Le scontate banalità del messaggio di Napolitano, si scontrano con una realtà devastante per i cittadini italiani.
La sinistra, arrivata al governo nel modo dubbio che sappiamo, ha prodotto solo una lunga serie di vessazioni che si chiamano tasse, pessimi servizi, clientele, leggi di divieto, incapacità a garantire la sicurezza e la legalità, una scellerata politica chiamata dell’accoglienza ma che è dell’invasione sul nostro territorio di persone e costumi che ne stravolgono la consolidata tradizione e, da ultimo, anche la volontà di svendita allo straniero della compagnia di bandiera, con la conseguente eliminazione di molti voli dall’aeroporto di Malpensa penalizzando la parte più produttiva della nazione.
Un governo colabrodo che si regge su due gambe:
- la consapevolezza che a quei mediocri non capiterà più l’occasione di sedere tutti assieme su quelle poltrone;
- l’incapacità del Centro Destra di porre in atto azioni di piazza per abbatterlo.
Da questo dobbiamo partire per fare del 2008 l’anno del risveglio del Popolo Italiano.
Un anno che avrà due appuntamenti di rilevanza globale come le olimpiadi (purtroppo assegnate a Pechino, capitale di una nazione che non si è ancora liberata dalle scorie comuniste e non può appartenere alla famiglia delle democrazie) e l’elezione del successore del Presidente George W. Bush, che ha avuto il grande merito di saper rispondere con coraggio e determinazione all’aggressione musulmana dell’11 settembre, dimostrando che è possibile contrattaccare, portare la guerra sul territorio del nemico per meglio difendere casa nostra e ottenere anche risultati come sta dimostrando l’Iraq che, come narrano le cronache, vede Al Quaeda in difficoltà tanto che per la prima volta il Capodanno è stato festeggiato nelle piazze di Bagdad.
In un mondo che marcia a mille, l’Italia non può permettersi di rallentare e offrire spettacoli indecorosi come i rifiuti campani per le strade o i treni che si fermano in piena campagna e che sono poi la traduzione di politiche che si oppongono al progresso ed al futuro, che si oppongono al nucleare e alla Tav e che hanno in elementi determinanti di questo governo i loro alfieri.
L’Italia non può permettersi di rompere l’alleanza e la solidarietà con gli Stati Uniti, nel nome di una comune tradizione e storia Occidentale, per accontentare pacifinti che non riconoscono neppure i risultati sotto gli occhi di tutti della liberazione dell’Iraq e dell’Afghanistan e si affannano persino ad opporsi ad una opera, come la nuova Caserma Americana di Vicenza, utile per la nostra sicurezza e anche per l’economia locale.
L’Italia non può permettersi di scardinare istituti, come la famiglia, formata rigorosamente dall’unione di un uomo con una donna, che sono alla base delle convivenza civile e di ogni società, inventandosi leggi che creano malfatte riproduzioni della stessa e conducono ad una deriva morale che danneggia tutti e non solo chi ha simili pensate.
L’Italia non può permettersi di continuare con questo governo.
Ognuno di noi può contribuire, nel suo piccolo, ad abbattere Prodi e tornare alle urne che è l’unico scopo che oggi deve essere perseguito in una azione politica, perché tutto il resto seguirà a cascata.
Non importa, a questo punto, per merito di chi, come o in quale circostanza ciò accadrà, ma la fine del governo Prodi è la chiave di volta e di svolta della politica italiana e tanto prima ciò accadrà, quanto prima potremo ricominciare a pedalare nella giusta direzione cercando di recuperare il tempo che abbiamo perso quando il 9 e 10 aprile 2006 una forse non maggioranza di italiani votò contro il proprio interesse e, purtroppo, danneggiando anche quella forse maggioranza che fece la scelta più congrua, ma che allora non seppe difenderla anche per la debolezza della reazione dei suoi leaders che, speriamo, abbiano imparato la lezione e ce lo dimostrino in questo 2008 che potrà e dovrà essere l’anno della svolta nella politica nazione o della rivolta del Popolo contro chi sta uccidendo la Nazione con divieti, tasse e terzomondismo d'accatto.
Entra ne
La sinistra, arrivata al governo nel modo dubbio che sappiamo, ha prodotto solo una lunga serie di vessazioni che si chiamano tasse, pessimi servizi, clientele, leggi di divieto, incapacità a garantire la sicurezza e la legalità, una scellerata politica chiamata dell’accoglienza ma che è dell’invasione sul nostro territorio di persone e costumi che ne stravolgono la consolidata tradizione e, da ultimo, anche la volontà di svendita allo straniero della compagnia di bandiera, con la conseguente eliminazione di molti voli dall’aeroporto di Malpensa penalizzando la parte più produttiva della nazione.
Un governo colabrodo che si regge su due gambe:
- la consapevolezza che a quei mediocri non capiterà più l’occasione di sedere tutti assieme su quelle poltrone;
- l’incapacità del Centro Destra di porre in atto azioni di piazza per abbatterlo.
Da questo dobbiamo partire per fare del 2008 l’anno del risveglio del Popolo Italiano.
Un anno che avrà due appuntamenti di rilevanza globale come le olimpiadi (purtroppo assegnate a Pechino, capitale di una nazione che non si è ancora liberata dalle scorie comuniste e non può appartenere alla famiglia delle democrazie) e l’elezione del successore del Presidente George W. Bush, che ha avuto il grande merito di saper rispondere con coraggio e determinazione all’aggressione musulmana dell’11 settembre, dimostrando che è possibile contrattaccare, portare la guerra sul territorio del nemico per meglio difendere casa nostra e ottenere anche risultati come sta dimostrando l’Iraq che, come narrano le cronache, vede Al Quaeda in difficoltà tanto che per la prima volta il Capodanno è stato festeggiato nelle piazze di Bagdad.
In un mondo che marcia a mille, l’Italia non può permettersi di rallentare e offrire spettacoli indecorosi come i rifiuti campani per le strade o i treni che si fermano in piena campagna e che sono poi la traduzione di politiche che si oppongono al progresso ed al futuro, che si oppongono al nucleare e alla Tav e che hanno in elementi determinanti di questo governo i loro alfieri.
L’Italia non può permettersi di rompere l’alleanza e la solidarietà con gli Stati Uniti, nel nome di una comune tradizione e storia Occidentale, per accontentare pacifinti che non riconoscono neppure i risultati sotto gli occhi di tutti della liberazione dell’Iraq e dell’Afghanistan e si affannano persino ad opporsi ad una opera, come la nuova Caserma Americana di Vicenza, utile per la nostra sicurezza e anche per l’economia locale.
L’Italia non può permettersi di scardinare istituti, come la famiglia, formata rigorosamente dall’unione di un uomo con una donna, che sono alla base delle convivenza civile e di ogni società, inventandosi leggi che creano malfatte riproduzioni della stessa e conducono ad una deriva morale che danneggia tutti e non solo chi ha simili pensate.
L’Italia non può permettersi di continuare con questo governo.
Ognuno di noi può contribuire, nel suo piccolo, ad abbattere Prodi e tornare alle urne che è l’unico scopo che oggi deve essere perseguito in una azione politica, perché tutto il resto seguirà a cascata.
Non importa, a questo punto, per merito di chi, come o in quale circostanza ciò accadrà, ma la fine del governo Prodi è la chiave di volta e di svolta della politica italiana e tanto prima ciò accadrà, quanto prima potremo ricominciare a pedalare nella giusta direzione cercando di recuperare il tempo che abbiamo perso quando il 9 e 10 aprile 2006 una forse non maggioranza di italiani votò contro il proprio interesse e, purtroppo, danneggiando anche quella forse maggioranza che fece la scelta più congrua, ma che allora non seppe difenderla anche per la debolezza della reazione dei suoi leaders che, speriamo, abbiano imparato la lezione e ce lo dimostrino in questo 2008 che potrà e dovrà essere l’anno della svolta nella politica nazione o della rivolta del Popolo contro chi sta uccidendo la Nazione con divieti, tasse e terzomondismo d'accatto.
Entra ne
3 commenti:
Mio caro Blacknight, ai due motivi che mantengono i piedi il governo prodi, io aggiungerei un terzo : la completa ignavia degli italiani. Se fossimo un popolo serio, almeno un pochino, a Napoli avrebbero già eretto la ghigliottina per dare una scorciata ai capelli bassoliniani. Invece quest'abile amministratore , dopo essere stato sindaco della città del Vesuvio, è stato eletto Presidente della regione Campania. Complimenti
Concordo con Fabio e, per quanto riguarda me, spero che sia l'anno della rivolta. C'è troppo marcio in Italia, a cominciare da come sta generando il problema dei crimini causati dagli extracomunitari, più che sensibile e palpabile (come da me riferito per esperienza personale nel post sul mio blog).
Speriamo almeno di vedere in questo 2008 Prodi cadere. Ne sarei davvero felice, anche se so bene che alla fine non è lui il vero manovratore della Sinistra, tutt'altro.
Ciao e auguri di buon 2008!
Ricky
Caro Massimo,
arrivati a questi punti, io non credo più in in una "svolta" pacifica, ma in una rivolta, tipo la presa del Palazzo di Inverno o della Bastiglia. Questi non se ne vanno con le buone e nemmeno con le vie istituzionali, dove barano a più non posso. Come dimostrato.
Posta un commento