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15 dicembre 2005

La pena di morte non è una barbarie

Barbarie è l’omicidio, la violenza cui spesso segue l’uccisione della vittima, la strage perpetrata per instillare il terrore nei cittadini, l’assassinio di rappresentanti delle istituzioni democratiche.

La pena di morte è una punizione che colpisce, giustamente e legittimamente là dove è prevista dall’ordinamento statuale, chi è responsabile di simili efferatezze.

Perché allora sdilinquirsi nel voler imporre ad altri paesi democratici (per quelli retti da sistemi dittatoriali e privi di garanzie giuridiche il discorso è totalmente opposto) una scelta contro la pena di morte ?

La pena di morte è una pena, il massimo della pena lecitamente comminabile ad un criminale, quando prevista dall'ordinamento giuridico e assistita da garanzie di equità nel processo.

Poi c’è il discorso sulla utilità della pena capitale.

E ci sono argomenti a favore di una tesi e dell’altra.

Legittimamente si deve accettare che vi siano idee diverse e ascoltare un parere ed il suo opposto.

La decisione del Governatore Schwarzenegger di non concedere la grazia a Williams, può essere condivisa o meno, senza isterie o anatemi.

Personalmente la condivido e mi sento di segnalare questo post apparso su Il Castello all’attenzione di tutti.

Un post cui stranamente nell’agorà di Tocqueville non è stato dato lo stesso risalto che invece è stato concesso ai Savonarola contrari alla pena di morte.

Eppure è scritto bene, non offende, è solidamente argomentato.

Allora diamo, nel nostro piccolo, risalto al post di Jetset perché non si abbia timore di punire Caino

6 commenti:

Otimaster ha detto...

Grazie ai tuoi auguri sono già guarito, questa sera esco a cena, quando rientro ti aiuto a diffondere la conoscenza del questo post con un link.
Ciao

Anonimo ha detto...

Domani su leftwing mi prendo la briga di commentare questo bel'articolo di mathieu (Per confutarlo sia chiaro)

www.azioneparallela.splinder.com

Anonimo ha detto...

Nel 2004, Ryan Matthews è diventato il 115° condannato a morte degli Usa ad essere rimesso in libertà perché innocente. Era stato condannato nel 1999 in Louisiana per un omicidio commesso quando aveva 17 anni. Nell’aprile del 2004 un giudice federale ha annullato la condanna poiché la pubblica accusa aveva nascosto alcune prove nel corso del processo e l’esame del Dna aveva stabilito che l’omicida era un’altra persona.

questo dice abbastanza sulla buona fede del sistema.
per fortuna abbiamo una Costituzione che ci ripara dalla "moda" di riesumare la pena di morte ogni tot anni.

Massimo ha detto...

Che si astato rimesso in libertà vuol dire che il sistema di garanzie funziona e che la pena di morte è legittima (aggiungerei: giusta) quando è applicata in una nazione che conosce e applica la civiltà giuridica in un sistema politico democratico.

Quanti sono invece gli assassini che vengono rimessi in libertà per amnistie, buona condotta, grazia etc. ?
E quante le vittime rimaste senza giustizia ?

Anonimo ha detto...

Anche io avevo scritto sulla pena di morte a causa dei post pieni di pietà per il criminale. É stato un argomento che ha diviso molti anche in TV...

Massimo ha detto...

E' giusto dividersi su temi come la pena di morte.
Non c'è una via di mezzo: o si ritiene che determinati criminali debbano essere soppressi al termine di un regolare processo che li condanni, oppure si ritiene che, qualunque sia stata la loro efferatezza abbiano diritto a quella vita (con la possibilità anche di tornare liberi) che hanno sottratto alle loro vittime.

Io sono per la prima ipotesi.