Grande evidenza è stata data alla millesima esecuzione capitale negli Stati Uniti dal 1976, quando la Corte Suprema diede il via libera alla ripresa di tale massima punicazione.
Naturalmente, in Italia (negli Stati Uniti i bastian contrari sono una minoranza chiassosa ma insignificante) l’evento ha suscitato scarichi di adrenalina tra chi non vorrebbe si toccasse Caino (tanto Abele è già orizzontale ….).
L’antiamericanismo manifesto di una certa parte politica, congiunto alla sudditanza psicologica di tanti che ritengono di dover arraffare una qualche legittimazione dalla sinistra ha fatto il resto: non ho letto una sola parola a sostegno della pena di morte.
Allora quella parola la dico io.
Mille esecuzioni in 29 anni, significano meno di 35 esecuzioni all’anno.
Ed esecuzioni che vengono praticate al termine di un lunghissimo percorso garantista che tra ricorsi e controricorsi porta a differire anche di oltre dieci anni la pena.
Si può ragionevolmente pensare che tutto questo tempo impiegato nel decidere se il processo si è svolto nel rispetto delle formalità previste e se l’imputato è colpevole, diano la certezza che tale pena non venga comminata ed eseguita con leggerezza, sull’onda emotiva del fatto che, ormai, rimane sepolto nella memoria dei parenti ed amici delle vittime.
Quindi, risolta la questione sulla attribuibilità della colpa che prevede la pena di morte, rimane quella della utilità di tale pena.
Utilità che si rileva sotto un duplice aspetto: punitivo e deterrente.
Come esempio ed intimidazione nei confronti di chi avesse velleità di delinquere: l’esecuzione è un deterrente, un monito a “non farlo”, ben sapendo che la punizione arriverebbe e sarebbe una punizione senza scampo.
A livello punitivo perché la società civile ha il diritto e il dovere di difendere i suoi cittadini onesti da possibili fughe, amnistie, grazie verso un criminale responsabile di delitti efferati e Abele ha sempre e comunque la priorità rispetto a Caino.
Civiltà è punire i rei, non coccolarli offendendo le vittime !
Non vi è quindi nulla di straordinario in quel numero – mille – che segna solo il millesimo criminale giustiziato da uno Stato che applica le sue leggi, rispettando la certezza delle pene.
Postilla: so che adesso arriveranno fuochi d’artificio da parte di chi pensa di dover ergersi a sacra vestale del liberalismo.
A costoro ricordo sommessamente che gli Stati Uniti sono la più grande democrazia del mondo e sicuramente il paese con il maggior tasso di liberalismo rapportato a paesi di grande dimensione e storia.
Negli Stati Uniti la pena di morte non solo è ammessa, ma accettata e condivisa.
Negli Stati Uniti portare armi (per difendere la propria persona e proprietà) è normale, non una eccezione.
Ohibò: che sia io quello più liberale ? :-D
Naturalmente, in Italia (negli Stati Uniti i bastian contrari sono una minoranza chiassosa ma insignificante) l’evento ha suscitato scarichi di adrenalina tra chi non vorrebbe si toccasse Caino (tanto Abele è già orizzontale ….).
L’antiamericanismo manifesto di una certa parte politica, congiunto alla sudditanza psicologica di tanti che ritengono di dover arraffare una qualche legittimazione dalla sinistra ha fatto il resto: non ho letto una sola parola a sostegno della pena di morte.
Allora quella parola la dico io.
Mille esecuzioni in 29 anni, significano meno di 35 esecuzioni all’anno.
Ed esecuzioni che vengono praticate al termine di un lunghissimo percorso garantista che tra ricorsi e controricorsi porta a differire anche di oltre dieci anni la pena.
Si può ragionevolmente pensare che tutto questo tempo impiegato nel decidere se il processo si è svolto nel rispetto delle formalità previste e se l’imputato è colpevole, diano la certezza che tale pena non venga comminata ed eseguita con leggerezza, sull’onda emotiva del fatto che, ormai, rimane sepolto nella memoria dei parenti ed amici delle vittime.
Quindi, risolta la questione sulla attribuibilità della colpa che prevede la pena di morte, rimane quella della utilità di tale pena.
Utilità che si rileva sotto un duplice aspetto: punitivo e deterrente.
Come esempio ed intimidazione nei confronti di chi avesse velleità di delinquere: l’esecuzione è un deterrente, un monito a “non farlo”, ben sapendo che la punizione arriverebbe e sarebbe una punizione senza scampo.
A livello punitivo perché la società civile ha il diritto e il dovere di difendere i suoi cittadini onesti da possibili fughe, amnistie, grazie verso un criminale responsabile di delitti efferati e Abele ha sempre e comunque la priorità rispetto a Caino.
Civiltà è punire i rei, non coccolarli offendendo le vittime !
Non vi è quindi nulla di straordinario in quel numero – mille – che segna solo il millesimo criminale giustiziato da uno Stato che applica le sue leggi, rispettando la certezza delle pene.
Postilla: so che adesso arriveranno fuochi d’artificio da parte di chi pensa di dover ergersi a sacra vestale del liberalismo.
A costoro ricordo sommessamente che gli Stati Uniti sono la più grande democrazia del mondo e sicuramente il paese con il maggior tasso di liberalismo rapportato a paesi di grande dimensione e storia.
Negli Stati Uniti la pena di morte non solo è ammessa, ma accettata e condivisa.
Negli Stati Uniti portare armi (per difendere la propria persona e proprietà) è normale, non una eccezione.
Ohibò: che sia io quello più liberale ? :-D
8 commenti:
Di questo passo la pena di morte tornerà ovunque.
Non credo sia molto lontano il giorno in cui si ravviserà nella pena capitale l'unico freno alla criminalità più feroce.
Sono anche dell'idea che la maggioranza degli italiani voterebbero a favore.
Liberali. Ma sei sicuro che esserlo sia un ambito onore ?
Sei sicuro che l'ergastolo sia paragonabile a una "coccola", un'offesa nei confronti delle vittime?
La retorica del nessuno tocchi Caino è alquanto stucchevole.
Non si mettono a morte, negli Stati Uniti, degli innocenti, ma fior di criminali.
Perchè questi di Caino non si dedicano non ad abolire la pena di morte, ma a controllare che sia applicata con tutte le garanzie del caso là dove viene comminata per ragioni politiche (Cina, paesi mussulmani) ?
L'opposizione alla pena di morte è diventata una giaculatoria per essere accettati nei "salotti buoni" dell'informazione e della politica.
Squarciamo il velo dell'omertà e anche in questo caso si tornerà a discutere su ciò che effettivamente interessa la gente: la sicurezza.
No, Emanuelito, l'ergastolo non è una "coccola" ... se venisse scontato con tutti i crismi della punizione e facendo sgobbare il criminale perchè si mantenga e non sia di peso alle casse pubbliche (cioè a noi).
Purtroppo nessuno sconta più l'ergastolo (Priebke a parte) perchè tra amnistie, indulti, grazie, riduzioni per buona condotta, permessi e permessini, test psicologici che dichiarano "guarito" chi guarito non è. rischiamo di ritrovarci un criminale, magari psicopatico, nuovamente in circolazione.
Izzo docet.
Aberrante non è la pena di morte, ma l'omicidio impunito o punito con tanti sconti.
No non darti pena sull'ultimo dubbio da buon amico ti dico che non hai nulla di che preoccuparti. Sulla pena di morte lo dico da tempo io preferisco che chi è reo di reati così abominevoli da meritarsi una simile condanna viva e soffra a lungo, mi sembra troppo comodo concedergli la via di fuga della morte, ma si tratta di una questione di punti di vista.
Ciao e buon fine settimana
Oti, Paolo: come potete vedere ho preferito una risposta a 360° con ... un'altro post sull'argomento (e mi sa che non sarà l'ultimo ... ;-).
"Chi uccide deve essere ucciso" - Metafisica dei costumi - Immanuel Kant.
La stessa opinione è condivisa da Fichte ed Hegel.
Che siano meno intelligenti dei nostri politici?
Che sappiano meno di Mastella che cosa sia la giustizia dal punto di vista etico e politico?
La risposta a chi ha un po' di sale in zucca....
Graal77
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