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20 gennaio 2008

Veltroni e la mossa della disperazione

Il segretario del politburo del pci/pds/ds/pd ha considerato fallita l’esperienza di governo della sinistra, sepolta sotto i rifiuti materiali di Napoli e quelli politici delle tante questioni irrisolte (libertà di parola per il papa, deriva morale con le proposte degli ambienti radicali, diluvio di tasse, credibilità all’estero, sicurezza, legalità …).
Come fare per salvare dal naufragio la barca del neonato partito ?
Veltroni e i suoi consiglieri hanno sicuramente considerato che mantenersi in una coalizione con i Caruso, i Guadagno, i Diliberto, i Ferrero, i Giordano, i Bertinotti, i Pecoraro, voleva dire alienarsi il voto – determinante – di quei cittadini border line che non hanno ancora saputo scegliere tra la sinistra e il Centro Destra e credono ancora nella possibilità di una democrazia dell’alternanza sul modello anglo americano.
Allora Veltroni gioca tutto sulla ruota del primato solitario: il pci/pds/ds/pd correrà da solo, proclama (vedremo poi se sarà come quello che annunciò la sua partenza per l’Africa appena terminata l’esperienza da sindaco) con qualunque sistema elettorale.
In cauda venenum.
Veltroni “sfida” il Presidente Berlusconi a fare altrettanto.
Ma la situazione è profondamente diversa.
Noi - per fortuna - non abbiamo i Caruso, i Guadagno, i Diliberto etc., abbiamo solo una frangia ridicolmente minoritaria che si aggancia – e solo sulle questioni etiche – alla tradizione radicale, per il resto il Centro Destra è omogeneo a livello di elettorato e votare questo o quello non farebbe sostanziale differenza.
Le divisioni, da noi, riguardano la leadership ed unicamente per le ambizioni personali di Fini e Casini, ma è il Presidente Berlusconi a rappresentare l’unità di tutto il Centro Destra, avendo saputo essere e rappresentando tuttora la sintesi tra le varie anime del Centro Destra che, pur a volte divergenti, non raggiungono quella incompatibilità che sapevamo essere e si è manifestata a sinistra.
La “sfida” di Veltroni è, quindi, una polpetta avvelenata, una mossa disperata che vorrebbe esportare nel Centro Destra il fallimento della sinistra.
Poiché, poi, io continuo a sperare che si torni al voto con l’attuale – buona – legge elettorale (che, come afferma il Presidente Berlusconi avrebbe necessità solo di un rapido ritocchino per consentire il premio di maggioranza su base nazionale anche al senato e garantire la governabilità senza penalizzare alcuna componente ideale della nazione) che Veltroni conduca pure il pci/pds/ds/pd alle elezioni in solitaria, noi faremo coalizione e, finalmente, torneremo al governo per rimediare a due, devastanti anni di sinistra, cercando di ramazzare, materialmente e moralmente, le strade italiane.

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

..Torneremo al governo.. Ma con Casini di nuovo? Con lo spauracchio dei ricatti fatti dai partiti dei prefissi telefonici ;)
Ciao :)

Massimo ha detto...

Torneremo al governo con la stessa squadra di prima, per rimediare ai guasti della sinistra, anche se concordo con te che sarebbe meglio un monocolore in modo che si possa agire senza compromessi, neppure con i propri vicini e alleati. Ma la politica è l'arte del possibile ... :-)

Anonimo ha detto...

Aldilà che condivido le tue posizioni,mi piace leggere i tuoi post,perchè hai uno stile fluente e chiaro.
ciao Sarc.

Anonimo ha detto...

Beh diciamo che Veltroni, se vuole veramente governare e non fare le figuracce dell'attuale Prodi, ha la necessità di far fuori un po' di cespugli. Correndo da solo eliminerebbe Comunisti Italiani, Verdi, e Rosa nel Pugno, cioè già un bel po' di rompiscatole. Per lui significherebbe "Saltare un giro" ma guadagnare possibilità per il successivo.
Nel centrodestra la cosa è completamente diversa, ma non smpre più facile. I programmi di FI , Udc e AN sono molto molto simili, la Destra non si può smarcare e la Lega può sopravvivere bene anche da sola. Se mai abbiamo problemi di personalità spesso contrastanti, cosa che è tatno pericolosa come il contrasto ideologico. La mia paura è la riedizione di un Berlusconi 1 in cui buona parte delle riforme (Giustizia , stato, riequilibrio dei poteri in senso federalista, privatizzazioni, Rai etc) sono rimaste nel cassetto o sono state molto blande per paura .