La politica estera mi ha sempre affascinato, forse perché per politica estera intendo principalmente la lotta politica negli Stati Uniti, dove si confrontano due visioni, due progetti incarnati in due uomini.
Se devo essere sincero la mia passione politica nacque nel 1964, ma non so se arrivò grazie alle vicende della presidenza della repubblica italiana, la malattia e le dimissioni di Antonio Segni con la successiva elezione “in bianco e nero” e oltre venti votazioni, con l’allora presidente della camera Brunello Bucciarelli Ducci che apriva il bigliettino e pronunciava il nome “De Marsanich”… “Longo” … “Leone” … “Nenni” …. “Saragat” (poi risultato eletto), oppure se deriva dalla campagna americana dello stesso anno, dove si confrontavano Lindon B. Johnson – successore di Kennedy e responsabile della politica delle quote e dei c.d. “diritti sociali” nonché dell’incapacità di chiudere la guerra in Vietnam utilizzando tutta la forza militare di cui disponevano gli Stati Uniti – opposto al candidato di bandiera, senza speranze vista l’emozione causata dalla morte di Kennedy, dei Repubblicani Barry Goldwater.
Così, oggi, alterno alle vicende della nostra politica interna (per la quale basterebbe una battuta: “Domenici e il suo collega di Bologna – peraltro estraneo alla città - chiedono poteri di polizia per i sindaci. D’accordo, se tutti i sindaci fossero come Gentilini … “) per chiosare brevemente la discesa in campo di Fred Thompson quale aspirante candidato alla Casa Bianca tra i Repubblicani (notoriamente oggetto del mio interesse, visto che mai e poi mai potrei immaginarmi votare per un candidato Democratico).
Finalmente i Repubblicani hanno quel candidato, che avrebbe potuto essere ma non è stato John McCain, solidamente conservatore, senza i ghiribizzi omofili di Giuliani e che può rappresentare l’America profonda.
L’America che dato due vittorie a George W. Bush e che è ancorata a Valori e Ideali che le fanno anche sacrificare i propri figli nel nome di un obiettivo più alto del semplice “tiriamo a campà”.
Così nel sito degli amici di Fred Thompson leggiamo le tre parole che probabilmente caratterizzeranno la sua campagna elettorale: “security – unity – prosperity” che possiamo tradurre in “Sicurezza, Coesione, Benessere”.
Tutti principi che possiamo tranquillamente fare nostri.
Sicurezza per garantire ai cittadini, Occidentali, la possibilità di vivere e lavorare in pace, senza disturbi da parte di chi propugna la violenza, la guerra e la morte.
Coesione perché solo con l’unità di tutti e di tutte le nazioni Occidentali è possibile “tenere a bada” i rigurgiti imperialisti e totalitari che rappresentano il dna del comunismo, del terzomondismo e dell’islamismo.
Benessere perché con la sicurezza, garantita dall’unità degli Occidentali, riusciamo a far marciare a pieno ritmo quel sistema, quel modello di sviluppo che è il migliore mai sperimentato sulla terra e che ha dato benessere a un numero sempre maggiore di persone.
Ovvio – e lo dico preventivamente per stoppare i critici – che mentre Thompson dice tutto ciò con gli occhi rivolti al suo Grande Paese, io l’ho declinato in senso globale.
Ed ha un senso perché una volta che un candidato viene eletto Presidente degli Stati Uniti, indossa, secondo la nota teoria di Henry Kissinger, quattro cappelli:
capo del partito Repubblicano Americano,
capo delle Forze Armate Americane.
capo degli Stati Uniti d’America,
ma anche, da almeno 60 anni,
capo del Mondo Libero Occidentale.
L’elezione del Presidente degli Stati Uniti, quindi, molto più che qualunque altra elezione in altre nazioni, ci riguarda da vicino e può influire sul nostro futuro.
Che si candidi un Fred Thompson, vero conservatore, non può che aumentare la nostra fiducia nel futuro degli Stati Uniti e di tutti noi.
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Se devo essere sincero la mia passione politica nacque nel 1964, ma non so se arrivò grazie alle vicende della presidenza della repubblica italiana, la malattia e le dimissioni di Antonio Segni con la successiva elezione “in bianco e nero” e oltre venti votazioni, con l’allora presidente della camera Brunello Bucciarelli Ducci che apriva il bigliettino e pronunciava il nome “De Marsanich”… “Longo” … “Leone” … “Nenni” …. “Saragat” (poi risultato eletto), oppure se deriva dalla campagna americana dello stesso anno, dove si confrontavano Lindon B. Johnson – successore di Kennedy e responsabile della politica delle quote e dei c.d. “diritti sociali” nonché dell’incapacità di chiudere la guerra in Vietnam utilizzando tutta la forza militare di cui disponevano gli Stati Uniti – opposto al candidato di bandiera, senza speranze vista l’emozione causata dalla morte di Kennedy, dei Repubblicani Barry Goldwater.
Così, oggi, alterno alle vicende della nostra politica interna (per la quale basterebbe una battuta: “Domenici e il suo collega di Bologna – peraltro estraneo alla città - chiedono poteri di polizia per i sindaci. D’accordo, se tutti i sindaci fossero come Gentilini … “) per chiosare brevemente la discesa in campo di Fred Thompson quale aspirante candidato alla Casa Bianca tra i Repubblicani (notoriamente oggetto del mio interesse, visto che mai e poi mai potrei immaginarmi votare per un candidato Democratico).
Finalmente i Repubblicani hanno quel candidato, che avrebbe potuto essere ma non è stato John McCain, solidamente conservatore, senza i ghiribizzi omofili di Giuliani e che può rappresentare l’America profonda.
L’America che dato due vittorie a George W. Bush e che è ancorata a Valori e Ideali che le fanno anche sacrificare i propri figli nel nome di un obiettivo più alto del semplice “tiriamo a campà”.
Così nel sito degli amici di Fred Thompson leggiamo le tre parole che probabilmente caratterizzeranno la sua campagna elettorale: “security – unity – prosperity” che possiamo tradurre in “Sicurezza, Coesione, Benessere”.
Tutti principi che possiamo tranquillamente fare nostri.
Sicurezza per garantire ai cittadini, Occidentali, la possibilità di vivere e lavorare in pace, senza disturbi da parte di chi propugna la violenza, la guerra e la morte.
Coesione perché solo con l’unità di tutti e di tutte le nazioni Occidentali è possibile “tenere a bada” i rigurgiti imperialisti e totalitari che rappresentano il dna del comunismo, del terzomondismo e dell’islamismo.
Benessere perché con la sicurezza, garantita dall’unità degli Occidentali, riusciamo a far marciare a pieno ritmo quel sistema, quel modello di sviluppo che è il migliore mai sperimentato sulla terra e che ha dato benessere a un numero sempre maggiore di persone.
Ovvio – e lo dico preventivamente per stoppare i critici – che mentre Thompson dice tutto ciò con gli occhi rivolti al suo Grande Paese, io l’ho declinato in senso globale.
Ed ha un senso perché una volta che un candidato viene eletto Presidente degli Stati Uniti, indossa, secondo la nota teoria di Henry Kissinger, quattro cappelli:
capo del partito Repubblicano Americano,
capo delle Forze Armate Americane.
capo degli Stati Uniti d’America,
ma anche, da almeno 60 anni,
capo del Mondo Libero Occidentale.
L’elezione del Presidente degli Stati Uniti, quindi, molto più che qualunque altra elezione in altre nazioni, ci riguarda da vicino e può influire sul nostro futuro.
Che si candidi un Fred Thompson, vero conservatore, non può che aumentare la nostra fiducia nel futuro degli Stati Uniti e di tutti noi.
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6 commenti:
Ho dubbi che Rudy possa viincere le primarie. Poi sarebbe un po' ridicolo se arrivassero a contendersi la presidenza due NYorkesi col candidato repubblicano che ha tendenze liberal: non rappresenterebbero molto l'America. In più Giuliani, che nel 2001 ha dovuto regalare il seggio senatoriale a Hillary perchè malato di tumore (Hillary non avrebbe mai vinto allora contro di lui) parte per questo un po' svantaggiato. Poi voglio vedere come concilierebbe Giuliani il suo apparire al gay pride e gli strizzamenti di occhiolino alle unioni gay, col risultato del referendum che si svolse a fine 2004 in 35 stati riguardo il matrimonio omosessuale, dove in tutti e 35 gli stati il no vinse con percentuali che dire bulgare è poco. Sul pro choice, affrontato per ora solo molto genericamente da RG, mi piacerebbe sapere di più, ma forse anche agli americani. Da sindaco di NY non se ne preoccupava ma adesso dovrà.
Deprecabile la sua intenzione di modificare il secondo emendamento per limitare l'uso delle armi, gli americani non sono per niente disposti a diventare bersaglio impotente. Bisogna però dire che Giuliani da sindaco ha agito diminuendo le tasse, risanando le casse della città e diminuendo drasticamente il crimine, e da quel che ho letto su terrorismo e Iraq non mi pare si discosti tanto da Bush.
Lorenza.
Post divulgativo che mi ha fatto conoscere e apprezzare questo personaggio.
Come vedo, i nostri post viaggiano spesso in parallelo. Io ho parlato del sindaco di Ventimiglia, molto intraprendente e che si da un gran da fare (almeno per quel che vedo io, stando ai risultati); tu hai parlato di Thompson; se ne deduce siano entrambi uomini con le palle.
A presto.
Come è messo nei sondaggi?
É al secondo posto dopo Giuliani, ma si prevede che salga, perché finora non si era sicuri della sua candidatura..
Guardate i video sul sito di Fox news, nel settore politics.
www.foxnwes.com
Ciao Max e Oti ! :-)
Era ora che i Repubblicano potessero avere un candidato che rappresentasse il vero animo conservatore.
Sicuramente è il mio candidato preferito.
Voterei Thompson anch'io, anche se, magari, McCain sarebbe stato più rappresentativo, purtroppo sembra ormai senza ... benzina.
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