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No alla deriva

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11 marzo 2011

Teoria della politica - 2/fine

Come possiamo, dunque, perseguire il fine ultimo (il Benessere) attraverso i suoi quattro Cavalieri (Giustizia, Libertà, Sicurezza, Difesa) ?
Con l’impegno politico, che si può tradurre in un intervento diretto e in prima persona nel momento di formazione delle leggi e delle scelte di carattere generale, oppure solo nella espressione del proprio voto (o non voto, perchè anche l’astensione è una scelta) a favore di chi maggiormente interpreta il proprio sentimento e le proprie idee.
Poichè gli stati rappresentano moltitudini di persone, con le loro particolari idee, con le loro esperienze e passioni, con le loro esigenze, è necessario che i cittadini si ritrovino sui grandi temi condivisi, così nascono i partiti politici, così un candidato aderisce, per meglio delineare la sua figura, ad un partito politico.
Noi cittadini siamo chiamati a scegliere il partito in base al complesso delle idee che propugna.
Non deve essere obbligatorio condividere tutto, ma è sicuramente necessario condividere l’impostazione generale e le questioni principali che sono all’ordine del giorno dell’interesse generale.
Di base, quindi, a fondamento di un partito politico devono esserci le grandi scelte di carattere etico:
la Vita, da tutelare sin dal concepimento;
la Famiglia, nucleo essenziale di ogni struttura sociale e che non può essere formata altro che dalla unione di un Uomo con una Donna;
il rispetto della Biologia Naturale, senza esperimenti di carattere genetico.
Gradualmente si arriva sulle questioni più concrete e immediate.
Così i partiti rendono forte e marcata la propria identità precisando i limiti di come concepiscono l’intervento pubblico nella vita di tutti i giorni.
Divieti e obblighi, norme che delimitino minuziosamente l’attività dei cittadini, le loro possibilità di agire, oppure regole di carattere generale che formino un quadro all’interno del quale tutto il resto viene lasciato alla libera determinazione delle parti ?
E cosa fare in economia ?
Chiedere anticipatamente ai cittadini un forte sacrificio economico per poi gestire centralmente, con organismi dello stato, le varie attività (o gran parte di esse) oppure prelevare quanto necessario alle attività essenziali per lasciare il resto alla libera determinazione e scelta dei cittadini ?
E i rapporti tra privati vanno dettagliatamente e minuziosamente regolati, oppure è meglio lasciare la libertà e l’autodeterminazione per regole che volontariamente le parti si possono dare ?
E quale concetto di “Solidarietà” recepire ?
Il concetto che si fonda sull’assistenzialismo a tutto tondo, pur poco ma sempre e comunque, o quello che si basa sull’aiuto importante e significativo in circostanze speciali e per necessità specifiche, impreviste e imprevedibili ?
Il concetto di applicazione della Libertà diventa fondamentale, quando si superano i bisogni essenziali, per determinare il grado di civiltà di una comunità.
Tanto più una società impone divieti, quanto meno è sviluppata la libertà dei singoli, ai quali lo stato, tramite i suoi organi, pensa di dover imporre obblighi per meglio controllare (perchè non è altro che un controllo) la privata espressione di volontà.
Non è un caso che la differenza tra gli stati in cui il valore dell’Individuo viene posto davanti a quello del Moloch stato e quelli in cui lo stato è, invece, spesso padrone e despota anche sotto una patina di tolleranza, è anche la differenza tra gli stati in cui la fiducia verso i singoli cittadini si manifesta con la conferma di libertà ancestrali e primarie come quella di portare armi o il loro divieto, fondato sulla paura dei “regnanti”, magari sottoponendole a regole, permessi, esami con l’unico obiettivo di dissuadere i cittadini dal far valere il loro diritto e la loro libertà individuale.
Un terzo blocco di identificazioni per macro gruppi lo troviamo sulle questioni specifiche che possono essere relative alla sanità, all’istruzione, alla gestione del patrimonio artistico, all’utilizzo dei mezzi di comunicazione. ma anche in tutti questi settori primaria è la contrapposizione tra l’intervento del pubblico e la libertà del privato che, in ultima analisi, diventa il discrimine essenziale tra le parti politiche.
L’attività legislativa, poi, comprende singoli provvedimenti sui quali è possibile l’esistenza di differenti vedute, nell’esame caso per caso, anche all’interno della medesima “famiglia” politica.
Possono essere a seguito di situazioni emergenti (l’approvvigionamento energetico, ad esempio) che rende necessarie scelte spesso non condivise sul tipo di energia da utilizzare e sulla quale investire.
Oppure scelte sulle alleanze più opportune per tutelare l’interesse nazionale.
Per poi arrivare a scelte strettamente locali e amministrative, come l’urbanistica e la gestione del traffico.
La scelta politica è, quindi, teoricamente, fondata su tali aspetti, che nulla hanno a che vedere con Berlusconi e le sue private passioni, perchè esistevano prima della sua discesa in politica ed esisteranno dopo che (il più tardi possibile) sarà andato in pensione.
E’ vero che la scelta degli uomini ha una sua importanza, perchè chi deve rappresentare una grande Nazione come l’Italia deve esserne all’altezza, deve essere consapevole che non siamo secondi a nessuno, sotto nessun punto di vista, deve agire con l’unico scopo di realizzare l’interesse nazionale e non fare l’ascaro di potentati stranieri e deve essere onesto al punto da non utilizzare la politica come trampolino per la promozione sociale ed economica propria e della sua famiglia.
L’Uomo che ci guida deve quindi essere, di suo, autonomo, indipendente dai bisogni materiali, con una propria base professionale e sufficientemente dotato di autostima da sapersi porre alla pari con i politici delle altre grandi nazioni mondiali, tanto da poter fare anche scelte in autonomia rispetto alle loro.
Anche per queste caratteristiche, le vicende private di Berlusconi non hanno alcun rilievo, sono, per l’appunto, private e basta e non inficiano minimamente le caratteristiche proprie di un Presidente.
E sarà così anche dopo il pensionamento del Premier (o la sua dorata prigionia al Quirinale).
Quello che è veramente importante è che sia il Popolo a scegliere e non oligarchici sinedri di presunti “illuminati”.
E tutto quel che si realizza deve essere rivoltoal fine di garantire la giustizia, assicurare la tranquillità all'interno, provvedere alla difesa comune, promuovere il benessere generale, salvaguardare per noi e per i nostri posteri il bene della libertà”, per una Nazione che non può essere altro cheuna d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor”.

(2 – fine)



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