Inopinatamente due ministri del “partito di centro, moderato e liberale”, violando gli impegni elettorali hanno elaborato l’ennesima versione di un matrimonio di serie “b”, con meno diritti e meno doveri.
Per venire incontro a qualche noto capriccio privo di pregio sociale o civile, Brunetta e Rotondi se ne fregano della difesa della Famiglia che era nel programma del loro partito e riaprono un discorso che l’elettorato Conservatore e Cattolico che ha votato in massa Berlusconi pensava fosse chiuso, almeno per cinque anni.
Bene hanno fatto gli esponenti della parte migliore di quel partito (Giovanardi, Gasparri) a replicare che non se ne parla neppure.
Una “coppia di fatto”, se vuole regolamentare, con specifici diritti e doveri, certi, chiari, ognuno con la sua tutela legislativa, ha una strada maestra, larga, inequivoca: il matrimonio.
E’ già tutto lì.
E non ci vengano a raccontare favole su coppie che non riescono a sposarsi, perché con l’attuale, larga legislazione divorzista, ci si impiega solo tre anni per potersi civilmente liberare del legame in precedenza eventualmente preso e “convolare a nuove nozze”.
Quindi non è un “potere”, ma un “volere” ed è troppo comodo pensare di sposarsi … ma solo un po’.
Sarebbe anche una scelta diseducativa, perché il matrimonio, con i suoi doveri, responsabilizza le persone che sanno di doversi confrontare con norme precise, che li chiamano a rispondere delle loro azioni.
Un “matrimonio di serie b” sembra un vestito costruito per chi non vuole crescere, per chi non è maturo e se non è maturo per il matrimonio, non può esserlo neppure per una versione in sedicesimo.
In buona sostanza, sposarsi è una scelta, che deve essere assunta in modo responsabile consci delle conseguenze.
Una coppia può liberamente scegliere di sposarsi o di convivere senza sposarsi.
Ognuna di queste scelte porta delle conseguenze che vengono assunte in piena coscienza.
Ma non si cerchi di svicolare dalle responsabilità, per avere la botte piena e la moglie ubriaca.
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Per venire incontro a qualche noto capriccio privo di pregio sociale o civile, Brunetta e Rotondi se ne fregano della difesa della Famiglia che era nel programma del loro partito e riaprono un discorso che l’elettorato Conservatore e Cattolico che ha votato in massa Berlusconi pensava fosse chiuso, almeno per cinque anni.
Bene hanno fatto gli esponenti della parte migliore di quel partito (Giovanardi, Gasparri) a replicare che non se ne parla neppure.
Una “coppia di fatto”, se vuole regolamentare, con specifici diritti e doveri, certi, chiari, ognuno con la sua tutela legislativa, ha una strada maestra, larga, inequivoca: il matrimonio.
E’ già tutto lì.
E non ci vengano a raccontare favole su coppie che non riescono a sposarsi, perché con l’attuale, larga legislazione divorzista, ci si impiega solo tre anni per potersi civilmente liberare del legame in precedenza eventualmente preso e “convolare a nuove nozze”.
Quindi non è un “potere”, ma un “volere” ed è troppo comodo pensare di sposarsi … ma solo un po’.
Sarebbe anche una scelta diseducativa, perché il matrimonio, con i suoi doveri, responsabilizza le persone che sanno di doversi confrontare con norme precise, che li chiamano a rispondere delle loro azioni.
Un “matrimonio di serie b” sembra un vestito costruito per chi non vuole crescere, per chi non è maturo e se non è maturo per il matrimonio, non può esserlo neppure per una versione in sedicesimo.
In buona sostanza, sposarsi è una scelta, che deve essere assunta in modo responsabile consci delle conseguenze.
Una coppia può liberamente scegliere di sposarsi o di convivere senza sposarsi.
Ognuna di queste scelte porta delle conseguenze che vengono assunte in piena coscienza.
Ma non si cerchi di svicolare dalle responsabilità, per avere la botte piena e la moglie ubriaca.
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1 commento:
DO RE MI FA DIDORE.
Ma che ci faccia il piacere Brunetta coi suoi DIDORE. Prima Pac, poi DICO. Poi ancora CUS. Adesso , DIDORE. Vogliono convivere? Padronissimi. Ma che c'entra lo Stato? Se Brunetta è liberista, che faccia il liberista conseguente e che lasci fuori lo stato da scelte del tutto personali. Parlo di omo, ma anche di etero, ovviamente.
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