Dopo aver danneggiato, ancora una volta, l'economia nazionale lasciando filtrare ipotesi di varie modulazioni di nuovi provvedimenti restrittivi, Conte si è presentato per annunciare il nuovo dpcm (l'undicesimo della collezione primavera-autunno 2020), firmato sempre di notte.
I quotidiani cartacei e online sono oggi pieni di indicazioni ma, fondamentalmente, non vi sono sostanziali novità rispetto ai precedenti e lo stesso Conte, come già accadeva durante la peste nel 1300 e nell'Atene di Pericle quattrocento anni prima di Cristo, non ha saputo dire altro che le difese migliori sono la mascherina, il distanziamento e l'igiene personale.
In pratica navigano a vista e, invece di concentrarsi sull'unico aspetto necessario per affrontare la pandemia e, cioè, il curare chi si ammala predisponendo personale, strutture e strumenti, strologano di chiusure, di sanzioni, di divieti.
E mentre a sinistra sbraitano per far mettere al collo degli Italiani un nuovo cappio chiamato Mes, Conte passa il suo tempo in equilibrio per evitare di tornare a casa.
La gravità della situazione, annunciata in tutte le salse, viene così assoggettata alla sopravvivenza del governo, con il tentativo di dare un contentino un po' a tutti.
Così la crisi economica si appesantisce, il debito aumenta ma è debito cattivo, perchè non serve a rilanciare settori economici, nè a dare stabilità al lavoro.
Con l'Azzeccagarbugli pugliese non si risolve il problema del virus cinese (mentre continua a vagheggiare di "inondazioni di vaccini") e si porta l'Italia al fallimento economico.
Nessun commento:
Posta un commento