Si è fatto un gran parlare di un nuovo reato che, dalla giurisprudenza anglosassone, è chiamato “stalking”.
Alla sua prima approvazione, è stato accolto con un coro di battimani, come si suol dire con compiacimento fuori luogo, “bipartisan”.
Il reato sarebbe imputabile a chi “perseguita” qualcun altro con insistenti attenzioni sonore, visive e fisiche.
Ma c’era bisogno di introdurre un nuovo reato ?
A me sembra proprio di no.
Abbiamo già nel nostro ordinamento delle previsioni specifiche per minaccia (612 c.p.), violazione di domicilio (614), furto (624), interferenze illecite nella vita privata (615 bis), accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (615 ter).
E non sono gli unici articoli che riguardano i delitti contro la persona, tutti sufficientemente in grado di colpire chi esercitasse azioni di disturbo nei confronti del prossimo.
Allora perché un nuovo reato ?
Non vorrei che, in un periodo in cui le violenze sulle donne hanno conquistato le prime pagine dei giornali a causa della loro frequenza, invece di cercare di affrontare il problema alla base (il ritorno a Valori etici in via di progressivo abbandono e la riduzione drastica dell’immigrazione con l’introduzione di persone estranee alla nostra cultura e ai nostri costumi) si preferisse la comoda strada della repressione giudiziaria.
Concedendo così ulteriori poteri, ai già troppi che ha, alla magistratura e creando nuove, inquietanti problematiche su dove, ad esempio, finisce un corteggiamento ed inizia lo “stalking”, rendendo così la nostra una società sempre più arida e sempre più in mano alle “interpretazioni” dei magistrati.
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Alla sua prima approvazione, è stato accolto con un coro di battimani, come si suol dire con compiacimento fuori luogo, “bipartisan”.
Il reato sarebbe imputabile a chi “perseguita” qualcun altro con insistenti attenzioni sonore, visive e fisiche.
Ma c’era bisogno di introdurre un nuovo reato ?
A me sembra proprio di no.
Abbiamo già nel nostro ordinamento delle previsioni specifiche per minaccia (612 c.p.), violazione di domicilio (614), furto (624), interferenze illecite nella vita privata (615 bis), accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (615 ter).
E non sono gli unici articoli che riguardano i delitti contro la persona, tutti sufficientemente in grado di colpire chi esercitasse azioni di disturbo nei confronti del prossimo.
Allora perché un nuovo reato ?
Non vorrei che, in un periodo in cui le violenze sulle donne hanno conquistato le prime pagine dei giornali a causa della loro frequenza, invece di cercare di affrontare il problema alla base (il ritorno a Valori etici in via di progressivo abbandono e la riduzione drastica dell’immigrazione con l’introduzione di persone estranee alla nostra cultura e ai nostri costumi) si preferisse la comoda strada della repressione giudiziaria.
Concedendo così ulteriori poteri, ai già troppi che ha, alla magistratura e creando nuove, inquietanti problematiche su dove, ad esempio, finisce un corteggiamento ed inizia lo “stalking”, rendendo così la nostra una società sempre più arida e sempre più in mano alle “interpretazioni” dei magistrati.
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