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09 settembre 2007

Una Destra dai colori forti e dai confini netti

I giornali, soprattutto Libero , sono pieni di articoli che illustrano con dovizia di particolari, i presunti retroscena del nuovo Centro Destra, i pensieri del Presidente Silvio Berlusconi, i timori dei peones alimentati da quegli stessi articoli, le invidie, l’arme, gli amori e le secrete cure
Poiché la mia opinione è che nel Centro Destra, come in Casa Savoia, si comandi uno alla volta e il Capo è Silvio Berlusconi, lascio a lui le cure e le scelte per trovare la formula e i cavalli migliori per abbattere Prodi e ricominciare da dove avevamo lasciato – erroneamente senza combattere – la notte del 10 aprile 2006.
Per quanto mi riguarda mi diletterò, quando ne avrò voglia, tempo, ispirazione e non sarò allettato da notizie di attualità, a delineare la Destra che sogno.
Una Destra che sia, come ho scritto nel titolo, dai colori forti e dai confini netti, perché l’identità di un progetto deve emergere senza preventive autocensure o compromessi, ma che, al tempo stesso, sia aperta ai contributi esterni e a percorsi – brevi o lunghi – comuni con chi, propriamente di Destra non è.
Non c’è nulla di male se per un tema, per una serie di proposte, ci si ritrova assieme a centristi, democristiani, sinistra democratica (che nulla ha a che vedere con il partito presunto democratico o con gli scissionisti di Mussi), l’importante è sapere che il nostro progetto si basa su Valori e Ideali che vanno oltre il contigente.
Così, tanto per dare un primo colore forte, la Destra deve essere Tradizione, Conservazione – là dove c’è da conservare – di una Storia, di un Passato, di Radici che per noi Italiani non possono che essere Romane e Cristiane.
Non è ammissibile una Destra che faccia acquiescenza all’oblio, alla riscrittura, alla demonizzazione di una Storia di cui andare orgogliosi per l’humus di Civiltà che grazie alle Legioni di Roma abbiamo sparso in gran parte d’europa e sono arrivate fino nei nuovi continenti attraverso l’espansione dell’Impero Britannico.
Non è accettabile una Destra che abbia paura di riaffermare le radici Cristiane che hanno assorbito, elaborato, tramandato, salvato le conquiste di Roma, dando a quegli stessi territori che ebbero il vantaggio della legge civile romana, un nuovo motivo di unità.
Per noi le religioni non possono essere tutte uguali, perché dopo il Paganesimo da noi fu il Cristianesimo a rappresentare il trascendente.
E questo deve trovare pratica applicazione, nel rispetto delle altre concezioni religiose – purchè tali rigorosamente siano – rappresentate dalle altre fedi (non solo monoteiste, non solo dell’area mediterranea o medio orientale).
Colori forti, confini netti.
Come i confini che delimitano la ricerca scientifica dagli esperimenti genetici alla Frankenstein, con le c.d. “chimere” disgustosi ibridi tra uomo e animale (e a nulla vale dire che è “solo” uno o,5% di animale …).
Come ha giustamente detto il Pontefice Benedetto XVI “la scienza senza Dio distrugge l’uomo”.
E sempre il Papa – un Grande Papa, questo – che commentando e interpretando nell’oggi i Dieci Comandamenti, dice sì al rispetto della persona e alla proprietà altrui.
E qui si innesta un nuovo confine per chi è di Destra: la Proprietà.
Essere proprietari significa essere liberi e a differenza di quanto predica la sinistra, l’Uomo di Destra cerca di incentivare la proprietà privata per accrescere sempre più la libertà del singolo.
Quindi una Libertà che trova il suo fondamento nel frutto del proprio lavoro che non deve essere espropriato da tasse ingiuste che alimentano spese inutili e clientelari.
Ed ecco un altro confine, un altro “must” dell’Uomo di Destra: la sussidiarietà dello Stato.
Un grosso passo indietro dell’interventismo statale, per sostituirlo con le iniziative dei privati nel quadro di un sistema di garanzia che trovi nello stato un autentico terzo imparziale e che sancisca le violazioni delle regole e la tutela dei più deboli.
Come si può ben vedere, temi e posizioni che possono essere in parte o singolarmente condivise anche da chi non è di Destra e a tali persone che ci si può rivolgere per costruire, ragionevolmente, una nazione forte e che abbia e dia prospettive per il futuro e non sia, invece, rivolta al passato, rinchiusa in se stessa o fideisticamente succube di una scienza senza anima.

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bel quadro che bisognerebbe rinfrescare ai tanti aspiranti leaders del centrodestra. Sì al compromesso con chi ci è contiguo, ma non alla rinuncia alle proprie radici. A Fini saranno fischiate le orecchie ? Giulio

Anonimo ha detto...

Più sogno che realtà.

Massimo ha detto...

Io credo che Fini sente fischiare le orecchie, ma è troppo preso dalla sua ambizione per sentire il richiamo dell'Ideale.

Bisogna sognare ed esporre i propri sogni. Se si sta zitti non diverranno mai realtà :-)