Da sempre i politici italiani hanno trovato motivo di lustro facendosi riprendere con i leaders delle nazioni più importanti.
Regno Unito, Francia, Germania, Russia e, soprattutto, Stati Uniti.
Il pellegrinaggio a Washington era un dovere per ogni presidente del consiglio neoeletto sin da De Gasperi, poi però i presidenti Americani (quando erano in grado di rappresentare quel Cpmandante in Capo di tutto l'Occidente Libero ... cioè tutti fino al predecessore compreso dell'attuale ...) sapevano concedere i giusti riconoscimenti, il maggiore e più ambito dei quali era parlare al Congresso in seduta riunita.
Onore che toccò in tempi recenti solo a Berlusconi, a dimostrazione di quanto sia vero che nemo propheta in patria.
Il bulletto che oggi presiede il governo italiano ha una copertura mediatica fatta di tante marchette della stampa e della televisione.
Non è però certo che sia un buon servizio, visto che lo mostra scodinzolante a fianco della Merkel, di Hollande e, ieri, di Obama, che sicuramente geni non sono (anzi ... soprattutto i due maschietti) come un piccolo fan che non ha altro da dire e fare che il farsi fotografare o ottenere l'autografo di qualche persona famosa, di cui ripete a pappagallo i tormentoni.
Davanti a simili scene, come possiamo pensare che l'Italia possa essere rispettata e non trattata con quella sufficienza riservata a tutti i postulanti un po' lecchini e molto servili ?
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