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No alla deriva

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25 novembre 2007

Distinti e distanti. L'un contro l'altro armati

Da qualche tempo il fine settimana è diventato un crogiuolo di eventi particolari che scuotono il mondo della politica e stimolano riflessioni e reazioni.
Nelle ultime due settimane ricordiamo solo la coinvolgente Assemblea Costituente de La Destra con il discorso di Daniela Santanchè e la settimana successiva la “bomba” del Presidente Berlusconi, a suggello delle dieci milioni di firme contro Prodi, che, stanco degli infidi alleati, ha rovesciato il tavolo e annunciato la nascita del Partito del Popolo della Libertà.
Nel fine settimana che si sta concludendo, invece, in evidenza ci sono due fatti negativi dai quali, però, potremmo recepire insegnamenti molto utili.
Vi è poi un corollario, dal quale partiamo subito, che vede protagonisti personaggi che dovrebbero essere contrapposti e, invece, stanno tirando la volata, a Prodi, assieme.
La triplice sindacale da un lato che, evidentemente ignara delle regole della democrazia, vorrebbe imporre al parlamento di approvare, senza possibilità di emendamenti, l’accordo sul welfare reclamando, non si sa bene in base a quale principio democratico, di intervenire su un atto legislativo che è competenza esclusiva del parlamento.
Analogamente Luca Cordero di Montezemolo, il multipresidente, intima di non toccare quello stesso accordo pena la perdita di credibilità del governo Prodi (perché questo governo ha mai avuto credibilità ?).
Ecco i diktat che la triplice e Lcdm (tra l’altro responsabile di questo stato di cose visto che i giornali imprenditoriali hanno fornito alla sinistra la corda per impiccare i loro padroni, sostenendola alle elezioni del 2006) mostrano quanto in Italia siamo ormai in piena oclocrazia e che solo un forte colpo di reni potrebbe rimetterci in carreggiata (anche se, a parziale consolazione, vediamo dai risultati delle legislative in Australia che la coglioneria non è una esclusiva nazionale).
Ma veniamo ai due fatti principali che forniscono motivo al titolo del post.
In Afghanistan un Maresciallo del Genio, Daniele Paladini, è deceduto per le ferite riportate mentre impediva ad un terrorista musulmano di farsi esplodere in mezzo ai civili durante la cerimonia di inaugurazione di un nuovo ponte costruito dagli Italiani.
Cordoglio unanime, ma, anche, la canea rossa montante che chiede il ritiro dall’Afghanistan.
La solita posizione antioccidentale, antiamericana, antidemocratica, antinazionale.
Una posizione che trova nella sinistra una forte adesione, almeno il 30% della coalizione, tanto che oggi Prodi dichiara che la missione viene confermata, ma deve darsi non ben precisati obiettivi politici.
Cosa significa ?
Già le nostre truppe sono avvilite e svilite in compiti secondari (costruire i ponti, anziche stanare e abbattere terroristi come sarebbe più logico), con regole di ingaggio più restrittive dei colleghi di altre nazioni nell’uso delle armi e già la presenza di un governo con una forte (e determinante) componente contraria all’impegno antiterrorista rende la nostra missione il “ventre molle” dell’intera spedizione internazionale, con la “revisione” prodiana in cosa si propongono di trasformare una missione militare ?
In una riedizione delle Sturmtruppen di Bonvi in chiave italo-afgana ?
Un simile dietro front, oltre a rendere sempre meno affidabile l’Italia di Prodi e, quindi, aumentare le difficoltà del prossimo Governo Berlusconi per riacquistare quella credibilità e affidabilità persa in meno di due anni di sinistra, ci mette nelle mani della “clemenza” dei terroristi musulmani e, soprattutto, offende la memoria di quanti sono morti per estirpare il male dall’Afghanistan e, con tale missione, garantire sicurezza, benessere e progresso in Patria.
L’altro episodio è relativo alla manifestazione contro la violenza alle donne, dove le parlamentari di Forza Italia Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna sono state costrette, da insulti e pressioni anche fisiche, contenute solo dalle Forze dell’Ordine, ad abbandonare una manifestazione alla quale non avrebbero mai dovuto partecipare.
Come si è poi visto è stata una esibizione di veterofemminismo, addirittura contrario all’inconcludente pacchetto sicurezza dell’inconcludente ministro Amato, definito “razzista” perché si propone di espellere chi delinque (e abbiamo visto che le migliaia di espulsioni si sono ridotte a meno di 200 !!!).
Un veterofemminismo capace solo di slogan e di volgarità, ma che non è mai intervenuto quando si è trattato di difendere il diritto, questo sì tutto da conquistare, delle donne musulmane di essere libere.
E, infatti, a favore delle donne islamiche si sono viste solo donne di Destra, a cominciare da Daniela Santanchè addirittura costretta alla scorta per la sua attività invisa all’islam.
Credo che le nostre Donne non abbiano nulla a che fare ed a che spartire con quelle esagitate (e per questo dico che l’errore di Prestigiacomo e Carfagna è stato quello di cercare di partecipare alla manifestazione) che non vogliono affrontare problemi – che sono di tutti – come la sicurezza e risolverli, ma vorrebbero imporre una scelta ideologica, salvo poi, quando hanno una gomma a terra, ricorrere a padri, fratelli, ex mariti (cui nel frattempo – magari – hanno sottratto anche quello che non avevano) o vecchi compagni di liceo sin troppo disponibili.
Sicurezza e politica estera (che poi è sicurezza anche questa), solo due dei tanti argomenti che ci vedono non solo distinti e distanti dalla sinistra, ma schierati su barricate contrapposte, senza alcuna possibilità di mediazione.
La mia Italia non è l’Italia che vorrebbero loro e che somiglia ad un suk misto ad un bordello.
La mia Italia, l’Italia che vorrei, è l’Italia che sia pulita e ordinata in Patria con una Gerarchia chiara, riconosciuta e rispettata.
La mia Italia, l’Italia che vorrei, è una Italia affidabile all’estero, dove sappia affiancare e guidare la diffusione della libertà e la rimozione dei terroristi, consapevole della gloriosa eredità della Storia che si estrinseca nelle Radici Romane e Cristiane di una Civiltà che nell’epoca della globalizzazione è una, unica, con un filo conduttore che parte da Roma e arriva a Washington, passando per Londra.
Mi auguro che la grande novità del Partito del Popolo delle Libertà sappia interpretare questa esigenza che credo appartenga alla maggioranza dei cittadini, perché a molti – se non a tutti – piace vivere bene, sicuri, nel benessere e rispettati.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido, ma non solo. Io aggiungerei che l'Italia che vorrei io è anche quella che se ci sono le prove filmate di brogli elettorali i responsabili di quei brogli se ne devono andare a casa a calci nel sedere.

Nessie ha detto...

E' anche la mia, l'Italia di cui parli. Quella che oggi non c'è. Ho scritto anch'io sull'argomento "veterofemministe".
Una squallida manifestazione collaborazionista nei confronti del governo che già mostra poca voglia di rendere operativo il "pacchetto sicurezza". E collaborazionista nei confronti degli stupratori etnici dei quali non parlano, perché troppo preoccupate di sminuire e svirilizzare il maschio italiano. Deficienti e mentecatte!
Male hanno fatto la Carfagna e la Prestigiacomo a infilarsi in mezzo a quel canaio, senza mantenere un minimo di distanza.