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No alla deriva

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11 novembre 2007

L'imbroglio di Veltroni e il valore aggiunto della Destra

Piatto ricco, per gli appassionati della politica, nel fine settimana.
Il segretario del politburo del pci/pds/ds/pd pensa di comandare da solo e, in un eccesso di ecumenismo politico, lancia il proporzionale, senza premio di maggioranza e con le preferenze perché così, a suo parere, i cittadini tornano a scegliere i propri rappresentanti.
I quali, poi, tornerebbero a fare i giochini sfruttando i voti, magari dati per altri fini, decidendo con chi allearsi, mandando a ramengo ogni vincolo elettorale e ogni stabilità governativa.
Probabilmente Veltroni il Gattopardo lo ha solo visto al cinema, ma gli deve essere rimasto impresso quel “cambiare tutto per non cambiare nulla”, perché la sua proposta sembra la riedizione del sistema della prima repubblica, in cui i governi si facevano “dopo”, in base al quell’autentico mercato delle vacche che è la ricerca del compromesso, con crisi lunghissime (veggasi anche il Belgio) a tutto danno dell’Italia e della nostra competitività.
Naturalmente una proposta così dorotea, ad esclusivo interesse e salvaguardia della "casta", non poteva che ricevere l’entusiastica adesione dei centristi con Casini (e Fini, vedremo poi) che si dimostrano autentici geni … guastatori e ai quali non sembra esser servito a nulla l’insegnamento del 2005 e 2006, quando la loro continua ricerca di “discontinuità” e il loro atteggiamento rinunciatario in campagna elettorale ha probabilmente causato la perdita di quei 25000 voti che, indipendentemente dalla bontà degli scrutini, ci avrebbero dato comunque la vittoria.
Sull’altro piatto della bilancia si è svolta l’Assemblea Costituente de La Destra, seguita in diretta da Starsandbars per Il Castello e Triares e contro la quale si deve registrare una “congiura del silenzio” battuta da due eventi mediatici che non potevano essere ignorati: la presenza e il caloroso saluto (pari all’accoglienza) del Presidente Berlusconi e l’annuncio della scelta di Daniela Santanchè di restare a Destra rifiutando la deriva centrista di Fini.
Un momento di grande entusiasmo in un Palacongressi stracolmo (oltre 6000 presenze) che segna la rinascita della Destra in Italia, con un partito diffuso sul territorio, che occupa uno spazio politico abbandonato da Alleanza Nazionale.
E proprio dall’Assemblea Costituente de La Destra viene un messaggio molto chiaro che bilancia l’imbroglio proposto da Veltroni.
Se Fini, con una reazione stizzosa (si potrebbe dire, in modo politicamente scorretto: “da checca isterica”) alla conferma della presenza del Presidente Silvio Berlusconi e del passaggio di Daniela Santanchè nella Destra si è subito aperto all’imbroglio veltroniano (lui sostenitore del referendum maggioritario apre al proporzionale senza premio di maggioranza !!!) , il Presidente Silvio Berlusconi, sempre più l’unico Statista italiano e l’unico possibile Leader del Centro Destra, ricordava che per vincere bisogna essere uniti e che non ci poteva essere alcun dialogo con la sinistra, scaldando il cuore dei militanti presenti a Roma e di tutti noi che, pur ognuno con le sue peculiarità, condividono tale impostazione: con i comunisti non si tratta, si combatte.
E il valore aggiunto della Destra nel panorama politico italiano si comprende non solo per l’Identità di cui è portatrice, ma anche in chiave politica, in una fase in cui Veltroni cerca di dominare il suo partito, decidendo senza consultarsi e sperando di organizzare quel grande inciucio che allontani lo spettro (per la sinistra, per noi è un traguardo) delle elezioni anticipate, confidando in un qualche miracolo che, al momento, ha due nomi: Gianfranco e Pierferdinando, con le loro discutibili aperture.
Il ruolo de La Destra è stato infatti ben chiarito da Storace, nell’alleanza del Centro Destranon ti tradiremo” e dal coro della platea rivolto al Presidente Berlusconi: il solo Presidente.
Infatti la deriva centrista di una Alleanza Nazionale nelle mani di una persona come Fini che, come abbiamo visto, si è persa sulla strada dei palazzi romani ed a cui non è possibile concedere fiducia, rende indispensabile per Forza Italia e il Presidente Berlusconi trovare alleati affidabili e credibili che abbiano anche una loro identità, una loro ragion d’essere e una loro forza autonoma.
Così, assieme alla Lega che continua sì a giocare al “poliziotto buono e a quello cattivo” (interpretati da Castelli e Calderoli – che respingono ogni inciucio con la sinistra - il primo e da Maroni – che “apre” al dialogo – il secondo) ma che, come nei cinque anni di Governo Berlusconi si è dimostrata l’alleato più affidabile, ecco La Destra che, occupando lo spazio politico che fu del Movimento Sociale Italiano, ricostituisce il Polo delle Libertà e del Buon Governo del 1994, consentendo al Presidente Berlusconi di mettere comunque in campo una forza che potrebbe essere valutata tra il 35 e il 40%.
E potrebbe essere anche di più perché l’A.N. di oggi somiglia molto alla Democrazia Nazionale del 1977: un partito pieno di colonnelli, ma che aveva perso il contatto con la volontà della base, fallendo l’esame elettorale.
Oggi si ripropone la stessa situazione, in cui, però, sono quelli che sono usciti da A.N. ad interpretare gli Ideali e i Valori del partito e quelli che sono rimasti (dimostrando un grande coraggio, come dice Storace …) a non essere più né carne, né pesce, a non avere più un loro spazio politico.
Se Fini e Casini, questo è il messaggio, vorranno giocare in proprio, rischieranno di essere rimpiazzati da La Destra e dalla DCA di Rotondi, consentendo, comunque, al Presidente Berlusconi di essere il Leader di una Coalizione con vocazione maggioritaria, mentre loro sarebbero solo spezzoni alla deriva e costretti all’inciucio con i comunisti di Veltroni.
Ma, per riprendere le parole del Presidente Berlusconi, il mio auspicio è che, passato l’ennesimo momento di follia di Fini e Casini, il Centro Destra ritrovi la sua unità, arricchito da una preziosa nuova presenza della Destra, per abbattere Prodi, tornare alle urne e ricominciare da dove il ciclo virtuoso si era interrotto il 9 e 10 aprile 2006 per un pugno di voti di cui, ancora, dubitiamo l’esistenza.

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3 commenti:

marshall ha detto...

Bel post. Spero di lasciarti un commento meditato, domani.
Al momento mi soffermo sulla foto, che mi fa sperare in un futuro migliore per l'Italia.

Anonimo ha detto...

Credo che tu sia stato equilibrato anche se mi aspettavo più entusiasmo per la nascita della Destra vera. Ho letto i post sul tema dei tuoi amici di Tocque-ville e devo dire che sono alquanto disgustato dal dovermeli ritrovare come compagni di strada. Il loro antifascismo puzza di arco costituzionale, il loro livore verso la destra puzza di vecchio PLI zanoniano. Il ballerino Fini è il loro leader naturale: oggi qui, domani là. Non hanno ancora capito che è finito il tempo in cui si votava turandosi il naso e non hanno capito che senza i nostri voti saranno costretti a rodersi il fegato perchè non vinceranno mai contro la sinistra. Giulio

Massimo ha detto...

Ho letto anch'io i post di TV sulla Destra e mi sembra che rappresentino una miopia derivante probabilmente da inesperienza, gioventù e sopravvalutazione delle forze "liberali".
Finchè c'è Berlusconi va bene anche così. Condivido comunque - e l'ho scritto spesso - che senza i nostri voti i liberali non andrebbero da nessuna parte e ... viceversa.
Siamo costretti a stare assieme, per cercare di conseguire, ognuno, la sua parte di obiettivi visto che la maggioranza assoluta non la otterremmo nè noi nè loro.