Con una unanimità che, di suo, è
sospetta e induce alla diffidenza, la gran parte della stampa
italiana ha accolto con atteggiamento servile e dispendio di saliva
gli spettacoli che hanno visto come produttore e mattatore il
bulletto di Firenze.
Anche i ponderosi editoriali della
domenica, che hanno visto in campo i direttoroni più allineati, non
hanno fatto eccezione.
Persino i giornali che dovrebbero
contrastare Renzi, Il Giornale e Libero, sono molto cauti nella loro
opposizione e se, da un lato, organizzano una meritoria campagna di
raccolta firme per vedere Berlusconi candidato alle europee e
dall’altro forniscono utili indicazioni per acquistare quei titoli
(emessi da organismi finanziari internazionali come BEI, BERS etc.)
che continueranno a subire la trattenuta del 12,5% (disinnescando
l’aumento della imposta sui risparmi di Renzi) oltre ad evitare di
finanziare il debito italiano, sul complesso della sceneggiatura
renziana si trincerano dietro il “sarebbe bello, ma dove li trova i
soldi”.
Mi aspetterei invece una maggiore
incisività informativa non solo da parte del Giornale e di Libero,
ma anche di tutti gli altri quotidiani, perché quella è la loro
sola ragion d’essere.
E allora sottolineo come venga
occultata, dietro le mirabolanti fandonie della fiction scritta per
il putto, la cruda realtà.
Le tasse, lungi dal diminuire,
crescono, perché quegli ottanta euro a 8,5 milioni di Italiani (il
restante 1,5 è di immigrati che beneficeranno dei nostri soldi)
saranno presto assorbiti dagli aumenti delle irpef locali e dei
prezzi che chi non beneficerà degli aumenti (commercianti,
artigiani, autonomi) dovrà porre in essere per sopravvivere.
Gli altri venti milioni di Italiani che
non beneficeranno di alcun ritorno economico, vedranno ridotta la
loro capacità finanziaria tanto dai predetti aumenti, quanto dalla
rapina sui risparmi.
Renzi ha detto una balla colossale
quando ha parlato della prima grande diminuzione delle tasse, perché
non vi è alcuna diminuzione , ma solo una detrazione limitata e
circoscritta ad una minoranza di contribuenti.
Ben diverso sarebbe stato se avesse
decapitato le aliquote, così da farne beneficiare tutti i
contribuenti, come fece Berlusconi nel 2002 e nel 2005, quando la
sinistra irrise ai 40 euro in più.
Ma erano quaranta euro del 2005 (nove
anni fa !) ed erano per TUTTI, non solo per alcuni.
Poi ci pensò Prodi a ripristinare le
aliquote vergognose che ancora oggi sono applicate per depredare i
nostri redditi e che Renzi si è ben guardato dal toccare.
Ma anche ammettendo (e non è così)
che Renzi riesca a pareggiare le detrazioni e l’irap con la rapina
sui risparmi e i “risparmi” sulla spesa pubblica, quindi
ottenendo un saldo zero, come farà con i 68 miliardi della
restituzione dei debiti della pubblica amministrazione ?
Come compenserà i costi dell’edilizia
scolastica ?
Come compenserà i costi della nuova
indennità di disoccupazione ?
Come pagherà gli incentivi per le
assunzioni ?
A margine dell’abboccamento con
Hollande, Renzi ha parlato di uno 0,4% di margine nel rapporto
deficit/pil, quindi la possibilità di aumentarlo dal 2,6% al 3 %.
Ma questo significherebbe aumentare il
debito pubblico e tutti sono capaci di farsi belli aumentando i
debiti che poi altri dovranno pagare.
Viene così ad essere sbugiardata anche
la bella frase ad effetto che il bulletto fiorentino pronuncia in
ogni circostanza da almeno dieci giorni: noi manteniamo
sottocontrollo il debito non perché ce lo chiede l’europa,
Hollande o la Merkel, ma per rispetto verso i nostri figli.
Che bella frase !
Peccato che la sua politica realizzi esattamente il contrario.
Per rispetto verso i nostri figli
dovremmo ridurre, azzerare, il debito pubblico, perché che nasce non
debba essere ancora gravato di un debito di 37mila euro (74 milioni
di lire) al primo vagito.
Ricordo che nei primi anni settanta,
quando si cominciavano a fare questi conti, il debito pro capite era
di 20 milioni di lire, siamo oggi a quattro volte quel debito e Renzi
ci propone di aumentarlo ancora.
Sì, perché non c’è alcun programma
per tagliare veramente gli ottocento miliardi di spesa annui, anzi
tutte le proposte di Renzi vanno nel senso di incrementare la spesa
pubblica, semmai compensandola con un accresciuto ladrocinio sui
nostri redditi, risparmi e sulle nostre case.
Di tutto questo non si legge nulla su
una stampa che già aveva salutato Monti come un salvatore, salvo poi
deriderlo per la figuraccia elettorale e quindi incensato in Letta il
secchione della politica che ci avrebbe fatto uscire dalla crisi,
salvo poi archiviarlo senza un fiato quando si è dimostrato privo di
quelle “palle d’acciaio” di cui si era vantato.
Ora l’ordine di scuderia è di
esaltare Renzi tacendo sulle tante e prevalenti ombre dei suoi
copioni.
Non sia mai – e questo deve essere il
timore serpeggiante nelle cancellerie e tra gli gnomi europei – che
gli Italiani tornino a votare per il Cavaliere Nero.
Una ragione in più per sostenere la
campagna che vuole Berlusconi candidato in tutte le circoscrizioni
nelle europee.
Ve l’immaginate la faccia della
Merkel qualora si trovasse a Strasburgo, quale capo del più numeroso
raggruppamento del suo PPE, proprio Berlusconi ?
P.S.: A proposito di tagli della spesa.
Ascolto il giornale radio e sento che Renzi, ALfano e la Pinotti vorrebbero tagliare le spese per le Forze dell'Ordine (caserme, presenze di presidi) e le Forze Armate (Carabinieri e F35).
Esattamente le uniche spese che andrebbero aumentate, per la Sicurezza di tutti noi e perchè rappresentano il core business di uno stato che si rispetti.
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