Silvio Berlusconi sembra aver ingranato la quinta e marciare speditamente e senza ripensamenti con la costituzione del Partito del Popolo della Libertà.
Sul sito di Forza Italia troviamo il sondaggio sulla scelta del nome (“Popolo della Libertà” vs. “Partito della Libertà”) e anche la scheda per la “preiscrizione” da inviare via fax al nr. 0228389307.
Un sondaggio reale sull’ appeal del nuovo partito.
Viene infatti richiesta l’adesione al principio del partito di area, con la comunicazione degli estremi anagrafici e di un documento di identità.
Qualche buontempone che fornirà generalità false ci sarà sicuramente, ma al termine di questo “sondaggio” (che ha un valore solo parziale, visto che non tutti utilizzano o usufruiscono di internet) il Presidente Berlusconi potrà trarre un primo bilancio sulla sua iniziativa.
Intanto comincia a prendere forma l’idea del Presidente Berlusconi su alleanze e posizionamento del Partito del Popolo della Libertà.
Se già una settimana fa aveva incontrato, con piena, reciproca soddisfazione, Storace, Santanchè e Buontempo de La Destra, la cena del lunedì ad Arcore con Bossi ha spianato la strada ad un patto di federazione con la Lega, mentre è di oggi la lettera sul Giornale dell’ex ministro Giovanardi che preannuncia la sua uscita dall’Udc per entrare, sin dalla fase costituente, nel nuovo soggetto politico.
Cosa si sta delineando ?
Un partito molto consistente (33-38%) elettoralmente, che oltre a Forza Italia assorbirà la parte migliore di An e Udc, presumibilmente l’intera Democrazia Cristiana delle Autonomie di Gianfranco Rotondi e sarà federato con partiti identitari (Lega, La Destra) al punto da poter ragionevolmente rappresentare un 40-45% dell’elettorato.
E’ opportuno rilevare che una simile alleanza rappresenterebbe una forza uguale a quella di tutta la sinistra comprese le due ali opposte (no global e comunisti vari da una parte, Dini, Mastella e Di Pietro dall’altra).
In mezzo, come un vaso di coccio tra due vasi di ferro, il sodalizio tra Casini e Fini che presumibilmente faticherà a superare il 10%.
Non può sfuggire a nessuno che a fronte di questo panorama il Presidente Berlusconi può essere tranquillamente indifferente al sistema elettorale che sarà scelto, con l’eccezione di uno solo: il doppio turno alla francese.
Che sia quindi proporzionale, maggioritario, maggioritario corretto o proporzionale con premio di maggioranza, il Partito del Popolo della Libertà diviene il capofila dell’alleanza con maggiori probabilità di vincere.
Solo il doppio turno alla francese potrebbe alterare questa situazione per il connubio che potrebbe stringersi tra sinistra e centristi di Casini e Fini che sarebbero la versione italiana di Bayrou.
Ma la prospettiva del Partito del Popolo della Libertà è tale che potrebbe attrarre più elettori di An e Udc di quanti non siano in realtà rappresentati dai dirigenti che, già ora, annunciano la loro adesione alla sua costituente.
Allora mi pongo alcune domande: vale la pena superare alcune perplessita (fondamentalmente quell’insistente richiamo al “partito moderato e liberale” che apparentemente chiude a Conservatori e Identitari di Destra) per partecipare, sin dalla costituente, al cammino del nuovo soggetto politico ?
E’ meglio sedersi e attendere gli sviluppi o essere presenti per cercare di influire sulle scelte che compirà questo partito ?
E’ ragionevole supporre che partecipando sin da ora, si possano ridurre gli spazi di quanti vorrebbero realizzare un partito essenzialmente liberale e non un partito che rappresenti la sintesi delle varie Destre ?
Vale la pena rinunciare ad una scelta strettamente ideale e identitaria, per sostenere un progetto di più ampio respiro anche se costerebbe un qualche compromesso in più ?
Credo che il gioco valga la candela.
Anche perché un partito (che non è “per sempre”) è un mezzo, non un fine, è uno strumento per raggiungere un obiettivo e il Partito del Popolo della Libertà, in questo momento, sembra il veicolo più attrezzato per avvicinare l’obiettivo di sempre: un’Italia rinnovata, migliore, più libera, cioè un’Italia senza la sinistra al governo.
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Sul sito di Forza Italia troviamo il sondaggio sulla scelta del nome (“Popolo della Libertà” vs. “Partito della Libertà”) e anche la scheda per la “preiscrizione” da inviare via fax al nr. 0228389307.
Un sondaggio reale sull’ appeal del nuovo partito.
Viene infatti richiesta l’adesione al principio del partito di area, con la comunicazione degli estremi anagrafici e di un documento di identità.
Qualche buontempone che fornirà generalità false ci sarà sicuramente, ma al termine di questo “sondaggio” (che ha un valore solo parziale, visto che non tutti utilizzano o usufruiscono di internet) il Presidente Berlusconi potrà trarre un primo bilancio sulla sua iniziativa.
Intanto comincia a prendere forma l’idea del Presidente Berlusconi su alleanze e posizionamento del Partito del Popolo della Libertà.
Se già una settimana fa aveva incontrato, con piena, reciproca soddisfazione, Storace, Santanchè e Buontempo de La Destra, la cena del lunedì ad Arcore con Bossi ha spianato la strada ad un patto di federazione con la Lega, mentre è di oggi la lettera sul Giornale dell’ex ministro Giovanardi che preannuncia la sua uscita dall’Udc per entrare, sin dalla fase costituente, nel nuovo soggetto politico.
Cosa si sta delineando ?
Un partito molto consistente (33-38%) elettoralmente, che oltre a Forza Italia assorbirà la parte migliore di An e Udc, presumibilmente l’intera Democrazia Cristiana delle Autonomie di Gianfranco Rotondi e sarà federato con partiti identitari (Lega, La Destra) al punto da poter ragionevolmente rappresentare un 40-45% dell’elettorato.
E’ opportuno rilevare che una simile alleanza rappresenterebbe una forza uguale a quella di tutta la sinistra comprese le due ali opposte (no global e comunisti vari da una parte, Dini, Mastella e Di Pietro dall’altra).
In mezzo, come un vaso di coccio tra due vasi di ferro, il sodalizio tra Casini e Fini che presumibilmente faticherà a superare il 10%.
Non può sfuggire a nessuno che a fronte di questo panorama il Presidente Berlusconi può essere tranquillamente indifferente al sistema elettorale che sarà scelto, con l’eccezione di uno solo: il doppio turno alla francese.
Che sia quindi proporzionale, maggioritario, maggioritario corretto o proporzionale con premio di maggioranza, il Partito del Popolo della Libertà diviene il capofila dell’alleanza con maggiori probabilità di vincere.
Solo il doppio turno alla francese potrebbe alterare questa situazione per il connubio che potrebbe stringersi tra sinistra e centristi di Casini e Fini che sarebbero la versione italiana di Bayrou.
Ma la prospettiva del Partito del Popolo della Libertà è tale che potrebbe attrarre più elettori di An e Udc di quanti non siano in realtà rappresentati dai dirigenti che, già ora, annunciano la loro adesione alla sua costituente.
Allora mi pongo alcune domande: vale la pena superare alcune perplessita (fondamentalmente quell’insistente richiamo al “partito moderato e liberale” che apparentemente chiude a Conservatori e Identitari di Destra) per partecipare, sin dalla costituente, al cammino del nuovo soggetto politico ?
E’ meglio sedersi e attendere gli sviluppi o essere presenti per cercare di influire sulle scelte che compirà questo partito ?
E’ ragionevole supporre che partecipando sin da ora, si possano ridurre gli spazi di quanti vorrebbero realizzare un partito essenzialmente liberale e non un partito che rappresenti la sintesi delle varie Destre ?
Vale la pena rinunciare ad una scelta strettamente ideale e identitaria, per sostenere un progetto di più ampio respiro anche se costerebbe un qualche compromesso in più ?
Credo che il gioco valga la candela.
Anche perché un partito (che non è “per sempre”) è un mezzo, non un fine, è uno strumento per raggiungere un obiettivo e il Partito del Popolo della Libertà, in questo momento, sembra il veicolo più attrezzato per avvicinare l’obiettivo di sempre: un’Italia rinnovata, migliore, più libera, cioè un’Italia senza la sinistra al governo.
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1 commento:
Interessante post... un solo dubbio: da quando Fini è diventato un "centrista"?
Secondo me è lui quello più in difficoltà, dato che rischia di restare isolato sulla destra. Vabbé che anche la Lega quando serviva si era trasformata in una "costola della sinistra", però...
Boh! stiamo a vedere come va.
Io penso che valga la pena aderire a questo tentativoo di rinnovare la politica italiana, soprattutto se ci sarà un coinvolgimento maggiore della base sul territorio.
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