Venezia di nuovo devastata da un'alta marea senza freni a causa dei troppi intoppi imposti al Mose che non sarà la panacea di tutti mali, ma qualcosa avrebbe sicuramente fatto.
Invece ecologisti e magistrati, con la scusa i primi della tutela dell'ambiente (vedere Venezia in queste condizioni è difendere l'ambiente ?) e i secondi applicando in modo asfissiante le troppe norme che regolano la nostra vita, sono riusciti a dare ai telegiornali splendide immagini di disastri da film catastrofico.
Il Mose doveva essere in funzione da tempo e, se si fossero individuati sprechi o corruzioni, si sarebbe dovuto perseguire i colpevoli, ma avendo prima messo in sicurezza la Serenissima.
Invece ad ogni venticello di malefatte si ferma tutto, così il progetto invecchia e quanto già realizzato si corrode, costringendo a nuovi investimenti per sostituire elementi mai entrati in funzione.
Non spreco poi parole sugli ambientalisti, per i quali vale solo il "no" con grave danno per il Benessere di tutti i cittadini in una improbabile prospettiva di fermare cambiamenti che sono naturali e già avvenuti in passato.
Sull'Ilva si è scritto tanto, cercando di porre in contrapposizione salute e lavoro.
Adesso se si vuole garantire il lavoro, toccherà a noi accollarci i costi degli impianti e se si vorrà garantire la salute, toccherà sempre a noi bonificare l'area.
Conte e i pentapiddini hanno fatto, come si dice a Bologna, l'interesse di cazzetto, tanto paga Pantalone ...
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