Giovedì 14 novembre 2019 Salvini, la Lega, il Centro Destra hanno "violato" un santuario della sinistra, il Palazzetto dello Sport ora dedicato a Giuseppe Dozza il sindaco comunista del dopo guerra, per lanciare la candidatura di Lucia Borgonzoni alla presidenza della regione Emilia Romagna, liberandoci da cinquanta anni di oppressione del "partitone", delle coop, dei sindacati, delle varie consorterie cresciute e nutrite all'ombra del potere politico.
Ho assistito alla manifestazione tramite la diretta sul canale di You Tube di Matteo Salvini, non ritenendomi uomo da manifestazioni di piazza e, comunque, preferendo stare seduto sulla poltroncina della scrivania, sorseggiando un calice di rosso, quindi non ho fornito alcun contributo alla nutrita presenza registrata.
Sono rimasto soddisfatto della manifestazione, trovando conferma dell'ottima scelta fatta su Lucia Borgonzoni (che già ho votato più volte per il consiglio comunale, come candidato sindaco e per il senato) che parla bene, in modo chiaro e su questioni estremamente concrete, che incidono sulla nostra vita di tutti i giorni.
Il giorno dopo ho letto delle "contromanifestazioni" della sinistra.
La solita violenza delle zecche estreme, spenta con gli idranti e un ritrovo in piazza Maggiore da parte di altri euro cattocomunisti, spacciata come la Bologna che non si Lega, ma di cui mi piacerebbe verificare la provenienza, dal momento che si sono visti molti immigrati e sicuramente erano presente anche molti studenti fuori sede non emiliano romagnoli.
E' stata comunque la rappresentazione plastica della differenza tra noi e loro.
Noi organizziamo le nostre manifestazioni, dove si parla di temi concreti e si disegna un'Italia positiva e propositiva, cioè un modello di società cui aspiriamo e che, con le nostre proposte, intendiamo raggiungere.
Loro si organizzano solo "contro".
Noi mai facciamo una manifestazione per contrastare una organizzata da loro, loro sistematicamente organizzano manifestazioni per cercare di boicottare, anche rallentandone l'accesso, le nostre manifestazioni.
Ma il loro contenuto è pari a zero, perchè non vanno oltre le solite parole d'ordine compulsive (contro il razzismo, il fascismo etc.) condite da odio ed insulti contro chi, di volta in volta, incarna la nostra parte politica, ieri Berlusconi, oggi Salvini e la Meloni.
Odio e insulti che, a livello governativo, si trasformano in tasse, divieti e manette.
Aggravate dalla totale incapacità di operare per il bene comune come dimostrano i casi dell'Ilva, di Alitalia e anche di Venezia e delle autonomie regionali che, se attuate, avrebbero consentito ai Veneti di veder già realizzato il Mose e, quindi, ridotto i danni provocati dai picchi di acqua alta.
Del resto anche il governo nazionale è sorto "contro": contro Salvini, contro la Lega ma, soprattutto, contro l'Italia e gli Italiani cui è stato scientemente impedito di votare per un nuovo governo.
Al Palazzetto dello Sport c'era l'Italia migliore, propositiva, positiva, ottimista, per la strada l'Italia (e altro) distruttiva, delle pretese, degli slogan vuoti, dell'imbarbarimento culturale e politico, della decrescita economica.
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