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23 dicembre 2005

Amnistia per i rei: e alle vittime cosa resta ?

Si torna a parlare di amnistia.

La caciara di Pannella, i suoi toni apocalittici, il suo ricatto elettorale, ha prodotto una richiesta di convocazione urgente (!!!) della Camera dei Deputati per discutere di un provvedimento di cui non si sente affatto la necessità.

I radicali agitano l’amnistia come provvedimento “umanitario”.

Altri come strumento per alleggerire la pressione nelle carceri.

In sostanza verrebbero messi in libertà cittadini o extracomunitari rei sì di piccoli reati (per lo più le amnistie sono indirizzate a pene fino a tre anni, anche se l’ultima – di cui parleremo - ricomprese fino a 4 anni), ma che alle centinaia di vittime appaiono più fastidiosi e pericolosi dei presunti grandi criminali finanziari (non certo dei terroristi !).

Se mai il parlamento dovesse procedere nell’iter dell’amnistia, dovrà quindi decidere i limiti temporali e il perimetro dei reati amnistiati.

Presumibilmente sarà scontro anche su questo e non mi stupirei se la demagogia radicale imponesse la liberazione di una miriade di piccoli delinquenti che andrebbero a rimpolpare le fila della manovalanza criminale, mentre verrebbero trattati con eccessiva severità altri, rei magari di reati da prima pagina, ma che meno incidono sulla sicurezza del singolo cittadino.

I radicali sostengono l’amnistia come provvedimento “umanitario”.

Beh, è molto dubbio che lasciare libere per le strade della nostra città migliaia di persone che non hanno scontato la loro pena, possa essere “umanitario” nei confronti dei cittadini onesti.

Come è ridicolo pensare che il problema delle carceri lo si risolva liberando dei detenuti.

Un po’ come fece una quindicina di anni fa l’allora ministro della Sanità, il democristiano di sinistra Carlo Donat Cattin che, alzando per decreto il livello ammesso dell’atrazina nell’acqua, rese potabile quel che un minuto prima non lo era.

Se le carceri scoppiano è perché le Forze dell’Ordine fanno il loro lavoro, allora, piuttosto che liberare chi è stato incarcerato con grande dispendio di energie e costi, si potrebbero convertire in carceri delle caserme dimesse dalla ristrutturazione delle Forze Armate.

Oppure per i detenuti extracomunitari che non siano responsabili di delitti contro la persona, si potrebbe procedere all’espulsione, avendo prima cura di censirli con tanto di impronte digitali e dna, in modo da poterne rilevare l’eventuale illegale reingresso e reati commessi.

Ma soprattutto si dovrebbe prima di ogni amnistia, por mano alla questione dei “detenuti in attesa di giudizio”, cioè di chi è preventivamente incarcerato, senza che contro di lui sia stata emanata una sentenza di condanna definitiva.

E’ dubbio che un tale sistema – mischiando rei condannati con presunti innocenti solo cautelativamente incarcerati - sia rappresentativo di una situazione di garanzia.

E’ anche dubbio che l’abitudine della custodia cautelare, quando ciò avvenga per reati che non riguardino delitti contro la persona, sia del tutto legittimo, ancorché legale.

Piuttosto che fare una “amnistia libera tutti”, non sarebbe meglio un censimento che, escludendo i responsabili dei reati contro la persona, rispedisca a casa loro gli extracomunitari e lasci in libertà, fino a sentenza definitiva passata in giudicato, chi è soggetto a custodia cautelare ?

C’è poi un ultimo motivo che mi induce a non essere favorevole all’amnistia.

Sarà un motivo anche scaramantico, ma l’ultima amnistia che decisa in Italia, nel 1990, servì ad amnistiare tutti i finanziamenti illeciti ricevuti dai partiti, soprattutto quelli che il PCI ottenne da Mosca.

Non sfugga la coincidenza temporale: crollo del muro (con possibilità di emersione di documenti dagli archivi segreti dell’est comunista) e amnistia per i reati commessi nel ricevere finanziamenti dall’estero, da stati schierati con una alleanza militare nemica della Nato di cui faceva parte l’Italia.

Così ripuliti (formalmente, s’intende), i comunisti poterono sfruttare al meglio la successiva ondata della cosiddetta “Tangentopoli”, per tentare l’assalto ai palazzi di governo (fortunatamente sventato dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi nel 1994).

In Italia stiamo vivendo una nuova offensiva giudiziaria e se mascalzonate furono commesse (ma lo si saprà solo fra una decina di anni) perché dare un colpo di spugna che, magari, azzererebbe molte pendenze come fu per il PCI nel 1990 cosicché qualcuno potrebbe sfruttarle a suo uso e consumo ?

Ci pensino molto, molto, molto bene i parlamentari del Centro Destra prima di buttarsi nell’abbraccio mortale di Pannella e sodali.


I cittadini onesti vogliono sicurezza e questo implica che i delinquenti, una volta condannati, stiano in galera a scontare fino all’ultimo la loro pena.

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PER IL "NO" ALL'AMNISTIA HANNO SCRITTO ANCHE

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Finalmente ! Non se ne può più di tutti quei santarellini contrari alla pena di morte e favorevoli a liberare i delinquenti vuoi con la grazia, vuoi con l'amnistia !

Anonimo ha detto...

Mi sono permesso di copiare il tuo blog,come sempre parli chiaro e senza giri di parole.
Un'abbraccio,Histon.
http://unavocecheurlaneldeserto.splinder.com/

Massimo ha detto...

Grazie per gli apprezzamenti.
Sono convinto che a parlar chiaro, senza perifrasi, ci si guadagni tutti, anche quelli che stanno dalla parte opposta della barricata.
Sull'amnistia, poi, constato una gran cagnara da parte dei radicali e dei loro sodali, ma se persino i lettori di Repubblica, al 54%, sono contrari ... ;-)

*Histon: ovviamente puoi "prelevare" tutto quel che ti può interessare :-)