusconi, con forte carisma e autorevolezza che, superando i limiti della costituzione, ottiene il proprio mandato e la propria forza direttamente dal Popolo.
Berlusconi è così riuscito a mantenere a galla la nazione pur in presenza di fortissime resistenze che trovano nei “poteri forti”, economici, giudiziari, politici e mass mediatici, i loro mandanti ed esecutori.
Una legge elettorale studiata a tavolino per votare un “Presidente” e concedere alla lista o coalizione più votata una forte maggioranza parlamentare, non sembra sufficiente a garantire la necessaria efficienza legislativa perché basta una persona indifferente alla volontà di chi lo ha votato che faccia della ambizione personale l’alfa e l’omega della propria azione politica, per creare ulteriori ostacoli.
Si tenta di superare anche questo ostacolo con lo strumento, previsto dalla costituzione, del decreto legge, forzandone oggettivamente la natura e dei ripetuti voti di fiducia.
In questo modo i governi del Centro Destra sono riusciti a realizzare alcune importanti riforme sufficiente a mantenere competitivo il sistema Italia, ma non a creare i presupposti per quel colpo di reni che ci porterebbe indiscutibilmente a primeggiare nel panorama internazionale.
Proprio il percorso parlamentare dei decreti legge ha reso evidente la vetustà del sistema istituzionale e parlamentare previsto dalla nostra costituzione.
Non è possibile che dopo due anni, due anni !, ci si avvii verso una legge contro i pettegolezzi che sostanzialmente lascia inalterata la possibilità per i magistrati di origliare le nostre conversazioni private e sbirciare dal buco della serratura e, quel che è peggio, ai giornalisti di spiattellare il tutto sulla stampa o in televisione.
E questo vale per tutti gli aspetti di governo necessari alla gestione della cosa pubblica.
Berlusconi, purtroppo, non sarà eterno e dopo di lui è presumibile vi sarà una ulteriore, lunga, fila di mediocri che utilizzeranno la politica come strumento di affermazione e crescita sociale.
Probabilmente cambiando anche la legge elettorale per tornare agli intrallazzi da prima repubblica quando la Dc chiedeva e prendeva i voti nel nome dell’anticomunismo e poi si accordava con il Pci per l’approvazione del 90% delle leggi, spendendo quindi male e a sinistra quei voti anticomunisti.
E’ un po’ quel che sta tentando di fare Gianfranco Fini: ha preso i voti all’interno della “comica finale” del Pdl e adesso è il principale oppositore di Berlusconi.
Allora mi domando se sia ancora utile il sistema parlamentare, con doppia approvazione delle leggi, con un presidente della repubblica che può rifiutarsi di promulgarle, con una corte costituzionale che può liberamente tagliarle tutte o in parte, con una pletora di magistrati che si reputano in diritto di interpretarle a piacimento (tanto una motivazione in Italia riusciamo sempre a darla, capaci come siamo di sostenere tutto e il suo contrario).
Non sarebbe più semplice adeguare la democrazia alla nuova società che viviamo, più veloce, più efficiente, più pratica e, quindi, conferire ad una e una sola persona il potere decisionale, sottoponendola ad un voto periodico (ad esempio ogni cinque anni con la possibilità di essere consecutivamente rieletto solo una volta) in contrapposizione a candidati che propongano, a noi Popolo Sovrano, progetti alternativi da realizzare, comunque, senza gli annacquamenti, le lungaggini e i compromessi di un parlamento ?

Intanto, nel nostro ipotetico parlamento, si continua a discutere dei progetti di Tizio, Caio, Sempronio e Mevio, senza che ci sia nessuno in grado di prendere decisioni ...



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10 commenti:

Anonimo ha detto...

In parte concordo.
La nostra Costituzione è "lunga e rigida" ci insegnano.
Se da un lato può sembrare farraginosa, dall'altro (applicata con criterio) è forse la miglio opera che i costituenti abbian lasciato.
Nessun paese ha una Carta di tale portata, democratica e garantista in ogni virgola.
Non la cancellerei Massimo,
se non nel numero dei Parlamentari e nella forma del Senato.

Ma mi sembra di ricordare che tal e riforma fu bocciata grazie ad una feroce campagna referendaria da parte di coloro che oggi la invocano...

Piuttosto, i principi e valori scritti sulla nostra Carta non possono convivere con una legge elettorale come quella attuale, è questa che più preoccupa i governi.
Cambiamola.
Anche la Costituzione ne gioverà.
Paese compreso.

Bacioni

Massimo ha detto...

Se potessi scegliere, tra la costituzione e la legge elettorale preferirei la legge elettorale :-) Questa costituzione non mi piace, non mi ci riconosco, è un monumento alla inefficienza, alle chiacchiere, allo spreco. Credo sarebbe sufficiente una carta fondamentale che enunci i Valori di base (quelli veri, però ...) e lasciare il resto (ivi incluso il sistema politico rappresentativo) alle leggi ordinarie in modo da poterle adattare al mutare dei tempi.
La legge elettorale, come ebbi modo di scrivere, deve rispecchiare quelle che sono le esigenze del Popolo chiamato a votare. In Italia se ci troviamo in due fondiamo due partiti. Abbiamo un forte spirito identitario e di campanile. Da noi difficilmente potrà vincere il bipartitismo. E te lo dice uno che sarebbe per il maggioritario secco modello GB o Usa. Questa legge mi sembra che rappresenti il meglio tra le esigenze di governabilità (il premio di maggioranza aiuta e aiuterebbe ancor di più concedere al Premier poteri che gli permettano di comandare sulla sua coalizione) e lo spirito identitiario perchè permette la presenza, all'interno delle coalizioni, di tutti i partiti (l'errore di Berlusconi nel 2008 fu quello di escludere La Destra e tutti coloro che volevano marcare la loro identità in modo autonomo dal Pdl). Sulle preferenze, poi, ricordo come siano controllabili al sud i voti quando si possono formare combinazioni varie con le preferenze.
Per il resto, sono d'accordo sul fatto di diminuire i parlamentari e che una riforma efficace fu realizzata dal Centro Destra e bocciata con una campagna referendaria della sinistra che fece leva sulle paure dei meridionali.

Le_Barricate ha detto...

La democrazia è buona e giusta, ma solo in teoria. In pratica è un gran casino perchè ognuno è libero politicamente di contrastare gli altri per il semplice gusto di contrastare e per il proprio interesse di parte, sostenendo un giorno una cosa e il giorno dopo il suo esatto contrario. Ciao!

Unknown ha detto...

Beh io invece preferirei prendere un gran braciere e buttarci dentro la costituzione, salvando magari qualche articolo! Figuratevi che una cosa simile é stata detta da un grandissimo Professore di DIRITTO COSTITUZIONALE dell'università Federico II (che ora é andato in pensione, per sfortuna degli attuali studenti) il quale asseriva che la nostra Costituzione sarebbe COMPLETAMENTE da rifare! Ma basta pensarci un attimo. Questa costituzione é stata creata subito dopo il (grande) Ventennio e quindi doveva soddisfare le manie di potere e protagonismo di tutti quei partiti e personalità della politica di allora, che con il Fascismo avevano perso i loro attacchi nella società e sul popolo! Per quanto invece riguarda la politica italiana io non mi preoccuperei tanto del presente, ma del futuro! Io essendo ancora un ragazzo (soli 19 anni), mi viene spontaneo pensare al futuro, un futuro nel quale Berlusconi deciderà di abbandonare la politica. Quando questo accadrà si tornerà al clima che regnava quando era al governo la DC, in quanto la destra scomparirebbe perché senza un leader, degno di questo nome, i leghisti si "rintaneranno nel loro fortino nordista", coloro che decideranno di rimanere e tenteranno di fare un'opposizione a questa sinistra (che non dimentichiamoci mai, ha mani in pasta ovunque) faranno flop, in quanto la gente non si riconoscerebbe più in nessuna personalità di destra! Ed é appunto per questo che io TEMO FORTEMENTE per il futuro di questo bellissimo e splendido paese che potrebbe essere ai vertici mondiali sotto ogni singolo punto di vista!

Ma queste sono le mie considerazioni, molto probabilmente troppo catastrofiste o completamente sbagliate, ma la "paura" di vedere il proprio paese andare in malora e soprattutto in mani di gente che lo vede solo in funzione personale, forse porta a fare queste considerazioni!

Saluti

Massimo ha detto...

Gaetano. La democrazia deve essere attualizzata. Libera competizione tra una pluralità di candidati ma poi, chi vince, decide senza se e senza ma.

Alessandro. Perfettamente d'accordo. Questa costituzione garantisce solo l'anarchia. Sono d'accordo anche sulle fosche previsioni del dopo Berlusconi, a meno che il Premier non riesca, prima di godersi il meritato riposo nelle sue ville, a sanare gli endemici difetti della nostra Italia e non solo a limitare i danni.

Anonimo ha detto...

Vabbè Massimo.
Però Masimo lo sbarramento previsto dalla legge elettorale no...
Pechè mai "gli altri", piccoli o minuscoli che siano non devono rappresentare chi li ha avuto fiducia e chi crede nell'ideologia?

Alessandro,
la sua visione post-Berlusconi è realista.
La condivido.

Anonimo ha detto...

Scusa l'errore sul tuo nome...

Massimo ha detto...

Perchè, Monica, ogni gruppo parlamentare ci costa. Ci costa economicamente perchè ha diritti di segreteria, aule etc.. Ci costa politicamente perchè favorisce l'anarchia. Ci costa operativamente perchè obbliga ad ampliare la platea con cui accordarsi. Anche lo sbarramento serve per dare rappresentanza a chi ha un seguito significativo, non a chi rappresenta poco più di se stesso. Ed è in tale principio il fatto di porre lo sbarramento al 4% quando si corre da soli e al 2% quando si è in una coalizione che superi almeno l'8%.
Questa legge elettorale ha solo una "porcata" che è il collegio regionale per il senato imposto da Ciampi. Quello che ha scritto Calderoli va benissimo ... :-)

Ombra ha detto...

Credo anche io che l'attuale costituzione sia stata scritta sull'onda delle emozioni dei padri costituenti, molti dei quali legati al CNL, che hanno voluto in ogni righa di questo librone dare un chiaro taglio con il passato.
La paura dell'uomo forte e sicuro è sempre nei nostri occhi e discorsi, questa volta tocca a fare la parte del nemico della patria e della costituzione al Premier Berlusconi, primo da non venire da una estrazione politica ma dalla famosa società civile che spesso si invoca.
Oggi viene eletto a futuro della patria Luca Cordero di Montezemolo, anchesso inprenditore, legato però ai poteri forti italiani (Fiat, Confindustria, Editoria e Banche) che in parte dovrà addolcire e mitigre le leggi doverose per mantenere il nostro paese a livelli dei grandi della terra ma tenendo in considerazione la volontà dello lobby che lo appoggiano.
Mentre noi colpiamo e critichiamo il presienzialismo e il potere in mano a una persona, vorrei farvi notare che le più forti democrazie al mondo sono presindenziali (Usa, Gran Bretagna.....) e nel G8 ci son stati come Giappone e Russsia che non brillano per democraticità.

Massimo ha detto...

Ombra. Anche le tue osservazioni sono condivisibili e di buon senso. Solo i politicanti alla Napolitano pensano di poter ingannare il Popolo continuando a parlare di "responsabilità" quando l'unica ragione per la quale non vogliono le elezioni è che darebbero un mandato forte a Berlusconi. Lo stesso motivo per cui il "capitalista" Montezemolo dice che non bisogna votare ...