Una volta c'erano le tribune politiche e quelle elettorali.
Ben delimitate nei tempi e negli spazi.
Il resto era intrattenimento, dal varietà agli sceneggiati ai film.
Il telegiornale era un semplice fornitore di notizie, inizialmente senza giornalisti in video, ma con un lettore dalla dizione perfetta.
Poi la radio e televisione pubblica fu spartita tra i partiti del cosiddetto "arco costituzionale" ed ognuno, nel suo piccolo, facendo assumere i propri clientes, pretendeva un proprio spazio che non fu più di informazione ma solo di propaganda.
Oggi sono arrivati, con il governo cattocomunista e grillino, al punto più basso (ma il fondo ancora non si vede) con le trasmissioni sulla politica che si trasformano in organo di partito che vede, in genere, tre rappresentanti della maggioranza debordare, con la complicità del conduttore, contro un unico rappresentante del Centro Destra sistematicamente interrotto dal conduttore stesso.
L'unica arma che, per ora, possiamo avere è non guardare e non ascoltare.
Ci sono strumenti in grado di sopperire al "buco" temporale: registratori, videoregistratori, ma anche libri.
Lasciamo che i cattocomunisti continuino a parlarsi addosso e proseguano con il lavaggio del cervello dei loro adepti ormai irrimediabilmente compromessi nelle facoltà senzienti e intellettive.
Riprendiamoci l'uso di radio e televisione come strumento di evasione.
Nessun commento:
Posta un commento